
Abbiamo sentito parlare più di una volta della tua candidatura alla presidenza negli Stati Uniti. Ma, supponendo che tu fossi eletto, saresti stato coinvolto in questioni estranee all’esperienza di un artista. Il problema della droga per esempio…
“Hai due possibilità: o tieni la bocca chiusa e ti accontenti di un’amministrazione corrotta, oppure fai tutto quello che puoi. Certe cose devono cambiare, certe mentalità stupide devono sparire. Per quanto riguarda la droga, penso che dovrebbe essere messa sotto controllo. In alcuni Stati – Kansas, per esempio – l’alcol può essere acquistato solo nei punti vendita controllati dal governo. L’unico modo per porre fine ai profitti realizzati dai baroni della droga è abbassare il prezzo, rendendo la sua circolazione vigilata dallo Stato.
È sempre il consumatore che viene punito, noi abbiamo le carceri più affollate tra i paesi industrializzati. Ora, il problema è che questi baroni corrompono il governo che, di conseguenza, rinuncia a fare qualsiasi sforzo per cambiare le leggi. È uno sporco affare, lo so, ed è per questo che mi preoccupa”.
Non sarebbe più facile, più opportuno, se ti occupassi di qualcosa che ha a che fare con la cultura?
“Qui non esiste un ministero della Cultura. Sai perché? Non c’è cultura. Ci sono due parole che qui non si possono usare. A dire il vero ce ne sono sette vietate in radio: merda, piscio, cazzo, ecc., ma due di queste parole non puoi usarle da nessuna parte: cultura e intellettuale. Se parli di sostegno alla cosiddetta cultura, la destra è subito alle tue spalle. Qui, invece, un intellettuale è un brutto pelato sessuofobo: posso dire di essere un intellettuale, ma il modello base che gli USA richiedono è quello del povero bastardo, è così, altrimenti la vera America è quella del ciccione che tracanna birra”.
(“Talking with Frank” by Fabio Massari, Los Angeles/Sao Paulo, 1991)