Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Frank Zappa’s voice: characteristics, how much did he like to sing?

Bamboozled by love live con Frank Zappa alla voce solista (Halloween, Palladium NY 28 ottobre 1978). In questa occasione, Ike Willis lasciò la band del tour un paio di settimane prima degli spettacoli di Halloween al Palladium

In copertina: foto di Simon Lindgren (Stoccolma, 19 febbraio 1978)

Frank Zappa era la voce perfetta del cinismo, innanzitutto.
Era in grado di cantare come un uccello (piuttosto burbero), ma preferiva ascoltare altre voci nei suoi dischi.
Stretto tra i suoi iconici baffi e il pizzetto imperiale, le cose che uscivano dalla bocca di Frank Zappa erano comiche, incendiarie, perspicaci e melodiose. Era a suo agio nel dire quello che pensava e nel cantarlo. Tuttavia, come Jimi Hendrix, Zappa non amava particolarmente la sua voce, come può confermare Ike Willis. “Frank mi aveva detto che era stanco di essere il cantante principale. Non gli è mai piaciuto molto il suono della propria voce e desiderava avere un cantante solista indipendente” ha dichiarato Ike.
Zappa ha affermato più di una volta che, valutando soltanto le sue capacità vocali, non avrebbe superato l’audizione per unirsi alla sua band. Limitando la sua estensione al “talk-singing” e alla sua tecnica di “meltdown” semi-improvvisata (come si sente in The Dangerous Kitchen dall’album The Man From Utopia del 1982), Zappa mise da parte con autoironia il resto della sua opera vocale con le parole. “Per un po’ non sono riuscito a trovare nessuno che ricoprisse la posizione di cantante principale, quindi ho dovuto farlo da solo” disse.
I cantanti arruolati per aiutare ad elevare la musica di Zappa al di sopra dei suoi difetti percepiti non solo lo ispirarono a comporre melodie vocali più complesse, ma arrivarono anche a definire fasi specifiche della sua produzione registrata in virtù delle loro personalità e attitudini uniche.
“Ciò che determina il carattere di ogni album è chi c’è dentro” dichiarò Zappa in un’intervista del 1985 con Cerphe Colwell.
La frase “mettere le sopracciglia” è stata usata nelle band di Zappa per descrivere un mezzo per realizzare pienamente il potenziale di performance di una canzone. Questo, di solito (anche se non esclusivamente), si riferiva alla performance vocale.
Per Frank, mettere le sopracciglia significava “sentire e vivere la musica mentre la eseguivamo con tutte le parti memorizzate, facendo uso di mosse di danza aggiuntive organizzate, innescate da segni con le mani o il corpo di Zappa legati a quegli avvenimenti speciali” (Napoleon Murphy Brock).
I cantanti più carismatici che hanno contribuito a ‘mettere le sopracciglia’ sulla musica di FZ nel corso degli anni sono Napoleon Murphy Brock, Ray White, Ike Willis, George Duke, Flo & Eddie.
(Record Collector, Natale 2016)

Ti piace la tua voce?
“È stato davvero difficile per me iniziare a cantare. Ho avuto un grande complesso per molto tempo. Se provo a far cantare qualcun altro, anche se ha una voce migliore della mia, suona stupido con quelle parole perché non sa cosa intendo esprimere”. (The Hot Flash, maggio 1974)

“Odiavo davvero cantare… Dopo l’infortunio al collo subito al Rainbow di Londra qualche anno fa, è successo qualcosa alla mia voce. Non l’ha resa migliore ma ora non mi infastidisce così tanto cantare. Ero sempre imbarazzato per i miei piccoli gracidii pietosi nella cabina di registrazione, ma ho pensato che per ottenere le giuste inflessioni sul testo dovessi cantare io stesso oppure dimostrare per ore e ore a qualcun altro come esprimere le parole”. L’inflessione, per Zappa, è molto importante quando si considera il prodotto totale.
“Le parole stesse, su carta, hanno un certo peso ma quando le esprimi nel modo giusto puoi moltiplicarne il significato fino a farle diventare qualcosa di più grandioso di quanto non siano in realtà”.
(Circular, 10 dicembre 1973)
La caduta di 12 piedi dal palco del Rainbow, il 10 dicembre 1971, ha schiacciato la laringe di Zappa alterando la sua estensione vocale, rendendo la sua voce bassa e roca. L’incidente ha abbassato permanentemente la sua voce: da quel momento, la voce di Zappa rimase sottotono di un terzo per sempre.

“Ho sempre avuto un debole per le voci nasali alte. Molti dei gruppi heavy metal funzionerebbero di più se avessero voci nasali alte”.
(International Times, marzo 1977)

“Non sono in grado di suonare e cantare allo stesso tempo. Mi muovo molto sul palco tenendo il microfono per intrattenere il pubblico, alla gente piace. Con 4 chitarristi non ho nulla di cui preoccuparmi se non trasmettere le parole della canzone e comunicare con il pubblico, coinvolgerlo. Come unico chitarrista del gruppo non potrei”. (Record Review, aprile 1979)

“Sono un basso-baritono, ho un’estensione di ottava, non ho un’intonazione perfetta (con una precisione del 75-80%). E’ difficile per me imparare a cantare. Posso parlare in tono, Sprechstimme. Lo faccio da anni e l’ho imparato da John Lee Hooker, non da Arnold Schoenberg”. (American Eye, 23 ottobre 1974)

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