
Frank Zappa ha scelto lo stile che meglio gli ha permesso di raggiungere i suoi obiettivi. La sua musica è volutamente dissonante, i suoni sconvolgenti, quasi insopportabili, i ritmi esasperanti (in certe composizioni si alternano misure di 8/8, 9/8, 4/4, 4/8, 5/8 e 6/8!). Utilizza anche collage, nastri inversi, voci fuori campo e altre ricerche sonore. A volte il canto assume un certo aspetto teatrale sul palco.
Tutto questo ha un solo obiettivo: impedire all’ascoltatore di lasciarsi cullare da belle armonie, farlo uscire a tutti i costi dal suo torpore, renderlo consapevole dell’assurdità del mondo.
Zappa è un logico e gli piacciono le persone come lui. Tuttavia, nulla è più divertente per lui dell’illogico e del bizzarro.
Zappa ci ha parlato della decristallizzazione della società in cui vivevamo; la sua soluzione sta nel fascino magico di parole come “Muffin” e “Pumpkin”. Sarebbero secondo Zappa la chiave della saggezza. Infatti il simbolismo è evidente nei testi di Zappa che ricordano ad esempio quelli di Artaud.
(Extra, febbraio 1971)