Holiday in Berlin, NYC, Central Park, 3 agosto 1968
Frank Zappa – lead guitar, lead vocals, band leader
Ray Collins – vocals
Ian Underwood – woodwinds, keyboards
Bunk Gardner – woodwinds
Motorhead Sherwood – baritone saxophone
Don Preston – keyboards
Roy Estrada – bass, vocals
Jimmy Carl Black – drums, vocals
Art Tripp – drums, percussion
Come è nato il titolo della canzone “Holiday In Berlin”?
“Holiday in Berlin si riferisce ad una rivolta che abbiamo avuto allo Sport Palast di Berlino nel 1968”.
Una rivolta causata dal tuo concerto?
“No, causata dall’SDS. Durante il sound check nel pomeriggio un gruppo di studenti ribelli è venuto e ha detto che volevano parlare con me. Li ho ascoltati e hanno detto: “Ci saranno 8000 persone qui stasera, che non hanno mai manifestato prima. Vogliamo che tu dica loro di venire con noi”. Ho detto: “Davvero, dove state andando?”. Hanno risposto con voce misteriosa: “È una notte fredda”. E io: “Avete intenzione di scaldarla eh?”. Il tipo fa: “Stiamo per appiccare un incendio”. “Dove?”. “Dietro l’angolo”.
Sai cosa c’era dietro l’angolo? Il quartier generale del comando della NATO. Volevano che dicessi al pubblico di andare con loro ad appiccare il fuoco.
Così quella notte 200 di loro sono tornati: avevano barattoli di vernice, bombe, striscioni, hanno rovinato il fottuto spettacolo. E c’erano dai 20 ai 30 poliziotti tedeschi che si rifiutavano persino di mostrarsi durante questa manifestazione e abbiamo dovuto suonare per due ore: due segmenti di un’ora con un intervallo. Quindi durante lo spettacolo questi ragazzi stavano facendo del loro meglio per creare caos. Durante il nostro intervallo, siamo andati nel backstage e loro hanno pensato di averci cacciati via. Sono saliti sul palco: avevano tronchesi, tagliavano i fili di un mucchio di apparecchiature. È stato piuttosto odioso e li abbiamo sorpresi; siamo tornati e abbiamo suonato la seconda metà dello spettacolo. Erano così storditi che non fiatavano. I nostri roadie hanno rimesso insieme le cose e abbiamo continuato a suonare. Verso la fine dello spettacolo hanno pensato che questa fosse la loro ultima possibilità per convincere il pubblico ad andare con loro, quindi il leader studentesco salta sul palco, prende il microfono e inizia a blaterare in tedesco. Per impedirgli di fare quello che stava per fare, ho dato istruzioni a Don Preston di mettere il nostro organo elettronico in un tono fuzz e di mettere entrambe le braccia sulla tastiera. Sai come suona? E’ un brutto fottuto suono.
Nel frattempo la nostra squadra di strada trasportava gli strumenti fuori dal palco uno alla volta. Ho fatto sentire la mia chitarra, eravamo solo io e Preston a fare brutti rumori e questo ragazzo urlava. Alla fine, abbiamo entrambi scollegato i nostri strumenti lasciandolo lì a blaterare. Quella era “Vacanza a Berlino”.
“In Germania, quando uscì Absolutely Free nel 1967, la gente in qualche modo pensava che io fossi un artista antiamericano. Visto che criticavo la società americana, i tedeschi pensavano: “Das ist gut!”. Succedeva nei giorni dell’SDS. Ho spiegato a questi ragazzi che sono americano al 100%. Penso che l’America sia il posto più bello che esista. Non è così favoloso in questo momento, la gente ha problemi emotivi e psicologici, ma non vivrei da nessun’altra parte”.
(Option, marzo-aprile 1987)
“Allo Sportplatz di Berlino ci fu una rivolta dopo lo spettacolo. Lanciarono uova, pere acerbe, vernice, oggetti di metallo e perfino un pezzo della balconata. Zappa diede ai membri del gruppo delle medaglie per essere sopravvissuti a quell’incidente”.
(Classic Rock, luglio 2015)