
“Non ci sono libri di testo che possano aiutarti. Non è facile capire come si ottiene quel suono: il suono che hai nella testa. Guardi una stanza piena di apparecchiature e devi sapere cosa collegare per produrre un suono”.
Per ottenere il “suono particolare” che sta cercando ora, Zappa, l’ingegnere Bob Stone e Bob Rice trascorrono ore a registrare campioni di strumenti reali in studio. Questi campioni vengono tagliati e conservati nella memoria del Synclavier. Ma per Zappa i pezzi di Synclavier non sono canzoni.
“Non penso a ciò che sto facendo sul Synclavier come canzoni. Li considero oggetti. Non li concepisco come canzoni: sono piccole composizioni. La più lunga che ho fatto è di 22 minuti, mediamente durano 5-7 minuti: un po’ più lunghe di una canzone e più corte di una sinfonia. Le affronto in modo completamente diverso rispetto alla scrittura di una canzone rock & roll. Il rock & roll è solitamente un mezzo generato dai testi”.
L’approccio di Zappa ai suoi “oggetti” Synclavier è a forma libera come consente il sistema. Non esiste uno schema prestabilito per la selezione dei campioni, nessun ordine cronologico per la creazione di una canzone: quando arriva il momento di pensare alle tracce, la musica va dove lo porta il suo capriccio.
“Dipende dal tipo di pezzo su cui stiamo lavorando. Puoi iniziare dalla fine, dal centro, dall’inizio, dal bordo. Puoi inserire un’idea. Potrebbe essere la prima cosa che inserisci, ma la sua posizione nel pezzo può essere adattata in qualsiasi momento”.
“E’ fantastico lavorare di notte; il telefono squilla troppo durante il giorno. Sono totalmente felice di non vedere mai il sole”.
(Music & Sound Output, marzo 1987)