
“Gli psichiatri… Quei marci censurati. Quegli idioti! Quei codardi! Amico, quelli sono tua madre e tuo padre con un’uniforme diversa! Quei poveracci che si illudono. “Vado da questo analista.” (Ed è molto alla moda qui nel villaggio.) “Mi sono procurato questo analista, non si fa pagare molto, ascolta, può davvero aiutarti”. Nel frattempo questo stesso psichiatra è così aberrato che non lo sopporta. Hai mai provato ad ascoltare i problemi di tutti per così tante ore al giorno e cercare di uscirne indenne? È come lavorare in un reparto tubercolosi senza mascherina, amico. Quei ragazzi devono essere le persone più malate del mondo. Non c’è modo che possano evitarlo se ascoltano tutti quei casi ogni giorno”.
(IT, 13-26 marzo 1967)