Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Kent Nagano meets Frank Zappa (part 3): London Symphony Orchestra (1983) + interview

Pedro’s Dowry · Frank Zappa · London Symphony Orchestra (1987)
Newsnight BBC2 – concerto della LSO al Barbican Center (10 gennaio 1983) intervista a Frank Zappa e Kent Nagano

Kent Nagano continua risolutamente a programmare musica di compositori contemporanei; considera il divario crescente tra i compositori “moderni” e il loro pubblico come una situazione potenzialmente distruttiva. Ritiene che “un artista ha un lavoro da svolgere all’interno di una cultura, il che non vuol dire che un compositore debba scrivere ciò che il pubblico vuole già sentire. Ha il compito di guidare, di mostrare al pubblico una direzione”.

Fra tanti impegni come assistente direttore della Oakland Symphony, direttore musicale della Berkeley Symphony e della Oakland Youth Orchestra e direttore della Oakland Ballet Orchestra, Kent Nagano ha trovato il tempo e il modo per andare in Inghilterra e dirigere la London Symphony Orchestra per un’opera di Frank Zappa.
Ecco come ha commentato l’esperienza.
“Uno dei miei grandi interessi è la nuova musica, non una nuova musica qualsiasi ma di qualità sufficiente per entrare nel repertorio tradizionale. Non mi interessa affatto la musica sperimentale o la musica d’avanguardia; sono interessato alla nuova musica che ha già risolto i bug ed è una forma d’arte altamente raffinata. Quando ho saputo che Frank Zappa era stato incaricato di scrivere alcuni pezzi per Pierre Boulez, ero davvero curioso perché il fatto che Boulez chieda di scrivere un pezzo per il suo ensemble è uno dei più grandi onori che un compositore possa ricevere.
Così ho contattato la direzione di Frank e l’ho incontrato nel backstage quando ha suonato al Berkeley Community Theatre, verso la fine del 1981. Mi ha mostrato una partitura e ha detto: “Questo è ciò che faccio”. Mi sono seduto lì e l’ho guardato, era semplicemente incredibile, roba molto sofisticata. Dovevo portare a casa la partitura e provarla al pianoforte. Zappa me l’ha consegnata per studiarla e mi ci è voluto molto tempo per farlo. Considerate che io sono uno di quegli idioti eruditi eccessivamente istruiti con un background teorico pesante. Io che esamino circa 50-60 nuove partiture all’anno, ero eccitato davanti ad una partitura così finemente realizzata. Ho chiamato Frank e gli ho spiegato che mi sarebbe piaciuto eseguire il pezzo. La sua risposta, che mi ha un po’ sbalordito, è stata: “Cosa ti fa pensare di poter suonare il pezzo?”.
Comunque, Frank mi ha chiamato invitandomi ad andare a Londra.
Il più grande ostacolo nell’accedere alla musica di Frank è il fatto che richiede una tecnica che normalmente non è richiesta al musicista sinfonico medio. Questo non vuol dire che non si possa suonare, ma la tecnica coinvolta è molto in anticipo sui tempi; i musicisti orchestrali avranno quella tecnica 30 anni dopo.
La composizione stessa utilizza elementi molto conservativi, in termini di costrutti di base che concorrono alla costruzione del pezzo. La forma è identificabile e ripercorre la storia della musica; non c’è niente di così radicale nelle armonie, il particolare stile che ha inventato usa la scala a 12 toni. Il metro a volte è molto sofisticato, ma in gran parte non c’è niente di veramente nuovo per i musicisti sinfonici. Ciò che è nuovo per loro – che considero pionieristico nella scrittura sinfonica – è l’uso di quelli che vengono chiamati ritmi “irrazionali”. Un esempio potrebbe essere 7 contro 6, 8 contro 3, 17 contro 2, 9 contro 2. Sono una parte molto comune del linguaggio di Frank. Quando hai forse 32 persone che suonano lo stesso ritmo all’unisono, devi sederti lì e capire come farlo con precisione.
Sono molto impegnato come sostenitore della nuova musica nella letteratura orchestrale di Frank, a causa dell’altissima qualità delle tecniche con cui sono state scritte le partiture. Non c’è virtuosismo o effetto fine a se stesso. Non è fusion, è una scrittura sinfonica totalmente senza compromessi, scritta all’interno di quella tradizione. In essa sono incorporate così tante dimensioni che, ogni volta che torni indietro e lavori su un pezzo, noti un nuovo livello di profondità che prima non eri in grado di vedere (è un aspetto delle grandi opere). Ogni volta che ascolti il Jupiter di Mozart, se sei una persona perspicace e sensibile, senti qualcosa che non avevi sentito prima. Un altro aspetto delle grandi opere d’arte è che le persone a qualsiasi livello di sofisticatezza possono ascoltarlo e relazionarsi con esso ad un certo livello; da una persona che conosce solo la musica rock e il baseball ad un cretino eccessivamente istruito, scolastico ed erudito, chiunque può essere coinvolto in qualche modo. La musica di Frank supera queste due prove”.
(Nagano On Conducting Zappa by Dan Forte, Mix, giugno 1983)

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