
In una biografia pubblicata di recente, il veterano senatore americano Slade Gordon si vanta di come abbia ‘affrontato’ Frank Zappa all’udienza del Congresso del 1985 sul “porno rock”, dicendo a Zappa che avrebbe potuto essere disprezzato dal Congresso per il suo atteggiamento provocatorio.
“Vai avanti: ti disprezzo già” è stata la risposta provocatoria di Zappa.
E’ questo il fuoco nello stomaco che anima la musica di Zappa. Il ringhio feroce, sempre in agguato nel tono stesso della sua chitarra, aspetta solo di avventarsi sul minimo sospetto di ipocrisia, verbale o sonora, offrendo una forte tensione che infonde ogni momento della sua musica.
Il disprezzo potrebbe non essere la qualità distintiva del lavoro di Zappa, ma è un ingrediente essenziale.
E’ una delle menti più brillanti della sua generazione; la sua bruciante intelligenza è eguagliata solo da una capacità di compassione che trasuda da tutti i pori – se hai le orecchie per ascoltarlo. Ascolta, ad esempio, “St Etienne” o “Ancient Armaments”. È questa combinazione di intelligenza e compassione la fonte del disprezzo.
(estratto dall’articolo “Hats off to Dweezil? di Jim Beugh, The Rondo Hatton Report vol IX, 21 dicembre 2011)