
Potresti scegliere uno dei tuoi dischi per ogni decennio? Qualcosa che riassume il tuo lavoro in ciascuno di questi periodi?
“Freak Out! è stato un grande album degli anni Sessanta e rimane attuale. L’idea era quella di mostrare una visione diversa della cultura americana. Se lo ascolti oggi, vedi che non è cambiato molto. Quello degli anni Settanta è stato un buon decennio per me, ho fatto dei bei dischi come Joe’s Garage. Per gli anni Ottanta, non ho dubbi: Thing Fish è il più strano della mia carriera”.
Ha qualche importanza per te il fatto che tu non sia stato quasi mai menzionato nelle liste dei migliori chitarristi?
“Perché avrei dovuto essere in lista? Non credo di aver contribuito a niente, almeno non al rock. L’importante nel rock è quanto sei veloce. Non mi piacciono le competizioni, non ho né l’età né l’energia per preoccuparmi di questo genere di cose. Sono ben consapevole dei miei limiti…”.
(“Talking with Frank” by Fabio Massari, Los Angeles/Sao Paulo, 1991)