
La cassetta della posta di Frank Zappa non ha nome né numero. Jim Nagel, l’addetto stampa di Frank, ci ha spiegato come riconoscerla. Abbiamo premuto il pulsantino accanto al citofono e abbiamo chiesto se eravamo nel posto giusto… Sì, eravamo nel posto giusto.
Si è presentata una donna, Elisabetta, che ci ha condotto in studio in attesa di Zappa. Frank è arrivato e ci ha portato in una specie di soggiorno buio dove era presente un pianoforte, TV e tonnellate di targhe che le persone hanno inviato a Frank con “F ZAPPA”, “ZAPPA”, “HOT ZITS”, ecc. È qui che Frank guarda le tante notizie ed è qui che abbiamo parlato con lui.
Hai mai pensato di candidarti per una carica pubblica?
“Sì, sono stato contattato dal Partito Libertario. Sono venuti qui e volevano che mi candidassi alla presidenza con il loro biglietto. Ho risposto: “Beh, mostrami qual è la tua piattaforma e se mi piace, la prenderò in considerazione”. Dall’Oklahoma un certo Norman è volato fin qui ed abbiamo avuto una riunione di 5 ore proprio in questa stanza. E’ successo circa 3 mesi fa, poco prima della loro convention. Ho studiato la loro piattaforma: alcune cose mi piacevano, altre no. Ho detto: “Non posso sostenere la tua piattaforma perché alcune cose sono sbagliate o stupide”. Il ragazzo ha risposto che difficilmente mi avrebbero accettato se non avessi condiviso tutto il loro programma. Ho concluso: “Beh, non sono il tuo robot. Grazie mille. Arrivederci”.
Cosa fai oltre ad occuparti di musica e politica?
“Guardo il telegiornale, una quantità di notizie che è probabilmente è 5 volte di più rispetto alla media di persone della mia età. Seguo diversi canali, sfoglio le notizie e provo a leggere tra le righe”.
(Buzz, febbraio 1988)