Envelopes – The Mothers 1970 (UMG, 2020)
“Penso che la principale differenza tra quello che faccio io e la musica classica contemporanea sia che la maggior parte dei suoi creatori non sono “caldi” e non hanno nemmeno il senso dell’umorismo. Sebbene siano persone estremamente istruite, intellettuali, stimolanti e interessanti, la loro musica è di solito terribilmente noiosa” (Frank Zappa, Jazz Forum, settembre 1974)
Frank Zappa “come musicista era una figura eccezionale perché apparteneva a due mondi: quello della musica pop e quello della musica classica. E non è una posizione comoda”. (Pierre Boulez)
L’ossessione per l’orchestra perfetta seguì Zappa, con singolare successo, per tutta la vita. The Best Band You Never Heard In Your Life, registrato nel 1988, non è solo uno dei più importanti album live di Frank Zappa, ma anche la conclusione di un vecchio sogno: far suonare una band come un’orchestra.
Zappa dirigeva in maglietta e con una sigaretta in bocca, una sorta di beffardo monito alla rigidità e alla divisione dei grandi direttori d’orchestra che ammirava.
(Cuadernos de Jazz, settembre-ottobre 1997)
Lumpy Gravy (1967) non è un’opera “seria” compiuta, ma un collage unitario di spezzoni varesiani, momenti stile colonna sonora dell’epoca, momenti musical, parti beat, montaggi elettronici e parlato. E’ stato ispirato da Edgar Varése, dal mondo sperimentale della musique concréte, da John Cage, dalla moda per la sperimentazione del nastro tagliato e dall’intera scena avant-garde che si è infiltrata in alcuni filoni del rock intorno al 1966/67.
Lumpy Gravy è stato l’album in cui Zappa ha diretto una grande orchestra, il primo album da solista: presenta un paesaggio sonoro simile a quello di John Cage, registrato con un’orchestra di 50 elementi.
Fu pubblicato per la prima volta in una forma diversa, su una cartuccia a quattro tracce, nel 1967, e poi rieditato nello stesso anno per l’uscita in vinile nel 1968.
Orchestral Favorites è il primo disco veramente classico di Frank Zappa.
I tour del Grand Wazoo e del Petit Wazoo (1972) danno luogo a importanti momenti orchestrali, da vera e propria big band jazzistica, con partiture curate e al contempo diverse concessioni al free.
Nel 1982, Zappa aveva i mezzi sufficienti per assumere la London Symphony Orchestra (LSO) e Pierre Boulez gli commissionò di comporre un pezzo per l’Ensemble Intercontemporain. La LSO, orchestra autogovernata, si offrì volontaria per cogliere questa opportunità.
L’obiettivo di Zappa era quello di ottenere il maggior numero di registrazioni possibile nei circa otto giorni disponibili.
La LSO ha ricevuto un ampio programma di un’ora e mezza di musica, originariamente pubblicato in due volumi. Il primo del 1983 con nuove composizioni, il secondo del 1987 contenente principalmente versioni per grande orchestra di musica derivante da “200 motels” e “Orchestral Favorites”.
Pedro’s Dowry è uno dei brani più varesiani ma, rispetto a Varèse, c’è più poliritmia, più scomposizione timbrica, ed è questo il contributo autonomo di Zappa alla musica contemporanea.
Bogus Pomp, brano appartenente a una fase antecedente della maturazione zappiana (fine anni ’60), fa apprezzare la capacità dimostrata da Zappa di essersi saputo evolvere nel tempo anche nella musica “sinfonica” dando un personale ed originale contributo alla musica orchestrale del Novecento.
Decisamente riuscito appare Sinister Footwear, noto balletto in tre movimenti, nella versione orchestrale, presente in un raro bootleg (Serious Music, 1983, Berkeley Symphony Orchestra).
Zappa, affascinato e influenzato da compositori classici come Igor Stravinsky, Varese, Boulez e John Cage, oltre a far eseguire alle sue band arrangiamenti di brani di Bartok, Ravel, Tchaikovsky e Stravinsky sottolinea che scrive principalmente composizioni orchestrali sul suo Synclavier 9600, la tastiera digitale high-tech e il computer di campionamento collegato al suo studio di casa, l’Utility Muffin Research Kitchen.
È qui che è stata concepita l’ultima gemma di Zappa di un album delle sue opere orchestrali dissonanti, stravaganti e inquietanti, The Yellow Shark.
Eseguito in concerto dal gruppo di musica classica contemporanea europea Ensemble Modern composto da 25 membri, The Yellow Shark è una raccolta simile a una suite di nuovi arrangiamenti di brani classici di Zappa e nuovi lavori commissionati per il progetto (Pulse! agosto 1993).
“Con il Synclavier puoi letteralmente sederti e suonare ogni parte di un’orchestra, risincronizzare, modificare e persino riorchestrare ogni parte. Mi dà la possibilità di essere non solo il compositore ma anche il direttore d’orchestra, perché posso orchestrare le dinamiche nel pezzo. Se riesci a pensare in questo modo globale, puoi davvero avere il controllo completo sulla tua composizione”.
(Stereo Review, giugno 1987)