
“Al posto degli strumenti dal suono morbido a cui sono abituati gli ascoltatori più anziani, ora abbiamo chitarre dure e dai toni sfocati, amplificatori rumorosi, cantanti urlanti – spiega Zappa – Il rumore rilascia parte della frustrazione che i ragazzi hanno dentro di loro.
Stiamo entrando nella rinascita dell’era delle big band. Quello che la gente vuole ora è un suono diverso. Nei concerti la gente è seduta, senza spazio per ballare, quindi si tende a gruppi più grandi che suonano canzoni più lunghe, musica migliore, che improvvisano.
La rivoluzione della droga e della televisione rendono gli americani guardoni passivi che si siedono e si godono lo spettacolo che viene loro offerto.
Gran parte della nostra musica si basa su principi classici. Le nostre canzoni lanciano un messaggio: l’assurdità della società contemporanea, l’ipocrisia, l’ingiustizia, la disperazione.
Stiamo cercando di incoraggiare gli ascoltatori a fare qualcosa, a prendere l’iniziativa laddove i loro genitori risultano inadeguati.
Quando parlo ai ragazzi, dico loro di non bruciare e non distruggere, ma di diventare avvocati, insegnanti, medici, di fare tutto quello che hanno fatto i loro genitori ma di farlo meglio. Non c’è dialogo tra adulti e ragazzi e, invece, dovrebbe esserci. Sarebbe meglio iniziare a casa”.
(The Sunday Press, 8 giugno 1969)