Frank Zappa's mustache - Music is the Best

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  • Frank Zappa’s Style 7: doo-wop, clean sound, no-stop music on stage, about punk, electronic music

    Frank Zappa’s Style 7: doo-wop, clean sound, no-stop music on stage, about punk, electronic music

    The Deathless Horsie (Live 1979, Monaco)

    In copertina un’opera di Jim Mahfood

    “Il popolo americano non ha molto da offrire in termini di gusto. Voglio dire, il gusto è qualcosa che viene inflitto al pubblico americano da altre forze esterne. Quindi, se qualcuno ti dice che qualcosa è bello, penserai che sia bello e andrai a comprarlo. Fare un album come Cruising With Ruben & The Jets in quel momento storico, nel ’68, era molto fuori moda. Tutti hanno detto: “Oh, non posso accettarlo, non è bello. Non è acid rock, non è fuzztone, non è psichedelico. Chi ha bisogno di questo?”. Non l’ho fatto solo per essere arbitrario: mi piace quel tipo di musica e volevo avere alcuni esempi di quello stile nel mio catalogo”.
    “E’ molto difficile trovare cantanti che capiscano ancora quella tecnica. Il tipo di cose che Roy Estrada e Ray Collins stavano facendo è un’arte perduta. Potrebbero esserci poche persone al mondo che sappiano fare quel tipo di roba in falsetto. Nessuno dei cantanti più giovani sa come farlo. Devi capire cosa significa far uscire quei suoni dalla tua gola. Non sono solo note basse”.
    (FZ, Pop & Rock, febbraio 1980)

    “Di solito, dico di non usare nessun effetto perché gli effetti sono dannatamente rumorosi. Il problema più grande con il suono è che, quando si utilizza una grande amplificazione, si ha anche una grande amplificazione dei rumori all’interno degli strumenti. Tutti vogliono attaccare un flanger o un Bi-phase o qualcosa del genere sui propri strumenti; quegli effetti sono belli, ma sono rumorosi. Il crepitio, questo rumore non musicale. È irritante”.
    “Preferisco un suono pulito, soprattutto dalle tastiere. La cosa principale che mi infastidisce dei tastieristi è che, dal momento in cui imparano a suonare il sintetizzatore, sono spinti a suonare come se avessero una chitarra. Pensano di suonare come Jimi Hendrix ma non succederà. Fondamentalmente, un sintetizzatore è un piccolo strumento squallido. Come potrebbe avere i meravigliosi toni e le capacità espressive della chitarra elettrica?”.
    “Cerco la definizione, strumenti a linea singola che aggiungono un tocco pulito ai suoni della chitarra. I tastieristi orientati al jazz creano problemi all’orchestrazione. non riescono a capirlo. In concerto, specialmente con strumenti elettrici, il suono è così denso che non hai bisogno di accordi di 12 note sul pianoforte, molto meno su due configurazioni di tastiera. Hai bisogno di linee singole che siano suonate in modo pulito ed escano nel modo giusto”.
    “Tutti vogliono suonare molto in ogni forma di musica, anche i chitarristi. È difficile convincere un chitarrista che poche note faranno il lavoro meglio di un milione di note. Questo è un problema che devo affrontare come compositore e orchestratore. Non appena le luci si accendono e il pubblico applaude un paio di volte, ognuno inizia ad aggiungere le proprie piccole cose. Alla fine di un tour, molte cose suonano come il caos. Questo è uno dei motivi per cui alcune persone perdono il lavoro”.
    “La musica si basa su contrasti tra cose molto semplici e cose molto complicate. Se tutto è sempre complicato, non c’è contrasto e non c’è contatto con il pubblico, non possono gestirlo. Il pubblico non vuole essere sconcertato dalle 32 note che lo circonda costantemente per due ore. Non è divertente da ascoltare”.
    (FZ, Keyboard Magazine, 1980)

    Odeon Hammersmith, 1978
    Nella maggior parte dei concerti, lo spettacolo consisteva in due ore solide di musica durante le quali non ci sono banalità come intervalli o spazi durante i numeri in cui il pubblico può applaudire.
    Zappa ha seguito circa 20 numeri in un blocco continuo di musica. Una sera l’ho visto in 45 minuti di bis.
    La notte seguente si è fermato dopo il primo numero dicendo al pubblico che avrebbe suonato del materiale che forse non gli piaceva perché voleva registrarlo su nastro (usando la Manor Mobile) e che se volevano uscire a bere qualcosa, poco dopo sarebbe iniziato lo spettacolo vero e proprio.
    (muzines.co.uk)

    SUL PUNK
    Frank Zappa ammirava lo spirito insofferente del genere punk, ma ne disprezzava la totale mancanza di tecnica, talento e organizzazione.

    “La maggior parte delle persone impegnate nella musica elettronica usa suoni di tipo spaziale e li attacca tutti insieme. Il mio interesse per gli strumenti elettronici è ottenere esecuzioni accurate di altezze, ritmi e armonia, gli elementi essenziali della musica. Mi piace anche il rumore, come il colore, ma come stile di vita non è esattamente la mia idea di divertimento.
    Dal momento che le mie composizioni sono fatte di altezze, melodia e armonia, scelgo suoni familiari con cui è facile identificarsi dal mondo reale. In questo modo, puoi concentrarti su ciò di cui parla la musica, piuttosto che sulla natura fantascientifica della macchina… Spesso, le persone si dichiarano contro l’uso della tecnologia in una composizione: bene, sono ignoranti, totalmente ignoranti”.
    (FZ, Digital Audio, ottobre/novembre 1984)

  • Frank Zappa & Electronic Music: FZ’s pioneering work

    Frank Zappa & Electronic Music: FZ’s pioneering work

    The Return of the Son of Monster Magnet (Freak Out, 1966)
    Jazz From Hell (brano dell’omonimo album, 1986)
    N-Lite (Civilization Phase III, 1991)

    Anche nella musica elettronica, Frank Zappa è stato in grado di indicare nuove strade da percorrere.
    In fondo, ha sempre inserito nei suoi lavori ‘momenti’ di elettronica. E’ sufficiente citare The Return Of The Son Of The Monster Magnet (dall’album Freak Out), brano di musica concreta che l’autore avrebbe voluto completare con ulteriori sovraincisioni ma che è rimasto incompiuto.
    L’elettronica era già presente nel suo concerto del 19 maggio 1963: le composizioni di Zappa (Opus 5 for Piano) sono state suonate dalla Pomona Valley Symphony Orchestra. Queste opere aleatorie richiedevano un po’ di improvvisazione, un pezzo per orchestra e musica elettronica registrata con immagini di accompagnamento.

    https://www.youtube.com/watch?v=TzBpJBv3T34

    In particolare, nell’album We’re Only In It For The Money, ci sono brani di musica elettronica come Nasal Retentive Calliope Music e The Crome Plated Megaphone Of Destiny.

    https://www.youtube.com/watch?v=GCYKXknGlLU

    Ma ce ne sono anche altrove con nastri accelerati e altri trucchi noti post-darmstadtiani. Tuttavia, Zappa si è dedicato sistematicamente all’elettronica solo quando ha iniziato ad usare il Synclavier, nuovo strumento di computer music con cui ha dato vita a brani umanamente ineseguibili sfogando le proprie pulsioni naturali ritmico-timbriche. Non rinuncia al sistema temperato, ma lo porta alle estreme conseguenze.
    Zappa inizia a sperimentare il Synclavier in Zappa Meets The Mothers Of Prevention (1985) con brani che hanno un carattere “pop” ma con poliritmi potenziati, oltre ogni possibilità umana, accelerazioni frenetiche e percussioni sintetiche incalzanti. Nel brano Porn Wars, Zappa elabora con il sintetizzatore voci tratte dalla sua audizione alla Commissione del Congresso sulla questione dei suoi testi “pornografici” allineandosi al filone della cosiddetta musica concreta e concludendo con un grintoso assolo rock di chitarra elettrica. Ancora più interessanti sono due brani al Synclavier di Jazz From Hell (1986): While You Were Art II e il brano (post-jazz elettronico) che dà il titolo all’album.

    Il progetto più impegnativo di Zappa al Synclavier resta, però, Civilization Phase III (1991): nel secondo disco, i brani di questo album ricordano Toru Takemitsu, che Zappa ha esplicitamente dichiarato di ammirare, a cui aggiunge la poliritmia e la percussività, immancabili nelle corde zappiane. In questo album, spiccano Navanax, Buffalo Voice e il pezzo forte N-Lite. Di Buffalo Voice esiste una versione più lunga pubblicata nell’album postumo Feeding The Monkies At Ma Maison, totalmente realizzato al Synclavier e dedicato ai maestri Elliott Carter e Pierre Boulez. Un brano “sospeso”, etereo, ipnotico, dai timbri cristallini e dalle accelerazioni poliritmiche discrete alternate a momenti di stasi. Qui l’influenza di Takemitsu diventa più marcata e l’effetto è ‘psichedelico’. N-Lite non è un semplice brano: è un poema sinfonico o un balletto: la seconda parte è carica di una tale quantità di timbri che – come dice qualcuno – nella storia della musica non esiste nulla di simile. E’ un enorme calderone di suoni ed effetti: potrebbe apparire come aleatorio e caotico ma Zappa non lascia nulla al caso. N-Lite fa parte delle opere più importanti dello Zappa “serio” e si pone come capofila della computer music contemporanea.

    Un altro brano da non perdere, sempre al Synclavier, è Grand Wazoo (da non confondere con il disco omonimo). E’ stato pubblicato nell’album postumo Lost Episodes: raffinato, ricercato nelle nuance timbriche, rivela un gusto sofisticato di Zappa che non tutti conoscono.
    La musica ‘seria’ di Zappa include monologhi e dialoghi che rappresentano veri e propri recitativi moderni nell’ambito della ‘musica concreta’, basata su suoni e rumori naturali. Nei lavori di John Cage il ‘parlato’ faceva parte del suo apparato musicale tanto quanto il silenzio. Da questo punto di vista, Zappa non ha inventato nulla, l’ha solo sviluppato e personalizzato con nuove implicazioni.
    Esiste una versione al Synclavier della colonna sonora del documentario Outrage At Valdez, brano eseguito in versione molto più breve dall’Ensemble Modern in The Yellow Shark.

    https://www.youtube.com/watch?v=I8_wz-UmMec

    Pensiero di Zappa su Edgar Varèse
    “È un grande errore associare Edgar Varèse ai compositori elettronici perché non c’è un compositore elettronico in giro oggi che possa baciargli le scarpe. Riuscì ad ottenere nuovi suoni da strumenti normali. Sognava suoni che erano disegni e forme e che nessuno aveva mai sognato prima; suoni che potrebbero essere facilmente eseguiti oggi con apparecchiature elettroniche. Ha trovato un modo per ottenere quei suoni con un’orchestra e questo è fare qualcosa di significativo”.
    (Frank Zappa, The Valley News, 30 dicembre 1977)