
C’è o dovrebbe esserci una distinzione tra Rock e musica moderna?
“Gran parte del rock è ideato come prodotto ma, in fin dei conti, la maggior parte della musica moderna è a sua volta concepita come prodotto. C’è un’infelice similarità di termini sulle ragioni per cui la gente fa le due cose … Penso comunque che la musica Rock sia più prodotto”
E la tua?
“La mia musica è concepita per altri fini. Lo scopo è far divertire quella gente che non si diverte con quel tipo di prodotto ma con un tipo di stile”
Quale delle tue recenti esperienze musicali è stata la più significativa?
“I due anni in cui ho lavorato con la cosiddetta musica seria. Lavorare in quel mondo è stato significativo perché mi ha dimostrato che quel mondo è davvero malato, ecco perché voglio di nuovo suonare dal vivo”
Con tutti gli aggeggi elettronici di cui disponi e che sono a disposizione sul mercato, il tuo stile chitarristico cambia?
“No, perché ho avuto questi aggeggi per anni, ci sono abituato. Ci sono solo pochi suoni che mi interessa ottenere dalla chitarra. Alcuni li collegano a sintetizzatori ma non ho mai sentito niente di bello come risultato, quindi non mi intriga molto”
Come pensi che si dovrebbe ristrutturare il mondo degli affari discografici?
“So di certo che dovrebbe essere ristrutturato, ma non ho preparato nessun piano d’azione. Ora come ora, è piuttosto schifoso; ma poi bisogna considerare che gli affari, in generale, mancano di ogni tipo di integrità o scrupoli, per cui gli affari e la musica sono come gli affari e il petrolio o le scarpe … Sono tutti imbroglioni.”
Pensi che gli affaristi del mondo musicale hanno un genuino interesse per la musica o tutto ciò che vogliono sono i soldi?
“Se ne fregano. Non ho mai visto nessuno in una posizione dirigenziale che non se ne fregasse della musica. Tutti loro odiano la musica e peggio che mai odiano i musicisti. Che ti dicano l’opposto e che ti trattino bene ad una festa non vuole dire niente, in realtà ti odiano”
Visto che la gente non si affida al proprio gusto nel comprare un disco ma piuttosto al risultato della massiccia manipolazione promozionale radiofonica e televisiva, non pensi che varrebbe la pena di promuovere musica “migliore”, visto che tanto la gente la comprerebbe lo stesso?
“No, penso che la gente abbia diritto di ascoltare la musica che gradisce al di là della sua validità, ma il problema dei mass media è che esaltano l’ignoranza al massimo grado: l’unico simbolo indicante qualità oggi è il numero di copie vendute. Ma se sei davvero curioso di sapere dov’è la musica devi uscire e cercarla, devi sapere che ciò che senti alla radio è solo la parte emergente di un enorme iceberg, c’è moltissima altra roba a disposizione, ma solo certi negozi di dischi la tengono in catalogo e te la devi trovare per conto tuo. Ma la maggior parte della gente è troppo pigra per fare così, per cui se ne va tutto al diavolo”.

Progetti per una tournée in Italia?
“Se ne è discusso, ma il problema di una tournée in Italia è che non si può fare affidamento sui promotori. Ho vissuto esperienze antipatiche. Se potessimo trovare qualcuno che ci pagasse la somma dovuta a tempo dovuto, allora sì, in Italia ci verremmo, perché suonare in Italia mi piace più che in ogni altro paese al mondo. Il problema sta proprio nella scarsa affidabilità degli organizzatori, il che non è poco. Comunque vedrò se si può concludere qualcosa”.
(estratto da un’intervista pubblicata su Tuttifrutti vol. 3 n. 21 – luglio 1984)