
“Zappa esprime la musica del villaggio globale. Non è più musica strettamente americana o un genere ben definito. Frank suona musica sui generis che diventa di genere solo quando lui si diverte a farlo: è un qualcosa a sé stante, un non-genere. Non ci sono più limiti e non ci sono barriere. Questa è la lezione più grande che lui abbia dato perché, in qualche modo, coinvolgeva anche la musica colta, il jazz, quello che è stato e che sarà la musica rock commerciale, la musica delle radio, la muzak vera e propria, il kitsch, qualsiasi cosa. Tutto è buono se utilizzato nella maniera giusta”.
(Ernesto Assante, critico musicale, Mangiare Musica giugno 1994)