
Zappa tentò una sintesi stilistica e formale mai osata prima nel rock. Tra le sue prime innovazioni spiccano quelle metrico-ritmiche. Il doppio album d’esordio, Freak Out! conteneva numerosi episodi musicali senza precedenti. Who Are the Brain Police è fondamentalmente in tempo ternario e ha una complessa struttura politematica con numerosi stacchi ritmici e sospensioni del tempo e una parte centrale in 4/4 piena di effetti. How Could I Be Such a Fool in 6/8 contiene spostamenti di accento. Help I’m Rock in ¾ era una sorta di avanguardistico tormentone su un pedale ostinato e sincopato di basso: includeva, oltre ad un assolo di batteria, una sezione improvvisata in studio. It Can’t Happen Here era a cappella ma tra il free e il parodistico, unica nella storia del rock’n’roll. Gli aspetti più follemente percussivi erano destinati, però, a The Return of the Son of Monster Magnet. Allargò il gruppo a due batterie. In tutto il disco di Absolutely Free predominano repentini cambiamenti di tempo, ritmo, stili e atmosfere. In America Drinks, ad esempio, si alternano tempi in 4/4 e 9/8.
Zappa teneva a sottolineare le influenze varesiane del disco Lumpy Gravy dove gran parte degli accordi è costruita su settime maggiori e none minori.
In We’re Only In It for the Money, sono frequenti i cambiamenti di tempo e di ritmo e costante è la ricerca di un’economia produttiva tra i due batteristi. Va oltre la parodia beatlesiana. Il canto è quasi sempre doppiato (all’unisono o in contrappunto) da strumenti, le strutture sono multitematiche, frequenti i cambiamenti di tempo e ritmo. Moltissimi brani sono, in tutto o in parte, su tempi dispari. The Chrome Plated Megaphone of Destiny elabora una percussività basata su un’apparecchiatura appositamente costruita.
“I rumori di tipo percussivo, quella cosa che suona come piccoli schizzi ed esplosioni, fu fatta usando una piccola scatola con tre bottoni che costruimmo in uno studio e chiamammo Apostolic Blurch Injector (una piccola scatola con tre pulsanti costruita da Dick Kunc). L’input alla scatola poteva essere qualsiasi sorgente sonora, esasperata fino ad una massiccia distorsione a onda quadra”.
Il 6/8 del tema principale di King Kong che divenne poi un classico standard del jazz-rock, veniva periodicamente spezzato dalle improvvisazioni free dei fiati di Bunk Gardner, da sezioni a stacchi asimmetrici, da break che portavano a episodi funky o a strane miscele ritmiche di timpani, tamburelli e piatti swinganti, da improvvise rullate di timpani e gong, dall’uso del wah-wah applicato non solo alla chitarra ma anche ai fiati e alle tastiere, preconizzando sia l’apertura formale che il sound dei caratteristici insiemi dei gruppi di Miles Davis di cinque anni dopo.
Ecco la spiegazione dei suoi procedimenti ritmici, illustrati dallo stesso Zappa, a beneficio del pubblico, all’inizio di un concerto:
“Per un certo numero di battute, andremo avanti in 4/4, poi d’improvviso inseriremo tre battute di 17/8 e una di 22/8, il tutto lo eseguiremo con tale velocità e così legato che nessuno dovrà capire in che razza di tempo ci troviamo, nemmeno noi”.
Per realizzare questi tour de force, il gruppo provava moltissimo, otto ore al giorno per 4-5 giorni a settimana, ma Zappa non era mai soddisfatto, voleva di più.
(tratto da libro Frank Zappa Domani di Gianfranco Salvatore)