Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: film documentario

  • “A day with Frank Zappa” (1971): documentario diretto da Roelof Kiers

    Nel 1971, Roelof Kiers ha diretto il documentario “A Day with Frank Zappa” per la VPro Television.

    Zappa viene ripreso in casa e in tour.

    Il genio di Baltimora ha permesso ad un tizio armato di telecamera di filmare la sua band al Fillmore West con Flo e Eddie. In certi momenti, sembra che il cameraman si trovi sul palco.

    Il documentario include 4-5 canzoni: la performance è stata filmata da una sola angolazione.

    Zappa definisce il Fillmore West come una ‘prigione psichedelica’ (psychedelic dungeon) e non ha prezzo. E’ un interessante pezzo di storia musicale…

    Il cast principale è composto da Frank Zappa, Dweezil Zappa, Moon Unit Zappa, Gail Zappa, Wild Man Fischer e Pamela Des Barres.

  • “Zappa”: il film documentario di Alex Winter

    "Zappa" il film documentario di Alex Winter

    Il film documentario “Zappa” diretto da Alex Winter (distribuito da Nexo Digital) è uscito nei cinema il 15 novembre 2021 e vede la presenza, tra gli altri, di David Bowie, Mick Jagger, Arsenio Hall, Alice Cooper e Ringo Starr. Il lavoro è stato realizzato grazie all’accesso all’archivio privato della famiglia Zappa. Annunciato su Kickstarter nel 2016, il film è diventato il documentario più finanziato nella storia del sito di crowdfunding con una raccolta fondi di oltre un milione di dollari. Grazie al denaro raccolto sulla piattaforma Kickstarter il regista Alex Winter ha avuto accesso agli archivi personali di Zappa (The Vault).

    Nell’intervista che segue, il regista Alex Winter racconta come è stato realizzato il documentario “Zappa” attingendo ai materiali della ‘Crypta’, l’archivio personale di Frank. Si tratta di un’esplorazione approfondita della vita privata di Zappa.

    Il film di Alex Winter celebra l’individualismo, l’antiautoritarismo e l’imprenditorialità di Zappa con le sue lotte contro la censura, il conformismo e il comunismo.

    Zappa è stato uno dei primi artisti moderni in ambito musicale a fondare la propria etichetta. Ha testimoniato davanti al Congresso affermando che etichettare la musica in base al contenuto dei testi è un attacco alla libertà di parola. Ha ispirato Vaclav Havel ed altri soggetti impegnati a combattere il regime comunista repressivo in Cecoslovacchia. Il genio di Baltimora era antifascista, a favore dei diritti dei cittadini: le sue convinzioni su libertà di parola, individualismo e imprenditorialità avevano forti connotazioni libertarie. Ha visto arrivare la rivoluzione tecnologica, era un compositore e musicista all’avanguardia.

  • Eat That Question: Frank Zappa in His Own Words – trailer documentario + 3 brani da The Grand Wazoo

    2 Trailer film/documentario Eat that question +

    3 versioni di Eat that question (Minimal Art, Eat That Question, Version 1, Take 2, Waka/Wazoo 1972 – Passaic, 1973 – Live 1988 incluso nell’album Make A Jazz Noise Here, 1991) +

    From Eat That Question Theme by Frank Zappa (include filmato tratto da The Yellow Shark, prove e show a Barcelona 1988)

    Prima del documentario “Zappa” (realizzato dal regista Alex Winter), il documentarista tedesco Thorsten Schütte ha realizzato, nel 2016, un’opera indipendente: “Eat That Question: Frank Zappa in his own words” (distribuito da Sony Pictures Classics). Schütte, a differenza di Winter, non ha avuto accesso al leggendario archivio di materiale audio e video della famiglia Zappa, ma è riuscito comunque a documentare con grande precisione le apparizioni pubbliche più significative di Frank. La musica viene usata come stacchetto solo per voltare pagina: nessuna intervista a vecchi compagni di band, nient’altro che Zappa in persona che parla di politica, cultura, filosofia, vita familiare e musica. Apparizioni in qualità di ospite a talk show, deposizioni davanti al Senato degli Stati Uniti, spezzoni di programmi musicali americani ed europei: tutte occasioni per ricevere il messaggio zappiano direttamente da Frank in persona senza alcuna intermediazione. Si tratta di un lungo montaggio di tante piccole performance verbali del genio della musica. In questo documentario, Zappa dimostra anche di essere uno strano tipo di conservatore. Racconta di quanto fossero politicamente confusi e violenti gli studenti tedeschi in rivolta nella Berlino Ovest del 1968. I leader studenteschi avevano invitato Zappa ad andare ad appiccare un incendio ad una base Nato lì vicino e Frank aveva risposto con una domanda: siete pazzi o cosa? Da lì erano cominciate le contestazioni e gli incidenti durante il concerto. Viene documentata anche l’avventura di Zappa in veste di Ambasciatore Culturale e Commerciale degli Stati Uniti nella Cecoslovacchia di Vaclav Havel. Un’avventura da sogno hippy che fu bruscamente interrotta dal Segretario di Stato americano James Baker, il quale disse più o meno ad Havel: “Puoi scegliere se intraprendere regolari rapporti con gli Usa oppure intraprenderli con Frank Zappa, decidi tu”. “Eat That Question” è il ritratto fedele di un uomo libero, scomodo, controcorrente, postmoderno, sempre un po’ a disagio con il resto dell’umanità, estremamente intelligente e fondamentalmente solipsista (individualista).

    Questo film documentario è uno sguardo in profondità nella vita e nell’opera di avanguardia musicale di Frank Zappa. E’ un ritratto di Zappa fatto attraverso un montaggio serrato di interviste (anche rare) rilasciate in 30 anni di carriera sui temi più disparati, dal rapporto col pubblico alla lotta contro la censura. Frank ci parla di se stesso. Il fenomeno Zappa viene, dunque, ricostruito attraverso registrazioni sonore e filmati creduti persi, provenienti da Europa, America, Asia e Australia. Interviste e performance sono state scrupolosamente raccolte dal regista Thorsten Schutte dagli oscuri archivi delle stazioni televisive di tutto il mondo. E’ possibile seguire Zappa dalla giovinezza al periodo dell’intrepido ‘mostro’ fino ai suoi ultimi giorni in cui non ha mai smesso di creare e produrre. Zappa si mostra come un workaholic, un maniaco del lavoro, perfezionista, meticoloso, un compositore carismatico, intransigente, che non ha mai rinunciato a dire la sua e ad esprimere le sue idee e convinzioni, con tutta l’intenzione di liberare il pubblico da ogni conformismo. Schütte ha lavorato per diversi anni su questo film documentario ricevendo il supporto di Gail, la moglie di Frank Zappa, nel 2008, beneficiando anche del coinvolgimento di figli del musicista. I produttori esecutivi del documentario risultano essere, oltre a Thorsten Schütte, Gail e Ahmet Zappa.

    Dweezil Zappa ha commentato così il film documentario: “Eat that question raccoglie percezioni e concetti disparati e li unifica in un film avvincente, espresso con le parole di mio padre. E’ una straordinaria lezione di storia e funge da porta d’accesso alla sua mente musicale”.

    Eat that question: il brano tratto dall’album The Grand Wazoo

    Eat that question è anche un brano strumentale tratto dall’album The Grand Wazoo, che si rifà all’ipercreatività di Uncle Meat. La traccia base era, inizialmente, una semplice improvvisazione di George Duke. L’orchestrazione è scritta intorno a questo interludio e gonfiata con una sequenza di percussioni che evoca lo scontro cerimoniale delle armature.