Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Frank Zappa Vs Critics & Journalists – Part 2

200 Motels – Special Radio Spot commercial
200 Motels – Mystery Roach ⁄ Magic Fingers

“Non volevo un ricevimento per la stampa. Non volevo nessuno sul set di ‘200 Motels’. Era un obbligo contrattuale che avevamo con la United Artists”.
“Il livello del giornalismo pop nel Regno Unito sembra essere superiore a quello degli Stati Uniti, sebbene possa essere un’illusione, tuttavia, nessuno dei due va bene. Ci sono, ovviamente, eccezioni e sono sicuro che ci siano nel mondo alcuni bravi scrittori di rock and roll e, a voi pochi coraggiosi, vi saluto. Per il resto di voi ragazzi, spero che vi guadagniate da vivere!” disse Frank.
“I critici rock aiutano a vendere i dischi della qualità più bassa! Non passo ogni minuto di veglia a battermi il petto e dire ‘Sono stato frainteso’. Non mi importa”.
(Record Mirror, 10 aprile 1971)

“Ho smesso di leggere le recensioni circa due o tre anni fa perché è diventato disgustoso per me. Non ho alcun riguardo per la stampa pop americana e per alcuni aspetti della stampa pop britannica.
La cosa orribile è che vai a fare interviste con queste persone che sono tutte molto carine, poi leggi quello che scrivono e pensi: “Non l’ho mai detto, non l’ho mai pensato”. Non solo: quella persona mi dipinge come un mostro”.
Ho tirato fuori il vecchio Playboy, con l’articolo di Zubin Mehta…
“Sì, gliene ho parlato l’altro giorno. È un ottimo esempio di giornalismo pop. L’ultima parte di quell’articolo parlava di un assolo in quel concerto e lo scrittore, in un articolo che avrebbe dovuto avere una certa autorità, non riusciva neanche a distinguere tra un violoncello e un fagotto. Ed è tutto lì su Playboy, con milioni di lettori… Scioccante”.
(FZ, Sydney, 25 luglio 1973, da un’intervista pubblicata su On Dit)

Zappa non sopportava i critici perché pensavano di sapere di cosa trattasse la sua musica quando ovviamente (per lui) non lo sapevano.
“Devi conoscere quattro cose per capire la mia musica. Devi sapere molto sul rhythm ‘n’ blues. Devi avere una conoscenza pratica di tutta la musica d’arte occidentale negli ultimi 100 anni. Devi avere una conoscenza pratica completa di tutti i miei LP dal 1964. E devi aver visto uno dei miei spettacoli almeno una volta all’anno”.
(Toronto Observer, dicembre 1993)

I critici hanno problemi con Zappa, difficoltà a decidere se etichettarlo come il principe pagliaccio del rock, un musicista serio o un simulacro demoniaco.
Un giornalista di Rolling Stone ha dichiarato non molto tempo fa che Zappa non ha il talento per scrivere una melodia rock elementare come “Louie Louie”.
(Milwaukee Journal, 5 dicembre 1971)

Nessun aggettivo è stato tralasciato da scrittori e critici che hanno tentato di scoprire e venire a patti con il ruolo di Zappa nella cultura contemporanea.
È stato definito in mille modi, dall’anarchico all’art rocker, dal guru al genio, dall’idolo e ironico al brutto e strano.
La musica di Zappa, come lui, non è facilmente descrivibile.
Un giornalista della rivista Time alcuni anni fa, dopo aver assistito a un concerto dei Mothers, ha paragonato una delle canzoni di Zappa ad un “rumore come uno zoo che brucia”.
(The Event, dicembre 1981)

Ti piacciono le interviste?
“Beh, ne traggo il meglio: supponiamo che tu debba passare un pomeriggio a Londra, lo passeresti seduto a rispondere alle domande? È come andare al dipartimento di Polizia. Un sacco di persone vengono qui e iniziano a fare supposizioni su chi sei, cosa fai, come vivi, cosa vuoi. Devi sederti e difenderti per mezz’ora. Che razza di vita è?
(International Times, marzo 1977)

“Essere intervistati è una delle cose più anormali che puoi fare a qualcun altro. E’ un passaggio rimosso dall’Inquisizione“ (Frank Zappa).

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