Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Frank Zappa & Salvador Dalì: unclassifiable Art

The Grand Wazoo (Think It Over) (Live, dall’album Zappa Wazoo, 2007)

In copertina: dipinto realizzato da Nick Twaalfhoven

Salvador Dalì una volta definì Zappa “l’iconoclasta più intelligente e aspro della storia del pop”.
(Foro Fono, dicembre 1978)

Durante una breve visita alla East Coast, Eve Babitz (la ragazza che giocava a scacchi nuda con Duchamp) fece in tempo a presentare Frank Zappa a Salvador Dalí (“il mio gesto preferito”) al King Cole Bar del St. Regis, New York. Anche Alice Cooper conobbe Dalì. Questo aneddoto è riportato nel libro “Frank Zappa: A Biography” di Barry Miles. In quell’occasione, non fu permesso a Zappa di entrare senza cravatta ma Dalì gliene passò una. Zappa spiegò a Dalì chi erano i Mothers e lo informò che stavano per provare in studio. Salvador Dalì intendeva assistere alle loro prove e, così, decisero di incontrarsi al Ballon Farm. Sfortunatamente, Herb Cohen (manager di Zappa), non riuscì a convincere il manager del club a far entrare i Mothers, per cui Dalì e sua moglie Gala tornarono delusi in taxi al St. Regis.
Eve Babitz è stata un’edonista impenitente, la party girl per eccellenza, prima di diventare disegnatrice, fotografa, artista e infine scrittrice di culto.

La copertina di Zappa Wazoo utilizza il dipinto di Christopher Mark Brennan, ispirato a ”Slave Market with the Disappearing Bust of Voltaire” di Salvador Dali (1940).

“Un giorno bisognerà ammettere ufficialmente che ciò che abbiamo battezzato realtà è un’illusione ancora più grande del mondo dei sogni”. (Salvador Dalì)
“L’illusione della libertà continuerà finché risulterà vantaggioso. Nel momento in cui la libertà diventerà troppo costosa, tireranno giù la scenografia e il sipario, sposteranno i tavolini e le sedie e potrai vedere il muro di mattoni in fondo al teatro”. (Frank Zappa)
C’è molto di Zappa e Dalì che risulta estremamente diverso. La loro vita privata e le inclinazioni politiche difficilmente potrebbero essere più distanti: Dali dalla sessualità deviante riservata, cattolico rinato e monarchico, Zappa che celebra apertamente il sesso, ‘pagano devoto’ e repubblicano (con la ‘r’ minuscola). In gran parte, questo dipende dalle tradizioni molto diverse in cui sono cresciuti.
Sorprendono di più le notevoli somiglianze del loro approccio al lavoro, nonostante i diversi mezzi usati.
Innanzitutto, erano entrambi uomini di spettacolo, coltivavano un’immagine di sé stessi altamente memorabile e distintamente strana. A dire il vero, Dalì ha lavorato sulla sua follia eccentrica con un gusto che Zappa non uguagliava ed a cui non aspirava. La stravaganza di Dalì era spesso fine a se stessa, mentre quella di Zappa era al servizio di qualche obiettivo importante.
La loro produzione è notevole. Zappa ha più di 1200 composizioni protette da copyright e si suppone che Dalì abbia prodotto oltre 1500 dipinti. Ciò che sorprende è la loro ossessione per la qualità, la perfezione al servizio dell’assurdità.
L’attenzione quasi fotografica, i dettagli iperreali nel creare assurde fantasie oniriche di Dalì. Anche Zappa trascorreva notti intere per ottenere i migliori dettagli sonori di una produzione senza soluzione di continuità.
Entrambi erano professionisti, maestri della loro arte, pienamente consapevoli di ciò che realizzavano in anticipo sul loro tempo, spesso riferendosi al lavoro dei maestri del passato.
Il talento di Dalì sarebbe stato riconosciuto più ampiamente se non avesse scelto di dipingere in modo così audace. Questo riconoscimento non gli interessava come non interessava a Zappa: il loro obiettivo erano le assurdità dietro questi preconcetti, dietro la cosiddetta normalità. Zappa e Dalì dimostrano che è la normalità ad essere assurda: una volta che ce ne liberiamo, tutto diventa possibile.
Bisogna penetrare dietro la loro follia. Dalì è cosciente di sfruttare i sogni, come Zappa è cosciente del massimalismo del suo lavoro: entrambi hanno sfumature psichedeliche. Suggeriscono un uso massiccio di droghe ma né Dalì né Zappa le hanno mai usate (“Non mi drogo. Sono io la droga”).
Peccato per l’occasione perduta al Ballon Farm di un incontro tra Dalì e i Mothers durante le prove. Col loro amore comune per il Dada (Dalì è menzionato nella lista delle influenze di Freak Out) sarebbe potuta nascere un’interessante collaborazione creativa. Il lavoro di Dalì e Zappa trascende i generi convenzionali. L’apparente follia era il frutto di un lavoro estremamente duro.
(tratto dall’articolo “Taking themselves surrealiously: Paralloiac Worlds in FZ and Dalì” di Tom Demonay – The Rondo Hatton Report vol X, 21 marzo 2012)

Il dipinto “Visage du Grand Masturbateur” simboleggia le ossessioni sessuali ed erotiche di Dalì, tanto che è stato definito da una parte della critica come un’opera a carattere autobiografico e citata nell’opera letteraria The Secret Life of Salvador Dalí (1942).

Eve Babitz
Eve Babitz gioca a scacchi nuda
Due immagini con Eve Babitz mentre gioca a scacchi nuda.
Alice Cooper e Salvador Dalì
Alice Cooper e Salvador Dalì

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