Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: Big Note

  • Frank Zappa: Big Bang & Big Note

    Frank Zappa: Big Bang & Big Note

    La teoria della Big Note di Frank Zappa

    Secondo la teoria del “Big Bang” sull’origine dell’universo, tutto ebbe inizio circa 10 miliardi di anni fa, quando esplose un volume di materiale delle dimensioni di una palla da softball e da allora la cosa si è espansa.
    Frank Zappa sostiene la teoria della “Big Note”, dove tutto – raggi di luce, onde sonore, atomi – possono essere vibrazioni dello stesso “Tono cosmico fondamentale.” Zappa è interessato a tutti i tipi di toni, per lo più amplificati, ma ha interessi anche in altre aree dello spettacolo.

    (The Sun Magazine, 3 maggio 1970) 

  • FZ: la Grande Nota e la Radiazione Cosmica di Fondo

    FZ: la Grande Nota e la Radiazione Cosmica di Fondo

    la Grande Nota di FZ e la Radiazione Cosmica di Fondo

    Come le “Nozze di Figaro” di Mozart, la musica di Zappa è stata spesso ritenuta troppo rumorosa e con troppe note. A causa della loro densità e complessità, le ‘sculture sonore’ di Zappa hanno alternativamente entusiasmato e alienato diverse generazioni di critici e ascoltatori…
    Zappa è uno degli artisti più prolifici del 20° secolo, un compositore la cui produzione potrebbe essere definita di eccesso massimalista. I suoi tentativi di abbracciare diversi generi e pratiche creative (rock, jazz, blues, musica orchestrale, film, opera, ecc.) sono stati interpretati come un desiderio bulimico di esplorare la totalità delle modalità e degli stili passati e presenti per creare collage musicali fortemente contrastanti ed affermare la sua reputazione di outsider sia nella comunità rock che in quella della musica artistica.
    “Zappa apprezzava chiaramente le immagini contrastanti che proiettava come musicista rock e osservatore esperto o praticante della musica colta. Questa posizione gli ha permesso di rimanere un outsider in entrambi i campi (musicista rock che ha utilizzato il linguaggio della musica colta e praticante di musica artistica che suonava rock) sfruttando al tempo stesso l’egemonia culturale della musica colta per creare una distanza ironica tra lui e gli altri musicisti rock ed affermare la superiorità della sua raffinatezza culturale e della sua musicalità”. (James Grier)
    Tuttavia, la poetica massimalista di Zappa – così come il suo disprezzo generale per i confini di genere – va ben oltre il livellamento alla moda delle dicotomie alto/basso associato all’arte postmoderna. Zappa ha più volte spiegato come tutti i diversi aspetti della sua produzione musicale dovessero essere percepiti come parte di un unico Progetto/Oggetto. Ogni progetto (in qualunque ambito) o intervista ad esso collegata fa parte di un oggetto più grande, per il quale non esiste un “nome tecnico”.
    La poetica olistica di Zappa indica anche il suo desiderio di sperimentare il mondo intero come estensione materiale di un’unica vibrazione primordiale che chiama la ‘Grande Nota’ (”Tutto nell’universo è fatto di un unico elemento, di una singola nota. Gli atomi sono in realtà vibrazioni, estensioni della Grande Nota, tutto è una nota”). Il suggerimento che l’universo abbia avuto inizio con un suono primordiale può essere correlato alle teorie degli astronomi e premi Nobel Arno Penzias e Robert Wilson che, nel 1965, scoprirono casualmente l’esistenza di Radiazione cosmica di fondo, vibrazione residua del Big Bang che ci arriva da tutte le direzioni con la stessa intensità e ad un tono leggermente più basso del SI, come definito dall’accordatura standard. Tradotto in termini estetici, il sibilo primordiale di Penzias e Wilson nato all’inizio dei tempi può essere visto come la giustificazione cosmologica di varie forme di “continuità concettuali” (intenzionali e non) che incorporano le opere di Zappa in una “struttura di eventi” in continua evoluzione, in bilico tra calcolo accurato e operazioni casuali:
    “Il progetto/oggetto contiene piani e non-piani, anch’essi calcolati con precisione, strutture-evento progettate per accogliere i meccanismi del destino e tutto il resto, improbabilità statistiche e bonus connessi. Il progetto incorpora qualsiasi mezzo visivo disponibile, la coscienza di tutti i partecipanti (pubblico incluso), tutte le carenze percettive, Dio (come energia), la nota importante (materiale da costruzione di base universale) e altre cose” (FZ).
    La concezione di Zappa del suo lavoro come una struttura-evento-organica-in espansione è indicativa della sua decisione di lasciare che sia il materiale stesso a suggerire modi di connettere oggetti musicali apparentemente non correlati e idiosincrasie vive che sono suscettibili di essere montate insieme e sincronizzate in ulteriori costruzioni di studi…
    Il processo di riciclaggio concettuale, che Zappa definì “xenocronia” (o “strana sincronizzazione”), evoca l’estetica di James Joyce, un altro artista massimalista, le cui “epifanie” furono riciclate nelle sue più lunghe ed ambiziose opere di narrativa.
    La “Big Note” di Zappa equivale a ciò che David Walley chiama “un dipinto del tempo nel tempo, il lavoro mirato con la coincidenza”, una struttura sulla quale il compositore a volte ha solo un controllo limitato.
    (dal libro “Frank Zappa, Captain Beefheart and the Secret History of Maximalism” di Michel Delville e Andrew Norris, 2005, Salt Publishing)

  • I segreti della Cosmologia di FZ

    I segreti della Cosmologia di FZ

    I segreti della Cosmologia di Frank Zappa
    foto di Janet Fries

    Il 15 giugno 2022, nel gruppo FB What’s Zappa, mi sono chiesta:
    “L’interesse di Frank per Stephen Hawking… la quantistica… La Grande Nota si riferisce a ciò che oggi chiamiamo quantistica?”.

    Ne ho avuto conferma leggendo il seguente articolo.

    Riporto un estratto dall’articolo “God Vibrations: The Secrets of FZ’s Cosmology di Homer Shiroy.


    “Hai mai sentito parlare dei piatti Chladni? Di Cimatica? Neanche io. Almeno finché un amico non me ne ha parlato di recente. La cosa straordinaria è che confermano gran parte di ciò in cui Frank Zappa credeva riguardo alla natura dell’universo, al modo in cui funzionano le cose.
    “Tutto – ha detto – inizia da una Grande Nota. È una vibrazione. Qualunque cosa, inclusa la luce, è una vibrazione, e una vibrazione è una nota”. Potremmo non essere in grado di ascoltarlo. Ma in qualunque diversa ottava o altra suddivisione della Grande Nota, alla fine siamo tutti vibrazioni. Potremmo non essere semplici come le onde sinusoidali (le stesse utilizzate per generare i Modelli di Chladni) ma, da quando Schrodinger ha risolto l’equazione delle onde quantistiche, è stato chiaro che tutta la materia è costituita da onde, compresi noi. Le nostre onde sono tutte diverse. I modelli Chladni ne offrono una dimostrazione pratica. Non si tratta di una forma migliore di un’altra o di complessità che aumenta con la frequenza. È semplicemente l’osservazione, tratta da un’altra famosa frase di FZ, secondo cui è il “quando” a determinare il “cosa”; “quando” in questo caso è la frequenza.
    La materia appare sotto forma di schemi particolari, è nella sua natura e nella misura in cui è guidata dalle vibrazioni, la natura è essenzialmente matematica, ritmica e, in definitiva, musicale. Le forme frattali dei modelli in natura che noi riconosciamo come belli sono di origine algoritmica.
    La caratteristica sorprendente delle migliori improvvisazioni di Zappa è che non c’è ripetizione, niente che potresti leggere in anticipo. Emergono semplicemente dalle linee di faglia del fondo armonico in modi che sono incredibilmente imprevedibili ma che hanno perfettamente senso una volta ascoltate, evidenziando brillantemente le tensioni e i contrasti della musica.
    Ma nella cosmologia di FZ l’idea di emergenza è essa stessa un’illusione. Nella sua visione del tempo, come disse a Bob Marshall, succede di tutto in continuazione. È un concetto difficile da comprendere. La sua idea del tempo è strutturata come una costante sferica sotto forma di vortice di Moebius: esprime il segreto della Grande Nota (come Dio?) cioè l’origine di tutte le cose. Gli antichi (chiunque fossero) parlavano della Musica delle Sfere. Si scopre che avrebbero potuto avere ragione, anche se avrebbero potuto avere torto riguardo al numero”.

     

  • Frank Zappa e la Musica Quantistica

    Frank Zappa e la Musica Quantistica

    Frank Zappa e la Musica Quantistica

    “La Grande Nota è l’elemento più vicino alla mia idea di Dio.
    Tutto, a quanto pare, è costruito dalle vibrazioni.
    La luce è una vibrazione, il suono è una vibrazione
    e forse, quando li scomponi, gli atomi stessi
    non sono altro che la vibrazione di questa Grande Nota.
    Avendo a che fare con le vibrazioni,
    potresti entrare in sintonia con una specie di Forza Universale,
    a dirla in modo banale e sdolcinato. E’ così che la vedo”.
    (Frank Zappa)

    “Nell’album Lumpy Gravy degli Abnuceals Emuukha Electric Symphony Orchestra c’è una sezione sul lato 2 in cui diversi personaggi non meglio identificati discutono delle origini dell’universo. Uno dei personaggi spiega il concetto di Big Note (Grande Nota): tutto nell’universo è composto fondamentalmente da vibrazioni – la luce è una vibrazione, il suono è una vibrazione – e tutte queste vibrazioni potrebbero semplicemente essere armoniche di qualche incomprensibile tono cosmico fondamentale”.
    (Gig, febbraio 1977)

    “La mia opera comprende ogni possibile mezzo di comunicazione visuale: la consapevolezza di chi vi partecipa (pubblico incluso), tutte le mancanze percettive, Dio la Grande Nota (materia prima dell’architettura universale) ed altro ancora. La nostra è un’arte speciale, in uno spazio negato ai sognatori”.
    (Frank Zappa, amante del sinfonismo caotico di Charles Ives)

    Vibrazioni… Frank ha anticipato o comunque ha sottolineato un aspetto essenziale di quella che oggi viene definita Musica Quantistica. Seguiva il cosmologo Stephen Hawking. Non dimentichiamolo.

    Date un’occhiata a questo articolo sulla Musica Quantistica

    https://www.lavocechestecca.com/la-musica-della-fisica-quantistica/?fbclid=IwY2xjawIhToxleHRuA2FlbQIxMAABHVkiYIPNS6YT2_D2utw05EjuB1jFyxDJE6oJfLM39QHDNoeN3RhdEB6M4Q_aem_BUrDjrZVuQ2Qb1pquJO_yA

  • Frank Zappa e il Ragno del Destino

    Frank Zappa e il Ragno del Destino

    Frank Zappa e il Ragno del Destino

    Ripenso al testo del brano di Frank Zappa intitolato “Spider od Destiny”

    “Ascolta attentamente, ragno del destino,
    devi rispondere alla chiamata della cosmobiologia.
    Ascoltami se adesso mangi i terrestri,
    andrà tutto bene e poi sistemeremo il nostro amore in qualche modo
    e riprenderemo ancora una volta il fitto programma della nostra spietata conquista.
    Ascolta attentamente, ragno del destino.
    Non permetterò che questa meravigliosa opportunità mi venga tolta...
    Mangia le persone della terra, mangiale e masticale e brutalmente,
    calpesta il resto di ciò che è rimasto e poi riferiscimi della conquista della terra, della luna e delle stelle e lo spazio in mezzo, tutte le comete e le stelle saranno nostre.
    Mangia le persone della terra, mangiale e masticale brutalmente,
    calpestare il resto di ciò che è rimasto…”

    Il ragno è la Grande Madre che determina il destino attraverso la tessitura. Simboleggia le dee lunari, custodisce i segreti del passato e del futuro. E’ simbolo del tutto, dell’Uno che si dualizza.

    Non so perché sono spinta ad associare il ragno alla Grande Nota visto che Zappa scrive: “Non permetterò che questa meravigliosa opportunità mi venga tolta”.

  • kOsmosis – xenocronia Frank Zappa, Krzysztof Penderecki, Edgard Varèse, Halim El-Dabh – xenochrony

    kOsmosis – xenocronia Frank Zappa, Krzysztof Penderecki, Edgard Varèse, Halim El-Dabh – xenochrony

    Xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa, Krzysztof Penderecki, Edgard Varèse, Halim El-Dabh

    FAIR USE

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    “La musica non dura, non ha nulla a che fare con il tempo” scriveva Sergiu Celibidache.
    Frank Zappa era convinto che il tempo fosse ‘un concetto sferico’, una costante sferica, in modo che, per così dire, tutto avvenga in una volta. Gnostici, buddisti e William Blake sono d’accordo, credendo che si possano varcare le porte dell’eternità in un istante e che il tempo sia una delle illusioni del mondo. William Burroughs e Sun Ra pensavano che, per sopravvivere, dobbiamo evolverci “fuori dal tempo, nello spazio”.

    Secondo la teoria del “Big Bang” sull’origine dell’universo, tutto ebbe inizio circa 10 miliardi di anni fa, quando esplose un volume di materiale delle dimensioni di una palla da softball e, da allora, la cosa si è espansa.
    Frank Zappa sostiene la teoria della “Big Note”, secondo cui tutto nell’universo – raggi di luce, onde sonore, atomi, ecc. – è composto fondamentalmente da vibrazioni. Tutte queste vibrazioni potrebbero semplicemente essere armoniche di qualche incomprensibile “Tono cosmico fondamentale”.
    (The Sun Magazine, 3 maggio 1970)

    “La forma dell’universo è un vortice di Moebius, credo. Il tempo è una costante sferica. Ora, immagina un vortice di Moebius all’interno di una costante sferica e avrai la mia cosmologia. Ma il ‘quando’ è molto importante”. (Frank Zappa, Best of Guitar Player, 1994)

    Potremmo non essere in grado di ascoltarlo ma, in qualunque diversa ottava o altra suddivisione della Grande Nota, alla fine siamo tutti vibrazioni. Potremmo non essere semplici come le onde sinusoidali (le stesse utilizzate per generare i Modelli di Chladni) ma, da quando Schrodinger ha risolto l’equazione delle onde quantistiche, è stato chiaro che tutta la materia è costituita da onde, compresi noi. Le nostre onde sono tutte diverse. I modelli Chladni ne offrono una dimostrazione pratica. Non si tratta di una forma migliore di un’altra o di complessità che aumenta con la frequenza. È semplicemente l’osservazione, tratta da un’altra famosa frase di FZ, secondo cui è il “quando” a determinare il “cosa”; “quando” in questo caso è la frequenza.
    La materia appare sotto forma di schemi particolari, è nella sua natura e nella misura in cui è guidata dalle vibrazioni, la natura è essenzialmente matematica, ritmica e, in definitiva, musicale. Le forme frattali dei modelli in natura che noi riconosciamo come belli sono di origine algoritmica.
    La caratteristica sorprendente delle migliori improvvisazioni di Zappa è che non c’è ripetizione, niente che potresti leggere in anticipo. Emergono semplicemente dalle linee di faglia del fondo armonico in modi che sono incredibilmente imprevedibili ma che hanno perfettamente senso una volta ascoltate, evidenziando brillantemente le tensioni e i contrasti della musica.
    Ma nella cosmologia di FZ l’idea di emergenza è essa stessa un’illusione. Nella sua visione del tempo – come disse a Bob Marshall – succede di tutto in continuazione. È un concetto difficile da comprendere. La sua idea del tempo è strutturata come una costante sferica sotto forma di vortice di Moebius: esprime il segreto della Grande Nota (come Dio?), cioè l’origine di tutte le cose. Gli antichi (chiunque fossero) parlavano della Musica delle Sfere. Si scopre che avrebbero potuto avere ragione, anche se avrebbero potuto avere torto riguardo al numero.
    (estratto dall’articolo “God Vibrations: The Secrets of FZ’s Cosmology di Homer Shiroy)

    “C’è un processo elettrochimico che anima questo sacco di merda che tutti devono trascinare in giro, ok? Quindi, non è impossibile che – quando il processo elettrochimico cessa di essere abbastanza forte da far muovere il sacco di merda – quell’energia possa essere scambiata, possa dissiparsi e avere un’esistenza propria senza il corpo. Credo che quelle energie e quei processi esistano. Semplicemente non penso che siano stati ancora adeguatamente descritti o nominati perché le persone tendono a trasformare tutto in qualcosa che supporti una qualsiasi teoria religiosa”.
    (Frank Zappa, Society Pages 7, settembre 1991)

    “Tutti noi abbiamo nella nostra mente tutta la conoscenza dell’universo. Frank Zappa l’aveva chiaramente dischiusa. In questo senso, resterà un modello per l’umanità”.
    (Massimo Bassoli, Prog Italia luglio 2017)