Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: Bob Dylan

  • FZ su Hendrix, Dylan e Rolling Stones

    Frank Zappa su Hendrix, Dylan e Rolling Stones

    Ti interessava qualcuno all’epoca? Dylan, Hendrix, gli Stones?

    “Alcune delle cose veramente buone che Hendrix ha fatto sono state le prime, quando era solo violento e brutale. Manic Depression era la mia canzone preferita di Jimi Hendrix. Più sperimentale diventava, meno interessante e più sottile risultava. Per quanto riguarda Dylan, Highway 61 Revisited è un brano davvero buono. Poi, c’è stata Blonde on Blonde e ha iniziato a suonare come la musica da cowboy; sai cosa penso della musica da cowboy. Mi sono piaciuti i Rolling Stones”.

    Mick Jagger una volta ti ha strappato una scheggia dall’alluce?

    “Sì. È venuto a casa mia e stavo saltellando a causa di questa scheggia, quindi l’ha tirata fuori. Bella storia, eh? Mi è piaciuto il suo atteggiamento e quello degli Stones. Alla fine, però, la musica veniva fatta perché era un prodotto. Era musica pop fatta perché c’era una casa discografica in attesa di dischi”.

    (Playboy aprile 1993)

  • Bob Dylan chiese a Zappa di produrre un suo disco…

    Bob Dylan e Frank Zappa

    Secondo te, qual è la base primigenia della musica di Zappa?

    La musica commerciale, la tv, la pubblicità. Lui ha mixato la muzak, la “musicaccia”, con Edgar Varèse, con una impostazione moderna, classica.

    Mi avevi anche detto che la sua base era il rock’n’roll…

    Certo! La base popolare, il blues. C’è un pezzo famoso, autobiografico Merely A Blues In A, che dice: quando sei perso e non sai che fare, suona un classico blues in Do. Lui l’ha recuperato dopo, ascoltando la musica. Se tu ascolti le prime cose, quando suonava al liceo con Captain Beefheart, era tutta muzak e generi degli spot commerciali, messi in forma classica. La sua grandezza era… i testi di denuncia, ironia e folklore, che vengono dal folk. Non a caso. quando Bob Dylan gli chiese di produrre un suo disco, lui mi disse: “No, no… sai che palle?”.

    Mi racconti questa storia?

    È una storia divertente. All’epoca avevano da poco ucciso John Lennon e la polizia era abbastanza in allarme negli USA. Gail diceva che aveva visto lo stesso tizio che gironzolava due o tre volte fuori dal cancello a Laurel Canyon e chiamò la polizia, che le disse di stare molto attenta. Allora lei diede a Frank una mazza da baseball, visto che dal cancello si arrivava subito al basement dove c’era lo studio e dove lavorava lui. E dunque Frank, che stava sempre lì, teoricamente poteva essere aggredito da chiunque avesse scavalcato il cancello. Frank aveva questa mazza da baseball e aveva Daggy, una grossa cagna che dovevi sapere che c’era perché era talmente buona, silenziosa e pigra ed era sempre ai piedi di Frank che stava seduto per ore al mixer con quella mazza da baseball accanto. Poi Frank non era proprio un tipo atletico, non aveva manualità però aveva la mazza da baseball… non si sa mai… io lo vedevo perché stavo lì con lui che stava editando un video, forse Uncle Meat, editava spezzoni da concerti, era bravissimo a fare queste cose. Squilla il telefono, lui risponde e mette giù e gli chiedo chi fosse e lui: “Un tizio che diceva di essere Bob Dylan…”. Il telefono squilla di nuovo, Frank risponde e mi guarda: “È davvero Bob Dylan!”. Finisce la telefonata e mi dice: “Viene qui perché vuole che gli produco un disco”. Io dico: “Bob Dylan?”, e lui: “Sì, sì, ma a me non va per niente”. Gail poi mi raccontò che Bob Dylan aveva già provato a chiamare a casa sette o otto volte e ogni volta diceva: “Buongiorno, sono Bob Dylan” e Gail tutta in paranoia per via del tizio che aveva visto bazzicare fuori dalla casa, gli riattaccava il telefono in faccia. A un certo punto Dylan disse: “Per favore non riattaccate!”. Comunque, riescono a darsi un appuntamento. Suona il campanello di casa, Frank, come gli avevano suggerito i poliziotti, si arma di mazza da baseball, io lo seguo e il cane Daggy comincia ad abbaiare come un matto e tutti insieme scendiamo per le scalette che portavano al cancello e dietro c’era, piccoletto, Bob Dylan che faceva fatica a entrare, guardava il cane che abbaiava e ringhiava.

    Tu eri presente, giusto?

    Sì, io ho assistito zitto zitto e dicevo tra me e me, “Madonna! Frank Zappa e Bob Dylan!”. Insomma, Dylan gli propose di produrre il suo nuovo album, doveva andare in sala di registrazione e cercava di fare una cosa diversa. “Apprezzo molto la tua musica e mi farebbe piacere che lo facessi tu”, e Frank per dirgli di no dice: “Io lo faccio a una condizione: io scrivo le parole e tu la musica”. Evidentemente non gli andava di farlo. Io rimasi a bocca aperta e pensavo, “Oddio Frank, ma che, sei matto?”. Continuarono la discussione, Bob Dylan gli dice: “Be’, interessante, vediamo, potrebbe essere un’idea però io le canzoni le ho già scritte…”, insomma capisce che era un no da parte di Frank e se ne va via così.

    E perché, secondo te, FZ gli disse di no?

    Io gli dissi proprio: “Frank! sei matto?”, e lui: “Ma quello è un ‘born again’, comincia a fare Gesù, Gesù di qua e Gesù di là”, e infatti l’album che doveva fare Frank è quello che poi ha prodotto Mark Knopfler, tutto basato sulla religione. Dylan si era convertito al cattolicesimo e aveva tutte le canzoni così. Parliamo di INFIDELS, un album famosissimo.

    (tratto dall’intervista a Massimo Bassoli di Salvo Cuccia, Ciao 2001 marzo/aprile 2025)

  • Frank Zappa & Bob Dylan: Flakes, review, meaning, quotes about Bob Dylan

    Frank Zappa & Bob Dylan: Flakes, review, meaning, quotes about Bob Dylan

    Flakes è un brano che punta il dito sull’incompetenza e si rivolge principalmente ai lavoratori manuali: meccanici, idraulici, ecc, i ‘fiocchi’ bugiardi e pigri. ‘Fiocco’ si può tradurre, in questo caso, in ‘tirapacchi’, persona che inganna e truffa, che non mantiene le promesse date.
    La canzone è strutturata in tre sezioni.
    Nella prima, Zappa spiega la situazione dei ‘fiocchi’ in California.
    Segue una parte più tranquilla in cui il chitarrista Adrian Belew canta imitando Bob Dylan, raccontando la propria esperienza. Questa parte è ricca di inserti di armonica.
    La terza ed ultima parte vede Zappa di nuovo alla voce: impersona un ‘deficiente’, un credulone californiano che assume i ‘tirapacchi’. Il riff diventa sempre più pesante mentre i ‘fiocchi’, che sono milioni e milioni, protetti dai sindacati, si preparano a conquistare il mondo.
    La canzone termina con la minaccia ripetuta “Stiamo venendo a prenderti”, prima di passare a “Broken Hearts Are for Assholes”.

    La canzone Flakes fu eseguita per la prima volta all’inizio di ottobre 1977. La sezione dedicata a Bob Dylan fu usata anche come vamp per l’alzata del sipario. Nell’album Sheik Yerbouti del 1979 è collocata tra I Have Been in You e Broken Hearts Are for Assholes. La versione dell’album utilizza tracce base dal vivo e molte sovraincisioni.

    Quando Frank Zappa sentì l’inno rock ‘n’ roll americano di “Like a Rolling Stone” di Bob Dylan, pensò di lasciare il mondo della musica. Questo ha rivelato allo scrittore Clinton Heylin.
    Una bella affermazione considerando che, quando uscì il brano (luglio 1965), Zappa doveva ancora pubblicare un album ufficiale in studio e ne avrebbe rilasciati 62 suoi.
    Frank raccontò allo scrittore: “Ho sentito che se Dylan avesse vinto e fosse riuscito a fare ciò che doveva fare non avrei avuto bisogno di fare nient’altro”.
    Fortunatamente (per noi e per la scommessa di Frank), Dylan non vinse.
    Seppure il brano di Dylan sia venerato come un capolavoro e sia riconosciuto come una delle più grandi canzoni di tutti i tempi, ha raggiunto il 41° posto nelle classifiche di fine anno di Billboard negli Stati Uniti.
    Zappa commenta: “Non ha fatto nulla. Ha venduto ma nessuno ha risposto come avrebbe dovuto”.
    (faroutmagazine.co.uk)

    “Bob Dylan non ha il senso dell’umorismo. Non scelgo di scrivere canzoni che lasciano le persone morbose, dove hai un pubblico che contempla la sensibilità del grande dolore interiore dell’artista. Quando un cantautore lo fa, è solo un classico esempio di comportamento nevrotico”.
    (Berkeley Barb, 26 dicembre 1975)

    “La conversione di Bob Dylan è molto più antireligiosa di Joe’s Garage. Pensi che abbia mai mostrato integrità con le sue ‘canzoni di protesta’? Questa generazione aveva perso interesse per Dylan. Così Bob si converte al cristianesimo, aprendo un nuovo gigantesco mercato che conosce a malapena: il mercato reli. Perché non si è convertito al giudaismo? Forse un’area di vendita troppo piccola?”.
    (OOR, 13 febbraio 1980)

    “Tre o quattro anni fa, Bob Dylan voleva che producessi un album per lui. Chiamava l’ufficio da circa una settimana, ricevevo messaggi che dicevano che Bob Dylan stava cercando di contattarmi. Ho pensato fosse uno scherzo. Una notte, si è presentato al cancello. Non vedevo una foto di Bob Dylan da così tanto tempo che non potevo dire se questo ragazzo sullo schermo video fermo lì in piena notte (una notte fredda) con addosso solo una maglietta fosse davvero lui. Ho mandato l’ingegnere, più esperto di pop di me, giù al cancello per vedere chi fosse. Era Bob. Lo ha portato dentro, siamo andati nell’altra stanza e lui ha suonato alcuni dei suoi brani al piano. Ho esaminato il materiale e dato suggerimenti su come arrangiarlo e il da farsi per un’eventuale produzione”.
    “Abbiamo deciso di andare avanti. Stavo per produrre questo album. Ho dato suggerimenti a Bob sui musicisti che avrebbe potuto usare, mi sono organizzato per prenotare il tempo in studio. Avrei dovuto stravolgere il mio programma perché avevo un tour in arrivo. Un bel giorno, ho ricevuto una telefonata da Bob: mi avvisava che non poteva più farlo in quel momento perché doveva prendersi una vacanza. Stava andando alle Bahamas. Quella è stata l’ultima che l’ho sentito”.
    (Q, dicembre 1989)

    (Il progetto di cui Zappa parlava in questa intervista del 1989 era forse Infidels? Nelle bio di Dylan si parla di Zappa come probabile produttore. A quanto pare, l’idea di Frank Zappa era di affidarsi a Giorgio Moroder e far cantare e suonare l’armonica a Dylan. Zappa nell’intervista parla di un progetto di 3-4 anni prima ma, visto che Infidels è del 1983, avrebbe dovuto dire almeno 6-7 anni prima. Ha sbagliato i conti? Penso di no, nell’intervista avrebbe dovuto citare il titolo dell’album Infidels visto che è uscito nel 1983, invece è rimasto vago, ha parlato di ‘progetto’ senza specificare alcun titolo).