Live a Monaco (Germania), 31 marzo 1979, Rudi-Sedlmayer Sporthalle
Immagine di copertina di Salvador Luna (Lunatico)
“Outside Now” è una delle migliori composizioni di Joe’s Garage (1979). Rappresenta una rara occasione in cui Frank Zappa puntava su un contenuto emotivo anziché cinico, sia in termini di testi che di musica. Nell’album (e spesso anche sul palco) il brano è preceduto da Keep It Greasey.
Tornato in cella, il chitarrista Joe frustrato sogna “note di chitarra immaginarie che irriterebbero un dirigente” in attesa del momento in cui potrà vedere “com’è là/fuori adesso”.
La canzone è costruita su un singolo riff lento in 11/8: la melodia cambia tra strofa e ritornello ma la musica di sottofondo rimane la stessa. Il suo stato d’animo per metà depresso e per metà fantasioso è unico nel repertorio di Zappa.
Nell’album in studio, gli assoli di chitarra che Joe sogna sono, in effetti, irreali. Il compositore li ha presi da registrazioni dal vivo preesistenti e non correlate e li ha incollati sulle tracce in studio di Outside Now con la tecnica della xenocronia, ampiamente utilizzata in Joe’s Garage, Acts II & III. Questo collegamento concettuale scompariva nelle esibizioni dal vivo, ma i “veri” assoli tendevano ad essere più efficaci (come si può ascoltare in You Can’t Do That on Stage Anymore, Vol. 4).
Zappa rielaborò la canzone in Outside Now, Again, un pezzo per Synclavier incluso nell’album The Perfect Stranger (1984). Il motivo di 11 note è stato rallentato a passo d’uomo, creando un’atmosfera di disperazione che funziona come il momento più sorprendente dell’album.
Ogni citazione che pubblico nel gruppo FB What’s Zappa, estratta da interviste, articoli e libri, è frutto di ore e ore di lettura, ricerche e traduzioni. A volte, leggo interviste molto lunghe soltanto per selezionare una frase che mi colpisce e che dice molto di Frank. Passione pura.
Da un post di What’s Zappa del 29 agosto 2022
“Mentre compongo, non mi baso su alcuna regola accademica. Se prendi un pezzo di carta bianco e una matita e inizi a disegnare, non deve essere per forza una casa, un albero e una mucca. Potrebbe essere solo una specie di scarabocchio; a volte quegli scarabocchi funzionano e sono la cosa giusta per quel pezzo di spazio vuoto, puoi goderteli oppure no. Puoi dire ‘funziona’ oppure no, nient’altro. Se vai oltre, diventi un critico. Chi ha bisogno di quegli stronzi?”.
(Option, marzo-aprile 1987)
Da un post di What’s Zappa del 31 luglio 2022
“Cosa ti fa pensare che la mia musica sia strana? Devi liberarti dei tuoi preconcetti. Stai parlando con un essere umano che sembra essere piuttosto intelligente, che lavora sodo per fare quello che fa e non c’è niente di strano in questo. Ricorda, sono razionale. Penso che sia tu quello strano. Cosa c’è di strano nella mia musica? Ciò che rende la mia musica insolita è che le persone ascoltano sempre un solo tipo di musica alla radio. È lo sfondo delle loro vite, carta da parati acustica. C’è una battuta accettabile, ci sono tre progressioni di accordi accettabili e parole accettabili: piccola, amore, lacrime, yat yat. Solo perché non mi occupo di questi termini non significa che io sia strano. Quindi, dillo alla gente: non sono strano, sono razionale. Sono una persona che può scegliere di scrivere cose del genere oppure materiale che includa tutte le note del pianoforte suonate contemporaneamente, seguito da un camion di cemento che passa sopra al pianoforte e da una piccola esplosione atomica. Niente di strano in tutto questo finché lo fai in modo significativo”.
(Oui, aprile 1979)
Da un post di What’s Zappa del 18 novembre 2022
“La mia musica è come una di quelle torture a base di privazione del sonno: quando non dormi per un lungo periodo di tempo, dopo un po’ cominci a vedere e a sentire cose che non esistono veramente, ma che sono comunque molto interessanti. Lo stesso può accadere nello spazio di una composizione, cercando di conoscere in anticipo le reazioni psicologiche a ciò che si scriverà ed incorporandole alla composizione stessa: tu sai quello che gli ascoltatori si aspettano di ascoltare e proprio negando ciò che si aspettano puoi riuscire a procurargli delle sensazioni che normalmente non avrebbero…”. (Frank Zappa)