Aynsley Dunbar ha dichiarato: “Frank Zappa è un batterista. Nella sua musica, l’aspetto percussivo ha sempre ricevuto le sue massime attenzioni: ci ha sempre lavorato sopra. Non si può ascoltarla senza notare che la percussività impazza ovunque”.
Dunbar ha rivelato anche come veniva preparato il repertorio del gruppo:
“Frank faceva provare la band in un modo unico: prima, le parti più difficili senza dare nessuna indicazione di cosa si trattasse. Impostava sedici battute di una certa sezione, poi si fermava e passava a qualcos’altro. Alla fine, quando tutti conoscevano queste parti, cominciava ad aggiungere piccoli dettagli e tutto d’un tratto si aveva un’intera serie di canzoni e ciascuno capiva come funzionavano. Ci diceva quale doveva essere il tempo, dava al gruppo degli spartiti con gli accordi o le melodie e io ne ricavavo quello che dovevo suonare, in modo da percepire la melodia. Gli piacevano le esecuzioni suonate ‘con fuoco’ “.
(tratto da libro Frank Zappa Domani di Gianfranco Salvatore)
“Frank aveva una gamba rotta. Era stato spinto fuori dal palco circa sei mesi prima ed era seduto su una sedia a rotelle. Suonava la chitarra, si sedeva e scriveva composizioni complesse. Avevamo gli spartiti per le aperture, dovevamo improvvisare da lì in poi, quindi suonavamo i brani in base agli spunti che Frank dava puntando il dito. Frank mi diede un assolo di batteria su un pezzo e, quando si concludeva, io suonavo solo una parte di grancassa. A quei tempi avevo solo una grancassa. Quando Frank tornò con il prodotto finito, aveva aggiunto una fanfara di tromba su quella grancassa. Scrisse quella parte in base al feeling della grancassa, che avevo suonato tra un feeling dritto e uno terzinato. Cambiò semplicemente il tutto per adattarlo al pattern della grancassa.
Suonare con Frank è stato il periodo più straordinario della mia vita. Era uno di quei ragazzi che ti portavano ad un altro livello. Era l’unico che suonava diverse misure di tempo in quel modo. Io suonavo già cambi di tempo; avevo iniziato a farlo con le mie band molti anni prima. Ho fatto “Take Five” con The Mojos come mio assolo di batteria nel 1964.
Frank mi trovò mentre mi esibivo ad un festival discografico a Bruxelles. Un produttore televisivo francese che mi conosceva afferrò Frank e lo portò sul palco mentre suonavo. Suonammo due canzoni insieme, dopo di che ci sedemmo in macchina e lui mi raccontò del suo arrivo in America. La cosa successiva che seppi fu che era a Londra in uno dei grandi club frequentati da tutti; fu allora che mi offrì un lavoro. Era il febbraio del 1970. Mi trasferii a quel punto e rimasi con Frank per tre anni. Suonai in Chunga’s Revenge, Fillmore East: June 1971, 200 Motels, Just Another Band From LA, Waka/Jawaka, The Grand Wazoo e Apostrophe’”.
Intro
Arby’s comming up / new band members
Roy Estrada / goonieness
Lather / FM format / Brecker Brothers / Don Pardo
Captain Beefheart / current tour / producing
Band members reasons for leaving / Aynsley Dunbar
The mastering process / surreal parade goes by
New band waiting for their own folklore
Blondie / punk / MC5 / highlights of the upcoming concert
Frank Zappa jamming with The Aynsley Dunbar Retaliation, Amougies Festival, Belgium, 24 ottobre 1969
“Penso che Frank sarà sempre ricordato come brillante e completamente in anticipo sui tempi. Frank non è mai arrivato all’altezza di dove avrebbe dovuto essere perché ha sempre intentato causa contro le case discografiche e loro lo odiano. Una volta che fai loro causa, non vogliono conoscerti e tutte le grandi aziende lavorano insieme. Se una decide che non vuole avere a che fare con te il messaggio arriva anche alle altre. Ecco perché lui e sua moglie Gail hanno fondato la sua etichetta”.
(Aynsley Dunbar, The Aquarian Weekly, 25 ottobre – 1 novembre 1995)
Come sei arrivato a suonare con Aynsley Dunbar?
Ci siamo incontrati al Festival di Amougies in Belgio. Era con la sua band, Blue Whale. Abbiamo fatto una piccola jam ed è andata piuttosto bene. Poi ci siamo lasciati: due o tre mesi dopo, l’ho incontrato in Inghilterra e gli ho detto “vuoi suonare? “. Ha subito accettato. Comunque, penso che fosse stufo della Blue Whale. Aveva problemi con gli ottoni, o qualcosa del genere… Aynsley ha sempre suonato come se fosse stato uno dei Mothers. Non per niente gli ho chiesto di suonare con noi. Gli ci sono voluti un paio di mesi per capire davvero cosa significasse la nostra musica e ora è totalmente coinvolto.
(Best, febbraio 1971)
“Ogni membro del gruppo inizierà inconsciamente a interpretare un ruolo: un cattivo, un burlone, un eroe, un Romeo. Tutti gli stereotipi, ma le personalità andranno in quelle direzioni e le leggende inizieranno a formarsi.
Con i Mothers Aynsley Dunbar di solito assume il ruolo di Romeo o di un cattivo, anche se non entrambi contemporaneamente”. (Frank Zappa, Sounds, 7 novembre 1970)
Riflettendo su una formazione composta da Jeff Simmons (basso), George Duke (tastiere, trombone), Ian Underwood (sax, organo), Aynsley Dunbar (batteria) e, più tardi, Don Preston (tastiere), Volman ha detto: “In moltissime interviste, Frank ha ammesso che era il gruppo più eccitante che avesse mai avuto, perché ognuno era stato a sua volta leader del proprio gruppo. È stato fantastico. Frank alla chitarra e Aynsley alla batteria hanno creato questo stile di improvvisazione, come con George e Ian. Ian ha acquisito un vero sapore classico e George ha portato una ventata jazz. Poi, Don Preston ha aggiunto un’altra influenza jazz”.
(Goldmine, 29 novembre 2002)
A causa delle recenti rivolte studentesche per le strade di Parigi, il Paris Actuelle Music Festival si è svolto in un campo fangoso vicino alla città belga di Amougies, in una giornata molto fredda e perennemente avvolta dalla nebbia.
“È stato così orribile. Penso che la vera ragione per cui sono finito lì in senso cosmico sia stata quella di incontrare Aynsley Dunbar da inserire nella band” (Frank Zappa, Record Hunter, luglio 1992)
“Un batterista con cui mi sono davvero divertito a suonare è stato Aynsley Dunbar. Era fantastico. Sapeva rimescolare il cervello, mescolare i pezzi”.
(Rhythm, luglio 1989)
“Volevo suonare la chitarra in un contesto ritmico più forte e con i nuovi Mothers è stato possibile farlo. Se c’era un punto debole nel vecchio gruppo dei Mothers of Invention era la sezione ritmica: era troppo statica.
Ora c’è uno spirito di gruppo che trascende la semplice amicizia tra i membri della band. I ragazzi sentono che non stanno solo suonando ma stanno facendo qualcosa di più. Hanno la libertà di esprimersi in molti modi diversi. Nel vecchio gruppo ero l’unico che parlava al pubblico. In questo gruppo Mark Volman e Howard Kaylan si esibiscono in monologhi (con testi speciali all’interno delle canzoni) e anche Jeff Simmons fa qualcosa. È un contatto con il pubblico più immediato con questa band.
In più, la base ritmica è molto più orientata al rock and roll grazie al modo di suonare di Aynsley Dunbar. C’è più un’atmosfera jazz-blues grazie a George Duke perché viene da quel mondo.
Ora le vecchie melodie di Mothers of Invention che suoniamo nel nostro repertorio sono state riarrangiate al punto tale che non sembrano neanche le stesse canzoni. Per esempio, “Who Are the Brain Police?” suona come “Canned Heat”. (Hit Parader, giugno 1971)
Frank Zappa: “Ci sono molti musicisti che mi piacciono… Penso che un giorno suonerò di nuovo con Aynsley Dumbar. Mi è piaciuto molto”. (Rock & Folk, 1977).
Frank non avrebbe più avuto questa opportunità fino al 1984.
Aynsley Dumbar: “Suonare con Frank Zappa è la cosa migliore che possa capitare a un musicista. Suonare con lui è stata una sfida continua, è questo che mi è piaciuto. Poteva farti suonare qualcosa di estremamente semplice, e poi un minuto dopo lo faceva esplodere con una successione di 15 o 16 battute. Bisognava stare sempre all’erta.