
Zappa è pienamente consapevole della gioia, dell’ostilità e della catarsi emotiva scatenate da un concerto rock dal vivo. Sa bene come un’esplosione elettronica possa registrarsi nel sistema nervoso centrale dell’ascoltatore, inviando la sua corrente direttamente al cervello e prendendo il controllo dei muscoli volontari. L’ascoltatore abbandona le sue strutture critiche e si sottomette alla musica. Il rock può essere totalitario in misura esplosiva.
I critici hanno problemi con Zappa, difficoltà a decidere se etichettarlo come il principe pagliaccio del rock, un musicista serio o un simulacro demoniaco.
Un giornalista di Rolling Stone ha dichiarato non molto tempo fa che Zappa non ha il talento per scrivere una melodia rock elementare come “Louie Louie”.
(Milwaukee Journal, 5 dicembre 1971)