Frank Zappa's mustache - Music is the Best

ROCK ‘N’ ROLLING STONES: xenochrony with music by Frank Zappa & Rolling Stones

Xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa e Rolling Stones

Tra le tante citazioni musicali di Frank Zappa, una delle più note si trova nel brano Hungry Freaks, Daddy (Freak Out!, Verve / MGM, 1966).

Hungry Freaks, Daddy è un richiamo esplicito, ironico e caricaturale al brano “I can’t get no satisfaction” dei Rolling Stones.

“Mi piacevano i Rolling Stones”… Una volta, Mick Jagger mi ha tolto una scheggia dall’alluce. E’ venuto a casa mia, saltellavo a causa di questa scheggia e l’ha tirata fuori… Mi è piaciuto il suo atteggiamento e quello degli Stones. Alla fine, però, la musica veniva fatta perché era un prodotto. Era musica pop creata perché c’era una casa discografica in attesa di dischi”. (FZ, Playboy aprile 1993)

“Stavo uscendo incespicando dallo studio ed ho sbattuto l’alluce su un pezzo di legno o qualcosa del genere. Mick Jagger mi ha tolto la scheggia dal dito del piede. E’ stata quella la prima volta che l’ho incontrato”
(FZ, The Rock Report, luglio 1989) 

Gail ricordò che Frank Zappa si era preso una scheggia nel piede dopo aver camminato a piedi nudi sui pavimenti in legno molto rustici della baita. “Mick Jagger si è messo a quattro zampe ed ha afferrato il piede di Frank per vedere che tipo di aiuto poteva offrirgli. Frank ne è rimasto davvero sorpreso: è stato molto genuino e molto spontaneo”.

Pare che Frank Zappa una volta cacciò Mick Jagger e Marianne Faithful dalla sua casa di tronchi alla fine degli anni ’60 perché erano troppo “ubriachi”.

Il fatto che Zappa fosse notoriamente contrario alla droga ha dato credito a questa storia, ma secondo sua moglie Gail la vera storia è molto più insipida ma anche più carina.

“Quello che ricordo – raccontò Gail – è che Mick Jagger venne con Marianne Faithful. Lei volle dimostrare la sua abilità con il tamburello. Dopo qualche minuto, Marianne scostò i vestiti per mostrare i lividi che il tamburello le aveva causato sul sedere e sul fianco. Fu molto emozionante”. (tratto dal libro “Laurel Canyon: The Inside Story)

Il 12 luglio 1968, all’una di notte, Mick Jagger invitò Frank e Gail Zappa nello studio di registrazione dove lui e Keith Richard stavano mixando i brani del loro album, Beggars Banquet. (Pauline Butcher Bird)

Nel 1980, durante un’intervista per la BBC Radio 1, Frank Zappa ha stilato una speciale classifica delle sue 30 canzoni preferite spaziando dal rock all’heavy metal, dal pop al post punk ed alla musica classica.

Al 24° posto compare ‘Paint It Black’ dei Rolling Stones.

Frank Zappa definisce il brano “Paint It Black” dei Rolling Stones un capolavoro assoluto.

Gli arrangiamenti dalle sfumature orientali degli Stones conferiscono alla registrazione un’atmosfera decisamente psichedelica.

Utilizzano strumentazione indiana, alle Fiji gli Stones iniziarono a suonare il sitar.

Zappa ha sottolineato il ruolo di Brian Jones, il carismatico chitarrista del gruppo, nella realizzazione del disco. Secondo lui, Brian Jones è nato per suonare il sitar.

(Far Out Magazine)

“Gli Stones sono ancora il miglior sound in Inghilterra. Ho appena ricevuto una copia di “Beggar’s Banquet”, ma il mio album preferito è “Between The Buttons”. Lo considero superiore a “Sgt. Peppers” dei Beatles. Diverse star vanno in giro con le loro Rolls Royce, ma puoi immaginare Jagger seduto in una di quelle auto mentre si toglie le scarpe o si stuzzica il naso e lo pulisce sulla tappezzeria?”

(FZ, Record Mirror, 7 giugno 1969)

L’album dei Rolling Stones preferito da Zappa è Between The Buttons (la versione americana). “Non mi piace molto la versione inglese perché contiene una serie di brani completamente diversi. Rappresenta un pezzo importante di commento sociale del momento. Ricordo di aver visto Brian Jones molto ubriaco allo Speakeasy una notte e di avergli detto che mi piaceva e che lo ritenevo superiore a Sergeant Pepper… dopodiché ruttò discretamente e si voltò”. (FZ, Let It Rock, giugno 1975)

Zappa: “I Rolling Stones erano funky. Non era necessariamente un blues dal suono colorato, ma era davvero funky”.

Intervistatore: “Sì, il funk della classe operaia britannica”.

Zappa: “E questo valeva, tranne quando cercavano di esagerare con Chuck Berry”.

(tratto dall’intervista di Frank Kofsky a FZ, 1969)

“In genere, mi piacevano di più i Rolling Stones che i Beatles in quel periodo perché erano più coinvolti nel blues.” (FZ, The SongTalk Interview, 1994, vol. 4, numero 1).

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