
Nel camerino di Massey Hall (Toronto), Frank si è seduto rilassandosi meglio che poteva, con le gambe distese ed appoggiate su una sedia.
Quando ti guarda, con aria assente, apparentemente amichevole con una leggera scintilla di interesse, i suoi occhi forti e intelligenti sembrano perforare i tuoi finché il suo sguardo sembra toccare l’interno del tuo cranio. La sua intelligenza è evidente. Ti spinge ad essere specifico, a porre domande ragionevolmente intriganti. Ascolta attentamente le tue domande e risponde se sente che non sei stato troppo vago.
“Faccio ricerca negli studi comportamentali dal 1955… La sto ancora facendo…” dice Zappa.
Legge i giornali in aereo, non va al cinema o a teatro, ascolta principalmente musica di compositori come Stravinsky e Honegger quando è a casa. Sembra straordinario che un uomo che si impegna molto poco nell’afferrare le forme d’arte attuali abbia una tale visione degli stili di vita del 20° secolo. Ascolta con forte percezione le persone con cui entra in contatto.
La prima volta che si rese conto della follia e dell’assurdità dei nostri tempi aveva “quindici anni, ma non mi ha colpito davvero fino ai diciotto anni”.
(Music Canada Quarterly, marzo 1974)