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    Frank Zappa e le donne (Crew Slut)

    Frank Zappa – “Crew Slut”, Saratoga Performing Arts Centre, NY, September 1st, 1984

    Estratti da interviste raccolti dal gruppo Facebook What’s Zappa

    “Le donne intorno a Frank tendevano a ricoprire ruoli ben definiti: sua moglie manteneva la sua scena domestica correndo come una macchina ben oliata, tutte le groupie assortite e i seguaci del campo che giravano intorno alla band servivano a rendere divertente la vita sulla strada. Io, invece, insistevo per essere il suo pari intellettuale e questo lo confondeva. Evidentemente non c’era nulla nel suo background che gli permettesse di capire una mina vagante come me”. (Nigey Lennon)

    “Penso che il padre sia stato così evirato nella società americana che non ha il coraggio di fare nulla per le cose che lo infastidiscono. O sta giocando sul sicuro a causa del suo lavoro, o ha semplicemente permesso a sua moglie o alla sua ragazza di prendere in mano la sua vita per lui. Tengono traccia dei suoi soldi, dei suoi vestiti, prendono decisioni per lui che dovrebbe prendere lui stesso. Praticamente gestiscono la sua vita. L’America ha la possibilità di trasformarsi in una deprimente società matriarcale. Questa tendenza sembra esistere da sempre… Le donne dovrebbero fare quello che gli viene detto come pulire la casa. Se vogliono avere una sorta di vita intellettuale è fantastico, ma se sono sposate hanno altri doveri di cui devono occuparsi. Fa parte delle regole. Dovrebbero accettarlo. Se tua moglie lavora al tuo posto mi assicurerei di chiarire chi è il capo, una volta tornata a casa”. (Frank Zappa, Discoscene, maggio 1968)

    “Mia moglie è il mio miglior amico” (Frank Zappa).
    Resta il fatto che Frank Zappa era geloso di sua moglie Gail, non avrebbe mai accettato il tradimento, l’avrebbe buttata fuori di casa se l’avesse fatto come racconta nel suo libro ‘Freak Out! My Life with Frank Zappa 1968-1971′” Pauline Butcher, che consigliamo vivamente.

    “Non credo ci fosse niente di grave nel modo in cui parlavo delle donne nelle mie canzoni. Sono ancora convinto di averle dipinte nel modo più giusto ed accurato. Perché le donne non sono mica perfette. E poi il succo di quello che cantavo io non erano tanto le donne quanto gli uomini e le sciocchezze che fanno in certi casi. E loro, stranamente, non hanno mai protestato. E questo cosa vuol dire? Che gli uomini sono inferiori e ciò proverebbe la giustezza del punto di vista delle donne secondo cui gli uomini sarebbero così stupidi da non capire quello che fanno e talmente pigri da non aver minimamente voglia di ribellarsi? Oppure che sono le donne a pretendere ingiustificatamente sempre un trattamento di riguardo, sempre con guanti e giacca bianca, più o meno come pretende di essere trattata Israele?” (Frank Zappa, Rockstar, settembre 1991)

    Chi sono le tue eroine preferite nella vita reale?
    “Mia moglie Gail e Pam Zarubica, l’originale “Susie Creamcheese”.

    “Zappa viveva in una comune del Topanga Canyon con sei groupies. Durante il loro soggiorno di cinque mesi a New York, le Madri furono perseguitate giorno e notte dalle groupies, ragazze molto giovani. “Ci hanno davvero sorpreso. Avevano un’immaginazione incredibile ma, a volte, erano morbose…”.
    Zappa potrebbe diventare l’ultimo storico delle groupies: le considera combattenti per la libertà all’avanguardia della rivoluzione sessuale che sta travolgendo la civiltà occidentale.
    “Le groupies sono molto influenti sul mercato discografico perché conoscono così tante persone. Se hai successo con le groupies, venderai 15.000 dischi solo a Los Angeles”.
    (Rolling Stone, 15 febbraio 1969)

    “In ogni sala da concerto si incontrano ragazze che vengono a scoparsi i musicisti e a cui non interessa cosa suoni. Fanno parte dell’arredamento. Sono contento che esistano perché si occupano dei musicisti e del personale di scena. Allentano la tensione in tournée. Ma, personalmente, non sono interessato a ragazze del genere. Preferisco le ragazze che hanno qualcosa in testa e sanno come usarla. Ricordo una groupie su cui ho scritto una canzone. Non avrebbe fatto sesso con un musicista finché non le avesse cantato il suo più grande successo. Perché no, dopotutto?” (Playboy, 1982)

    Sulla questione dell’aborto negli Stati Uniti
    Discutere i meriti relativi all’”omicidio di bambini” rispetto alle “polizze assicurative sulla vita fetale” sponsorizzate dalla chiesa non ha senso. La vera domanda è: “L’America diventerà una nazione pro-scelta o una nazione no-choise?”.
    “Gli americani vogliono la democrazia o no?”. Penso che la maggior parte lo voglia, ma gli estremisti fondamentalisti che hanno sponsorizzato questa sciocchezza ovviamente pensano che la nostra attuale forma di governo sia una cattiva idea.
    (Frank Zappa, Tuttifrutti, settembre 1989)