
“Who are the brain police?” denuncia una sorta di controllo delle coscienze: influenza le persone seppure si credano formalmente libere.
A detta di Zappa questo brano è stato composto in una specie di stato paranormale di trance, quasi sotto dettatura.
” Who Are the Brain Police? ” è un brano contenuto nell’album di debutto dei Mothers “Freak Out!”,
Zappa ha dichiarato che la canzone aveva un tema religioso, secondo una fonte (“Academy Zappa: Proceedings of the First International Conference of Esemplastic Zappology di Ben Watson).
Sulle note di copertina di Freak Out! Zappa, riferendosi a questa canzone, ha scritto:
“Alle cinque del mattino qualcuno continuava a cantarlo nella mia mente e me lo ha fatto scrivere. Devo ammettere di essermi spaventato quando finalmente l’ho suonato ad alta voce e ho cantato le parole”.
In un’intervista del 1988, Zappa aggiunse:
“Molte persone controllano il proprio cervello. Sono come cittadini soldati, per così dire. Ho visto persone che arrestano volentieri e cercano di punire il proprio cervello. E’ davvero triste. Questo è il policismo cerebrale del vigilante. Non è nemmeno ufficiale, è come autoimposto. … È difficile attribuirlo ad un’agenzia centrale, quando ti rendi conto che così tante persone sono disposte a farlo da sole. Voglio dire, le persone che vogliono diventare poliziotti del cervello dilettanti, il loro numero cresce ogni giorno – persone che dicono a se stesse: “Non potrei prenderlo in considerazione”, e poi si sculacciano anche solo per essere arrivate così lontano. Quindi, non c’è nemmeno bisogno di dare la colpa a un’agenzia di polizia cerebrale centrale. Ci sono un sacco di persone che si sottopongono volontariamente a questa automutilazione” (Interview by Bon Marshall, 22 ottobre 1988).
“Who Are the Brain Police?” è stata definita “una sfida diretta alle prime 40 radio” (The Words and Music of Frank Zappa di Kelly Fisher Lowe).
La canzone è stata anche citata dalla rivista Mojo (The Mojo Collection 4° edizione, 1° novembre 2007) come “una delle canzoni più spaventose mai emerse dalla psiche rock”. Confrontandola con Kafka, Mojo ha descritto la canzone come “una visione dell’America contemporanea in cui l’identità personale e l’individualità vengono cancellate”.