Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: Black Sabbath

  • Frank Zappa: stile senza compromessi

    Frank Zappa, stile senza compromessi

    “C’è un’intera sottostruttura di quella che chiamano musica pop, che è l’heavy metal, in cui la chitarra domina e questo non cambierà mai. È uno stile che probabilmente ci accompagnerà finché l’inferno non gelerà, per usare un termine rock and roll. Ma se parliamo di Whitney Houston, di quell’altro tipo di musica pop, cercano di tenere fuori gli elementi blasfemi. Non c’è niente di AOR o MOR in una chitarra fuzz. Cercano di rendere l’orchestrazione di quelle canzoni il più neutrale e confortevole possibile. Penso che il pubblico venga, in una certa misura, ingannato da ciò che viene trasmesso. Perché ciò che viene trasmesso non è necessariamente un’indicazione accurata di ciò che le persone scrivono o registrano. Ciò che, di solito, passa alla radio è il prodotto più banale che ogni casa discografica riesca a mettere insieme. Negli Stati Uniti, la radio è davvero un imbarazzo culturale. L’unica radio creativa che puoi ascoltare è quella che chiamano radio shock, dove la gente parla e inventa cose. C’è una piccola scintilla di creatività lì. Ma la maggior parte della musica trasmessa è dannosa per la salute mentale degli ascoltatori. Le radio sono formattate così, anche quelle universitarie, perché tutti vogliono fare il salto di qualità riguardo all’orientamento alla carriera. Tutti guardano l’orologio e pensano alla pensione dimenticando quanto sia divertente suonare. E’ questo il problema. Se tutti i musicisti amassero la musica così tanto da suonarla a prescindere da tutto, allora tutti i dischi sarebbero fantastici e ciò che verrebbe trasmesso in radio sarebbe meraviglioso. Ma la radio ci sta mostrando che la gente non ama la musica così tanto, ma ha un’idea fantastica di come dovrebbe andare la propria carriera. È un po’ triste, un po’ noioso e un po’ vero… Gli anni Settanta mi sono rimasti impressi come gli anni in cui è stato inventato il rock aziendale. La gente ha deciso che quello sarebbe stato l’unico tipo di rock che la razza umana avrebbe mai sentito da allora fino alla fine dei tempi. A parte le band heavy metal, che stavano realizzando la loro visione di bellezza. Ma poi anche quella è diventata praticamente una formula. L’heavy metal ha subito un vero declino con l’arrivo dei video. Da allora, non era tanto importante quanto sapevi suonare ma quanto potevi risultare imponente davanti a una telecamera. Il membro più importante di ogni band heavy metal è il parrucchiere, l’eroe non celebrato del rock and roll… Il metal esiste da un sacco di tempo. Ricordo un tempo in cui la gente non lo vedeva di buon occhio, parlo dei primi Black Sabbath e roba del genere. Quando dico “gente” mi riferisco ai critici rock e al tipo di persone che pensano di sapere. Ma a chi comprava i biglietti per i concerti piaceva sempre, anche se non veniva trasmesso alla radio. Non credo che Ozzy finirà in miseria tanto presto…”.

    “Quello che faccio non può adattarsi ad un format aziendale. E a meno che non ci sia un miracolo evolutivo a livello di trasmissione radiofonica, nessuno ascolterà mai queste canzoni alla radio. Di certo, MTV non trasmetterebbe mai un video fatto da me”.

    (FZ, Guitar World, dicembre 2003 – intervista a Frank Zappa del 1988 condotta da Alan di Perna)

  • Ted Nugent incontra Frank Zappa

    Frank Zappa e Ted Nugent

    Nella foto: Frank Zappa con Ted Nugent, noto anche come The Nuge e The Motor City Madman.

    Nugent è stato il frontman chitarrista degli Amboy Dukes.

    In un’intervista Ted ricorda che nel 1967 ha accompagnato Frank Zappa nel Michigan durante una parte dei tour con i Mothers:

    Gli Amboy Dukes avevano questo vecchio furgone… Frank Zappa è venuto in città e ci siamo incontrati con lui. Alla fine, ho accompagnato lui e la sua band in giro per il tour e abbiamo aperto i live dei Mothers in diversi appuntamenti. Era un grande uomo, molto intelligente, sapeva esattamente cosa voleva come produttore, il che per me andava bene”.

    Nel 1973 Ted Nugent & The Amboy Dukes firmarono per la neonata etichetta DiscReet Records di Zappa per la quale pubblicarono Call Of The Wild prodotto da Lew Futterman nel luglio 1973, cui seguì Tooth, Fang & Claw per la stessa etichetta nel 1973.

    Il 6 dicembre 1976 Nugent suonò da solista come supporto ai Black Sabbath durante il loro appuntamento con il Technical Ecstasy Tour al Madison Square Garden. Frank Zappa è apparso sul palco in questo concerto.

  • Black Zappath – xenocronia Frank Zappa, Black Sabbath – xenochrony

    Black Zappath – xenocronia Frank Zappa, Black Sabbath – xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa e Black Sabbath
    (caotica come la notte del 6 dicembre 1976…)

    FAIR USE

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    “I Black Sabbath emozionano le persone. Sono l’archetipo di quello stile… l’hardcore”.
    (Frank Zappa, Triad, gennaio 1977)

    “Penso che Supernaut sia il prototipo di un certo stile musicale, E’ ben fatto, mi piace anche il riff di chitarra suonato in sottofondo” (Frank Zappa, Let It Rock, 1975). Frank adorava Supernaut insieme a Iron Man (che definì un’opera d’arte). I due brani compaiono nella lista delle sue 30 canzoni preferite.

    Frank Zappa avrebbe dovuto suonare con i Black Sabbath il 6 dicembre 1976 al Madison Square Garden di New York che si riempì di 20mila fan.

    https://www.youtube.com/watch?v=qp9m0S5QdLs

    Zappa raccontò:
    “Tony Iommi aveva problemi con la chitarra, ha deciso di cambiare le corde all’ultimo minuto. Il pubblico era già seduto lì ad aspettare da circa un’ora, volevano che io salissi sul palco e facessi un annuncio per calmare la folla. L’ho fatto. Li ho presentati, poi mi sono seduto vicino al palco vicino al succo d’arancia di Ozzy”.

    Zappa era un fan dei Black Sabbath, gli piacevano così tanto che avrebbe voluto suonare con loro al Madison Square Garden ma qualcosa della sua chitarra non funzionava e fu costretto a rinunciarci. Successe qualcosa sul palco…

    Il 4 dicembre 1976 il magazine New Musical Express annunciò che Frank aveva in programma di imparare tre dei brani dei Black Sabbath. Nel corso dell’intervista raccontò qualcosa di quella sera del 6 dicembre 1976 allo scrittore Hugh Fielder:
    “Avevo intenzione di suonare con loro e avrebbero dovuto chiamarmi e dirmi a che ora era il soundcheck, ma immagino non ne avessero uno. Quindi, sono andato lì allo spettacolo e mi hanno chiesto ‘Cosa suonerai?’ e hanno allestito un mini muro di Marshall per me. Ho detto ‘Merda, non ci andrò senza sapere come suonerà.’ Alla fine, ho annunciato che avrei solo guardato lo spettacolo.
    Iommi ha ricordato la serata in modo un po’ diverso: “Frank stava presentando la band. Voleva suonare anche lui. Avevamo messo la sua roba sul palco, ma abbiamo avuto una serata davvero brutta. Frank stava aspettando di salire e ho pensato: ‘Non può, è un disastro, sta andando tutto storto, la mia chitarra si sta scordando, c’è rumore e crepitii e Dio solo sa cos’altro.’ Quindi gli ho detto: ‘Sarebbe meglio se tu non suonassi’. Purtroppo per noi, Zappa si è goduto lo spettacolo solo da bordo campo, non sul palco”.

    Frank Zappa divenne un amico dei componenti del gruppo. Il batterista Bill Ward in un’intervista ricordò che andavano a cena, andò un paio di volte ai loro concerti.
    Il bassista dei Black Sabbath è convinto che i critici cambiarono idea sulla band britannica quando Zappa li elogiò in un’intervista. L’opinione dei critici musicali nei loro confronti cambiò di colpo, in meglio ovviamente. Frank Zappa, all’epoca, era ben considerato dalla critica e disse che il riff di chitarra di Supernaut era il migliore che avesse mai sentito.

    Ozzy Osbourne racconta un aneddoto divertente nella sua autobiografia “I Am Ozzy” (2009) legato al momento in cui incontrò Frank Zappa. Come i Sabbath, Zappa era ardentemente contrario alla cultura hippie prevalente dell’epoca.
    Il loro incontro avvenne a metà degli anni ’70, quando entrambi gli artisti soggiornarono nello stesso hotel di Chicago. I Sabbath furono invitati da Zappa alla festa per l’Independence Day.
    “Tutti noi ammiravamo Zappa, soprattutto Geezer, perché sembrava che provenisse da un altro pianeta. All’epoca aveva appena pubblicato questo album quadrifonico chiamato Apostrophe (*) che conteneva una traccia intitolata ‘Don’t Eat the Yellow Snow’. Un classico del cazzo. Abbiamo passato il tempo con la sua band al bar. Il giorno dopo, Frank voleva che andassimo alla sua festa per l’Independence Day, che si sarebbe tenuta quella sera. Quando siamo arrivati al ristorante, Frank era seduto a questo tavolo enorme, circondato dalla sua band. I ragazzi della sua band continuavano a venire da me e a dirmi ‘Hai della cocaina? Non dire a Frank che te l’ho chiesto. Odia quella roba. Ma ne hai? Solo un colpo, per farmi andare avanti!’. Non volevo essere coinvolto, quindi ho risposto ‘No’, anche se avevo un sacco di quella roba in tasca. Più tardi, due camerieri si sono presentati con una torta enorme a forma di donna nuda con due grandi tette ricoperte di glassa e le gambe divaricate. Avevano montato una piccola pompa per far schizzare lo champagne fuori dalla sua vagina. Tutti hanno dovuto fare un sorso cerimoniale di champagne, a partire da Frank. Quando è stato il mio turno, dopo un lungo sorso, ho storto la faccia e ho detto, ‘Ugh, sa di piscio.’ Poi Frank si è chinato e mi ha sussurrato all’orecchio, ‘Hai un po’ di blow? Non è per me, è per la mia guardia del corpo!’”. ‘Dici sul serio?’ gli ho chiesto e lui ha risposto ‘Certo. Ma non dirlo alla band’ “.