
Frank Zappa dal collo lungo, dalle spalle larghe e dalla corporatura snella si muove con grande sicurezza sulla stella lontana in cui abita. “Le persone – dice – vogliono raggiungere una stella lontana, ma devono affrontare la realtà che sono già lì“.
Molti pensano che la sua visione della vita a volte selvaggiamente originale, a volte bizzarra, sempre molto divertente (qui e altrove nell’universo) sia un po’ come quella di uno che cammina sul terreno infido di un pianeta ancora sconosciuto.
Zappa è molto attento alla precisione, si prende il suo tempo, pensa prima di parlare, un fatto che ho ricordato più tardi quando stava discutendo le sue idee apparentemente lontane dell’universo.
Ora Frank Zappa, sempre seduto così eretto che sembra ci sia una tavola legata alla sua schiena, guarda dritto negli occhi intensamente. Inizia a esporre idee che alcune persone pensano siano una gigantesca messa in scena. Sono un’ipotesi elaborata che lui (privo di basi scientifiche o matematiche) dettaglia con l’aria pacata di chi sente che un giorno potrà dimostrare quello che pensa. Ad ogni modo, la mancanza di prove probabilmente non gli impedirebbe di credere in ciò in cui crede.
(After Dark, febbraio 1972)