Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: Frank Zappa

  • Blood on the Canvas: the Frank Zappa & Eric Bogosian tape, recorded and never released, why?

    Intervista radiofonica con Eric Bogosian e Frank Zappa dell’11 luglio 1986 condotta da Greg Fitzgerald della WGBH, Boston

    Grazie ad uno short pubblicato su @BOBONZAPPA, il canale YouTube del ricercatore Bob Dobbs, ho scoperto il progetto Blood on the Canvas. Ringrazio Bob Dobbs per questo short

    Registrato su cassetta all’UMRK nel 1986, “Blood on the Canvas” viene descritto da Patricia A. Dreyfus (Money magazine, settembre 1986) come “una satira sullo spettacolo, una commedia musicale sulla castrazione e la morte sul palco”.

    Blood on the Canvas è stato scritto da Frank Zappa ed Eric Bogosian con musiche per Synclavier di Zappa. Fu eseguito da Eric Bogosian e prodotto/diretto da Zappa.

    Nel corso dell’intervista di Patricia A. Dreyfus, Frank Zappa con un luccichio diabolico negli occhi dichiarò: “Probabilmente, è la cosa più blasfema che qualcuno abbia mai sentito”.

    Blasfema? Avendo letto i testi delle varie tracce della cassetta pubblicati su Wiki Jawaka direi di sì. Il linguaggio non è semplicemente provocatorio ma esplicito, i testi seguono fedelmente la storia. Una storia oltraggiosa e irriverente. Tra i vari personaggi, troviamo un regista porno, un vecchio ebreo, un cristiano, prostitute, fumatori di crack, ubriaconi, pusher, fondamentalisti e… un artista performativo.

    Cosa intende Frank per ‘artista performativo’? Un artista disposto a tutto, ma proprio a tutto pur di ottenere una parte e sperare nel successo.

    “Se vuoi essere nello show business, devi dare il massimo; devi andare fino in fondo”. L’attore, in tutta la storia, deve essere disposto a tutto, anche a farsi evirare o a morire sul palco.

    “Ti paghiamo per morire. Abbiamo sbrigato tutte le pratiche con i sindacati, pagato la P&W; abbiamo fatto tutto noi…” dice Bobby all’attore Tony.

    Attore, comico, drammaturgo, sceneggiatore e romanziere statunitense, noto per i suoi monologhi teatrali, Eric Bogosian raccontò di questa sua esperienza con Zappa in un’intervista. Il progetto fu commissionato dal Los Angeles Museum of Contemporary Art. Avrebbe dovuto essere disponibile su cassetta presso la libreria del museo ma, dopo l’anteprima, lo stesso museo che richiese l’opera alla fine la bandì.

    Non si ha notizia di alcuna copia distribuita: l’intero programma era accompagnato da un avviso sul contenuto linguistico e si consigliava ‘discrezione’.

    “Frank e io abbiamo registrato il nastro nel 1986 nel suo studio sulle colline di Hollywood. Ho scritto ed eseguito tutto (tranne la musica). Frank ha curato e prodotto il mio materiale. A fine lavoro, Frank voleva controllarne i diritti d’autore. Quando morì, gli eredi di Frank hanno continuato a volerne il controllo totale. Mi sono offerto di condividere i diritti d’autore e non sono interessati. Adoro il pezzo e mi piacerebbe che la gente lo ascoltasse, soprattutto i fan di Zappa”. (Eric Bogosian)

    Bob Stone ha affermato che il pezzo radiofonico Blood on the Canvas non è mai stato pubblicato perché “la versione che ho sentito prevedeva una disputa sulla partecipazione ai diritti d’autore. Eric voleva più di quanto Frank fosse disposto a concedere per la sua partecipazione”. (Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles)

    “E’ stato fantastico lavorare con Frank Zappa, mi sentivo imparentato con lui a livello psichico. Zappa aveva plasmato la mia mente adolescenziale con un certo cinismo e un certo senso dell’umorismo. Negli anni Sessanta, furono MAD Magazine e Frank Zappa a dirmi come avrei dovuto pensare al mondo… All’epoca, era molto coinvolto nella questione dei Dead Kennedys perché erano stati censurati. Voleva realizzare una cassetta che sostanzialmente doveva essere censurata. Nessuno la trasmetteva mai alla radio tranne che a Boston. Avevamo un accordo con il Museum of Modern Art di Los Angeles per un’edizione limitata di 10.000 copie”.

    (Eric Bogosian intervistato dal regista Richard Linklater,The Austin Chronicle, novembre 1995)

    Blood on the Canvas

    Lato A

    1. Bobby, This is Tony
    2. Cue 1
    3. WXTC
    4. Massaggio Galore (BOTC)
    5. Cue 2
    6. It’s the Eighties
    7. Cue 3
    8. Get The Makeup
    9. Cue 4
    10. I Can Get Us In
    11. Cue 5
    12. I’m Going To Have To Put You On Medication
    13. Cue 6
    14. We’re Gonna Kill Ya
    15. Cue 7
    16. Chewin’ On The Wires
    17. Reagan At Bitburg (BOTC)

    Lato B

    Intervista radiofonica con Eric Bogosian e Frank Zappa dell’11 luglio 1986 condotta da Greg Fitzgerald della WGBH, Boston, prodotta in collaborazione con il LA Museum of Contemporary Art.

    La serie di tracce ‘Cue’ include brani strumentali. Massaggio Galore è la stessa di Jazz from Hell ma sfuma dopo circa un minuto.

  • Frank Zappa: Blood on the Canvas by Patricia A. Dreyfus, Money Magazine, Sept. 1986

    Il rocker iconoclasta Frank Zappa divenne famoso nel 1967 quando fu fotografato seduto sul water. Ancora oggi, Zappa si diletta ad oltraggiare la borghesia. La sua ultima fatica, in collaborazione con il monologhista Eric Bogosian, è una satira sullo spettacolo intitolata Blood on the Canvas. Può essere descritta come una commedia musicale sulla castrazione e la morte sul palco.

    “È probabilmente la cosa più blasfema che si sia mai sentita” esulta Zappa con un luccichio diabolico negli occhi castano-neri…

    (Patricia A. Dreyfus, Money Magazine, settembre 1986)

  • THE BAR (Dupree’s Paradise): xenochrony with music by Frank Zappa & George Gershwin

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa e George Gershwin

    Per questa xenocronia ho utilizzato i seguenti brani: Dupree’s Paradise

    • Live Solliden, Stoccolma, Svezia, 21 agosto 1973
    • Live Cheaper Than Cheep, 21 giugno 1974
    • Live Berkeley Community Theatre, 16 febbraio 1974
    • Live Helsinki, Finlandia 1974, You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 2 – The Helsinki Concert
    • Live 1988, Make A Jazz Noise Here
    • An American in Paris (George Gershwin)
    • Rhapsody in Blue (George Gershwin)
    • Summertime (George Gershwin).

    Le immagini lievemente rallentate dello storico Live a Solliden (Stoccolma) del 21 agosto 1973 non sono sincronizzate con la xenocronia.

    “Dupree’s Paradise è il nome di un bar a Watts dove andavamo per le jam session delle 6 del mattino”. (Frank Zappa, International Herald Tribune, 10 gennaio 1984)

    In effetti, la lunga suite polimetrica Dupree’s Paradise di Frank Zappa è ispirata ad una caotica jam session mattutina in un bar sull’Avalon Boulevard a Watts, Los Angeles, di una domenica del 1964. Catturando l’atmosfera di questa scena, il brano presenta un gruppo eterogeneo di personaggi tra cui ubriaconi, musicisti, degenerati e poliziotti, il tutto sullo sfondo della cultura beatnik. Zappa combina elementi come ritmi derivati da modelli linguistici e stili musicali che ricordano George Gershwin e il serialismo.

    In lingua inglese, il termine ‘bar’ non si riferisce soltanto al classico locale dove recarsi per gustare un caffè o consumare cibo e bevande a tutte le ore. Nel linguaggio musicale, ‘bar’ si traduce in ‘barra, battuta, misura’ che contiene un certo numero di note e pause. In origine, il termine inglese ‘bar’ indicava, oltretutto, la sbarra o bancone che separa il barista dai clienti.

    Il tour di debutto del brano risale a febbraio/luglio 1973 durante cui emergono due talenti: George Duke alle tastiere e Jean-Luc Ponty al violino elettrico, protagonisti di storici assoli insieme all’impressionante trombone di Bruce Fowler ed agli inconfondibili assoli di Frank Zappa con alle percussioni una Ruth Underwood in gran forma.

    Dupree’s Paradise appare in diversi album per altrettante versioni:

    Over-Nite Sensation 50th Anniversary Super Deluxe Edition, Piquantique e Unmitigated Audacity (BTB 1),

    Road Tapes Venue 2,

    Halloween 73,

    The Roxy Performances,

    Roxy By Proxy,

    Apostrophe (‘) 50th Anniversary Edition,

    Zappa/Erie,

    Cheaper Thank Cheep,

    You Can’t Do That On Stage Anymore Vol. 2 e Vol. 5,

    Studio Tan (Lather),

    The Perfect Stranger,

    Strictly Genteel,

    Make A Jazz Noise Here.

    “Zappa è, in qualche modo, il Gershwin del rock alternativo, rappresenta la capacità di usare tutto nella stessa maniera.

    (Gino Castaldo, critico musicale, Mangiare Musica giugno 1994)

    “Mi piace pensare la musica come una scienza emozionale”. (George Gershwin)

    Il compositore, pianista e direttore d’orchestra statunitense Jacob Gershowitz (in arte George Gershwin, 1898/1937) è ritenuto l’iniziatore del musical americano.

    Le sue composizioni combinano la musica classica con le sonorità tipiche della musica popolare (in particolare, del jazz). Un grande punto in comune con Frank Zappa.

    La principale innovazione di Gershwin sta nel fondere elementi classici (schema rigido, perfezione nello stile, ecc.) con ritmi e melodie jazz fortemente radicate nella musica nera americana.

    Iniziò a suonare il piano senza metodo all’età di 10 anni. Prese lezioni di pianoforte per due anni in modo dilettantistico: cercava di riprodurre le melodie ascoltate ai concerti per orchestra e studiava per suo conto il metodo classico dei grandi maestri europei.

    Insieme a suo fratello Ira, nel 1928 George Gershwin si recò a Parigi per dedicarsi allo studio della composizione. Diversi compositori, tra cui Maurice Ravel, si rifiutarono di fargli da insegnanti. Temevano che il rigore della classicità potesse reprimere la sua propensione per il jazz.

    Gershwin fu fortemente influenzato dai compositori francesi del tardo XIX secolo come Debussy e Ravel ma anche da Igor Stravinskij e Arnold Schonberg. Un altro punto in comune con Zappa.

    The Guardian stabilì la sua appartenenza massonica insieme ad altri grandi del jazz come Glenn Miller, Paul Whiteman e Irving Berlin.

  • Absolutely Free, il libretto completo: parole e musica di Frank Zappa (1967)

    Absolutely Free: il libretto completo con tutte le parole sul disco

    ABSOLUTELY FREE – THE COMPLETE LIBRETTO

    ABSOLUTELY FREE – THE MOI AMERICAN PAGEANT

    Entrambi i libretti completi accompagnano la registrazione VERVE V/V6-5013 delle MOTHERS of INVENTION.

    Parole e musica di FRANK ZAPPA (1967)


    PREFAZIONE

    Secondo John Tasker Howard, la musica ha sempre mostrato in che modo le persone pensano e sentono. Probabilmente ha ragione. La musica delle MOTHERS rappresenta i sentimenti di quella che potrebbe essere descritta come LA VASTA MINORANZA. I sentimenti delle persone ai margini di tutto… quelle a cui non importa di essere IN o OUT… non importa di essere HIP, HEP, SWINGIN’ o ZORCH. Questo è il pubblico che le MOTHERS vogliono raggiungere… quei pochi che hanno dentro di sé il potere di causare o motivare il cambiamento sociale ma non l’hanno mai usato per un motivo o per l’altro. Se stai leggendo questo e lo capisci (anche se hai i capelli corti e guardi la TV 18 ore al giorno), è ora che tu capisca CHI e COSA SEI. È ora che tu capisca cosa significano le parole delle nostre canzoni.

    Questo album fu registrato la settimana prima del Giorno del Ringraziamento, nel novembre del 1966, a Los Angeles, presso i Sunset Highland Studios della TTG Inc., in una serie di 4 sessioni (circa 25 ore di studio). Fu editato e rimixato a New York City, presso gli MGM Studios, in 5 sessioni (circa 35 ore di studio) la settimana successiva. L’album fu finalmente pubblicato intorno al 26 maggio 1967… il motivo del ritardo? In parte a causa di questo libretto. Il piano originale era di includere nell’album i testi di questa brochure. La casa discografica tentò di censurare i testi e ne seguì una lunga e complessa discussione. Fummo costretti a realizzare questo prodotto.

    La musica in sé ha richiesto diversi anni di composizione (America Drinks & Goes Home è stata scritta nel 1964… la maggior parte degli altri segmenti sono stati scritti prima o subito dopo l’uscita di Freak Out! (il nostro primo album, nel 1966). Ci auguriamo che questo materiale vi aiuti ad apprezzare il nostro lavoro a un livello più personale.

    Grazie
    Frank Zappa per The Mothers of Invention

    INTRODUZIONE AL TESTO

    La seguente introduzione al testo di Absolutely Free è apparsa sul quotidiano underground britannico The International Times (Frank Zappa, “Mothers of Invention; The Lyrics Are Absolutely Free.” The International Times 18.1/6 – 31 agosto – 13 settembre 1967 – 10-12.):

    QUESTE sono le parole dei brani del nostro nuovo album “Absolutely Free”. Non si tratta di una ristampa del libretto originale pubblicato negli Stati Uniti per accompagnare questo disco. È un tentativo frettoloso di dare all’ascoltatore britannico la possibilità di comprendere più a fondo il messaggio insito nell’album.

    Pauline Butcher, segretaria personale, in una massacrante sessione di cinque ore, è stata sottoposta al terribile compito di tradurre le incomprensibili assurdità del nostro album in un formato che spero la maggior parte di voi possa comprendere.

    Alcuni termini, abbreviazioni ed espressioni colloquiali utilizzati nei testi potrebbero non essere familiari agli ascoltatori britannici. Oltre alle parole delle canzoni, questa versione speciale del libretto includerà brevi spiegazioni tecniche. (Frank Zappa)

    PLASTIC PEOPLE

    Gli stronzi insinceri che governano il Paese di quasi tutti sono persone di plastica. Riferimenti a Sunset Boulevard, Pandora’s Box, CIA e Laurel Canyon, tutti legati alle prime rivolte giovanili a Los Angeles l’anno scorso. (segue il testo)

    THE DUKE OF PRUNES

    The Duke of Prunes è una canzone d’amore surreale. L’immaginario sessuale eufemistico popolare nei brani country blues, con cui molti di voi potrebbero già avere familiarità, viene trasposto in questo particolare brano dal semplice “… me, suck me, till my eyes roll back baby” a “prune me, cheese me, go-kart…” o qualcosa del genere. Questa canzone è molto strana. (segue il testo)


    AMNESIA VIVACE

    Un affascinante duca cerca di rimorchiare due cheerleader in un parcheggio che lo colpiscono in faccia con una pietra, portando Amnesia a mormorare tra i denti: “Duca, duca, duca, duca… Prugne, prugne, prugne, prugne… È bello rivederti… Sarai la mia duchessa delle prugne, la mia duchessa delle prugne…”.

    THE DUKE REGAINS HIS CHOPS

    (segue il testo)

    CALL ANY VEGETABLE

    L’indizio migliore per questa canzone potrebbe risiedere nel fatto che le persone inattive in una società, le persone che non sono all’altezza delle proprie responsabilità sono verdure. Credo che queste persone, anche se inattive, apatiche o indifferenti, possano essere motivate verso un tipo di esistenza più utile. Credo che se chiami una verdura qualsiasi, questa ti risponderà. (segue il testo)

    INVOCATION & RITUAL DANCE OF THE YOUNG PUMPKIN

    La giovane zucca danza e suda attorno a una scrivania, portando all’Amnesia.

    SOFT SELL CONCLUSION AND ENDING

    (segue il testo)

    AMERICA DRINKS

    Su questo lato dell’album ci sono due versioni del testo. Questa versione che apre il secondo lato è, in effetti, un’astrazione (in anticipo) del testo che chiude il secondo lato. I versi iniziali di “One, two, buckle my shoe” e “doopie, doopie” derivano da un periodo chiamato “My Little Red Book”. (segue il testo)


    STATUS BACK BABY

    Status Back Baby è una canzone sulla giovane America acneica e sulle sue prove e tribolazioni quotidiane. È un peccato che molti giovani americani si preoccupino davvero di perdere il loro status al liceo. De Molay è un’organizzazione religiosa giovanile negli Stati Uniti. Una Pom Pom Girl è una ragazza che taglia strisce di carta crespa per tutta la settimana dopo la scuola per creare un oggetto noto come pom pom, ovvero una palla gonfia composta da strisce di carta crespa. Dopo aver creato il suo pom pom, andrà alla partita di football e salterà in aria con il suo pom pom in mano gridando, mentre lo fa, queste parole immortali: “Abbiamo una squadra che è sulla trave, davvero brava. Forza tigri, scuoiamole vive” oppure “Spingiamole indietro, spingiamole indietro. Ci piace, sissboombah”. Poi bevono birra e rimangono incinte nel retro dell’auto di qualcuno. (segue il testo)


    UNCLE BERNIE’S FARM

    Uncle Bernie’s Farm è una canzone sui giocattoli brutti e sulle persone che li producono. È implicita la possibilità che le persone che comprano i giocattoli brutti possano essere brutte quanto i giocattoli stessi.
    (segue il testo)

    SON OF SUZY CREAMCHEESE

    Son of Suzy Creamcheese è l’emozionante saga di una giovane groupie. Le sue azioni sono tutte motivate dal desiderio di essere sempre “in” (alla moda). Da qui l’abuso di droghe (perde la testa per l’assunzione di troppo acido), il furto della scorta nascosta di droga del fidanzato e la partenza da Los Angeles per una marcia di protesta a Berkeley. (segue il testo)


    BROWN SHOES DON’T MAKE IT

    Brown Shoes don’t make it è una canzone sulle persone che gestiscono il governo: creano leggi e ordinanze inique, forse inconsapevoli del fatto che le restrizioni che impongono ai giovani in una società sono il risultato delle loro frustrazioni sessuali nascoste. I vecchi sporcaccioni non hanno alcun diritto di governare il tuo Paese.
    (segue il testo)

    AMERICA DRINKS AND GOES HOME

    America Drinks And Goes Home è una parodia poco sottile del comportamento degli adulti nei cocktail bar di quartiere americani. L’umorismo è rivolto a:

    1. il tipo di musica che i tuoi genitori amano ascoltare;
    2. il modo in cui amano che venga eseguita (la mancanza di sincerità del cantante da night club nel suo discorso di chiusura agli alcolisti al bar);
    3. il modo in cui il pubblico persiste nel parlare a un livello superiore a quello della musica durante l’esecuzione (il che smentisce la loro mancanza di rispetto per l’arte e per chiunque sia coinvolto nell’esecuzione musicale)

    (segue il testo)

  • FZ e MOI al Village Theatre di NY nel 1967 per una curiosa beneficenza

    FZ e MOI al Village Theatre di NY 1967

    Il 28 giugno 1967 al Village Theatre di New York i Mothers of Invention hanno partecipato al Festival Bread For Heads, un evento di beneficenza a sostegno della difesa legale per i fumatori di marijuana arrestati.

    E’ davvero curioso considerando quanto Frank Zappa fosse contrario all’uso di qualsiasi tipo di droga ma era anche a favore della legalizzazione delle droghe.

    Tra i vari partecipanti al Festival: The Fugs, Allen Ginsburg e Tim Buckley.

  • Frank Zappa e Mark Pinske: 1000 modifiche in fase di remix della LSO

    Frank Zappa e Mark Pinske

    Frank Zappa e l’ingegnere del suono Mark Pinske realizzarono circa 1000 modifiche al nastro durante il remix delle registrazioni della London Symphony Orchestra.

    Mick Ekers (autore di Zappa’s Gear)

  • Frank Zappa: 35 chitarre Hagstrom per Lumpy Gravy?

    Frank Zappa con una chitarra Hagstrom
    Frank Zappa in Lumpy Gravy

    Nel 1967 Frank Zappa registrò uno spot radiofonico per l’agente statunitense della Hagstrom, in cui dichiarava di aver usato 35 chitarre Hagstrom per l’album Lumpy Gravy!

    (Mick Ekers, autore del libro Zappa’s Gear)

  • David Walley su Frank Zappa: controversie con il libro “No Commercial Potential”

    David Walley (autore del libro “No Commercial Potential") con Frank Zappa al Newport Jazz Festival, 1969

    Frank Zappa era infuriato con lo scrittore David Walley. Disse che Walley gli aveva inviato la bozza quando avevano già stampato 10.000 copie. Sottolineò che c’erano grosse inesattezze che non avrebbero mai potuto essere corrette.

    “Walley è andato in giro intervistando molte persone, non ha mai fatto riferimenti incrociati, non ha mai esaminato nulla che qualcuno avrebbe detto su qualcun altro. Ha semplicemente messo insieme un sacco di citazioni” (FZ).

    David Walley, nel corso di un’intervista condotta da Paul Remington, ha detto la sua.

    (estratto dall’intervista a David Walley di Paul Remington pubblicata su Zappa Wiki Jawaka)

    “Ero uno dei pochi scrittori a New York che stava dalla sua parte, che sapeva come scrivere di quello che faceva. Frank mi disse: ‘Sei una delle poche persone che capisce quello che faccio’. Mentre stavo concludendo il mio soggiorno a Los Angeles, gli dissi che ero troppo sopraffatto dal materiale, che mi turbava il fatto che lui potesse vivere in un tale caos (la situazione interna alla band, le questioni familiari dietro le quinte, ecc.) e tuttavia essere così solo. Mi guardò in modo molto strano e non disse una parola, ma sapevo di aver colto nel segno. Ricordo di avergli detto che non potevo scrivere il libro, che non sapevo cosa fare. Rispose: ‘Certo che puoi farlo, sai cosa sta succedendo. Sei un bravo scrittore’.

    Credo che avesse difficoltà ad essere onesto con le persone perché pensava che gli avrebbero fatto del male…”.

    “Ho analizzato la musica di Frank Zappa da storico culturale. Era interessante non solo dal punto di vista di ciò che scriveva (testi, assemblaggi musicali di stili), ma anche di come lo faceva. Se fosse stato solo una rock star, pur potendo apprezzare quello che faceva non ne sarei stato così ossessionato…  Era qualcosa di più di una semplice star del rock and roll. Era un compositore che usava il rock and roll come un’altra forma di musica americana. Sono rimasto colpito dal suo uso di forme musicali di ogni genere, così come dal tono satirico dei suoi testi. Aveva le parole e aveva anche la musica, ed era un personaggio americano unico, molto simile a Charles Ives e Howlin’ Wolf… Era anche una figura ‘seria’ e all’epoca ‘controculturale’, ma non nel senso del termine che si dà alla moda…

    Era il 1967. Vidi i Mothers al Garrick Theater di New York City. Quando mi trasferii a New York City ed iniziai a lavorare per Jazz and Pop, recensii We’re Only In It for the Money e Uncle Meat. Dato che il mio editore era amico di Frank, riuscii ad incontrarlo al Newport Jazz Festival, dove lesse l’articolo e mi disse che ero una delle poche persone a sapere cosa stesse facendo. Così continuai a scrivere di Frank e fui uno dei pochi critici della stampa underground a dargli più voce…”.

     “La prima reazione di Zappa al libro fu questa: era divertito, ma non eccessivamente entusiasta… Molti dei soci di Zappa mi hanno contattato e mi hanno detto che avevo scritto un libro esplosivo. Tuttavia, mi hanno detto di NON dirlo a Frank perché li avrebbe licenziati. Ho rispettato i loro desideri, naturalmente, ma ho trovato un certo grado di soddisfazione nel loro consenso per ciò che avevo cercato di fare. I membri della band dovevano stare attenti a quello che dicevano in sua presenza o sulla stampa… Quando Frank licenziò i primi Mothers, lui aveva il controllo: era il leader. Li pagava e loro lavoravano per lui, non con lui… Il libro ha offeso solo Frank, tutti gli altri mi hanno detto che, che gli piacesse o no, era fatto così… A mio parere, la teoria della ‘spinta negativa’ è venuta da Frank stesso, che ha pensato a quello che avrei potuto dire ma non ho detto. Forse avrebbe potuto gestirla molto, molto meglio se l’avessi fatto io. Ma continuo a non capire cosa ci sia di negativo nell’affermare che gli esseri umani sono fallibili. Era un essere umano in un universo umano. Era un grande artista, forse un genio. Anche i geni a volte possono essere stronzi, e allora? Frank passava molto tempo a dare degli stronzi agli altri, cosa che era un suo diritto, ma non riusciva mai a guardare se stesso con altrettanta chiarezza… So quanta cura, sudore e fatica ho impiegato nella scrittura del libro e nella ricerca…

    Nessuno, né Zappa né Mutt Cohen (fratello di Herbie), aveva fatto intendere che avrebbero fatto causa. Il mio editore era in difficoltà, pensando che non avessi mai ottenuto il permesso ma lo consegnai anche se andò perso alla morte del contabile dell’editore e i documenti rimasero bloccati sulla scrivania per sei mesi…Ero persino pronto a rimuovere personalmente i testi offensivi (al di sopra del quoziente di fair use), a far firmare il libro ad ogni persona che aveva contribuito e a scrivere sulla copertina “Censurato”, il che avrebbe certamente aumentato il valore del libro, almeno come reperto storico. Quando finalmente abbiamo trovato il permesso, abbiamo inviato i soldi che ci hanno restituito. Alla fine abbiamo detto “fanculo” e abbiamo pubblicato il libro. Sembra che alla lunga sia andato tutto bene, eh? Ciò che Frank ha detto pubblicamente era spesso in contrasto con il suo modo di agire…

    Chiunque abbia un minimo di buon senso comprende che il libro contiene una mia interpretazione personale in base al modo con cui ho assimilato i fatti (che è prerogativa dello scrittore). Quindi, non ho mai capito perché Frank abbia continuato a passare anni della sua vita (gran parte degli anni Settanta) a criticarmi. Ricordo di avergli detto che se il libro non gli piaceva, non c’era bisogno che lo dicesse. Zappa ha rilasciato interviste su Gallery e Penthouse definendomi uno psicotico – una persona disturbata che non capiva minimamente cosa lui rappresentasse. Ha affermato nelle interviste che dovevo essermi inventato tutto, che niente di tutto ciò aveva alcun fondamento! Sono rimasto davvero ferito dalla reazione di Frank al mio libro, dato che nutrivo solo rispetto per il suo lavoro e per ciò che stava cercando di fare. Ho pensato che fosse una reazione incredibilmente paranoica, ma suppongo che fosse il prodotto della sua visione del mondo, oltre al fatto che in effetti era piuttosto protetto, o meglio, pretendeva di esserlo. Frank era bravo a criticare tutti gli altri, ma non riusciva a reggere le critiche… Professori di università e college mi hanno detto che se uno vuole conoscere l’America degli anni Sessanta, il mio libro lo introduce in modo rapido, accurato e abile. Non dimenticare che mi sono sempre considerato uno storico culturale, anche quando scrivevo di musica pop”.

    “Il suo cinismo era la sua difesa contro il fallimento critico. Ciò che Zappa aveva più di ogni altra cosa era una volontà nuda e cruda, che si manifestava nei suoi sforzi compositivi. In ogni caso, si considerava un outsider nella classica modalità di Colin Wilson (grande classico sull’alienazione). Guarda, il mondo è un posto piuttosto assurdo, le persone sono strane, giusto? Se non puoi riderne, devi piangere. Chi ha bisogno di questo? C’è anche una certa risata cosmica nella satira di Zappa, sebbene a tratti si sia fatta un po’ troppo pesante. Credo che ciò fosse dovuto al suo assecondare i gusti del suo pubblico man mano che si evolvevano…”.

    “Ho scritto la postfazione il giorno della morte di Frank Zappa, l’ho revisionata parecchio e l’ho inviata al New Yorker Magazine. Quando ho finito l’aggiornamento, ho deciso che la volevo anche nel libro; come la mia voce, i miei pensieri. Avevo fatto il mio lavoro di biografo di Zappa e ho pensato che fosse ora di uscire dalle luci della ribalta e fare il mio piccolo discorso. Se il libro non fosse stato ripubblicato, la postfazione sarebbe rimasta nel mio hard disk come uno spazio elettronico vuoto… Onestamente, ero in conflitto con lui. Amavo davvero quell’uomo e il suo lavoro. Non mi piaceva come mi trattava quando non gli avevo fatto nulla. Credo che, considerando quello che avrei potuto scrivere, sono stato decisamente piuttosto “gentile” con lui da questo punto di vista. Comunque, che senso avrebbe avuto scrivere un libro che distruggeva qualcuno di cui rispettavo la musica e la cui visione in qualche modo condividevo? Gli scrittori non dovrebbero esprimersi? Lui era un grande esempio di onestà e di sincerità. Ho pensato che fosse giusto che esprimessi le mie opinioni. Peccato che la postfazione non sia apparsa nel New Yorker…”.

    “Per Frank le visite personali erano uno ‘sforzo’. Lo faceva con tutti. Era a disagio con se stesso (disagio con il linguaggio) ed era veramente felice solo quando lavorava e scriveva. In pubblico aveva questa personalità, geniale ma distaccata. Beh, almeno per me era un atteggiamento un po’ autoritario… Per la cronaca, Frank ha sempre sostenuto, dopo l’uscita del libro e quando ancora parlavamo, che io abusavo della sua amicizia ​​e non sono mai riuscito a capire cosa intendesse…”.

    https://wiki.killuglyradio.com/wiki/David_Walley’s_Exclusive_Interview

  • Strumenti vari e insoliti di Frank Zappa venduti all’asta

    Gong sinfonico di Paiste di Frank Zappa
    1. Gong sinfonico di Paiste

    Un Gong sinfonico di Paiste d’epoca da 28 pollici, suonato sul palco da Ruth Underwood (percussionista di Frank Zappa).

      Faceva parte del set di percussioni di Underwood. Il gong è presente in “A Token of His Extreme”, un album dal vivo registrato da Zappa il 27 agosto 1974 al KCET di Los Angeles, California.

      Il gong presenta due fori sulla parte superiore, utilizzati per il montaggio, sette fori aggiuntivi nella parte inferiore ed una leggera crepa tra alcuni di essi. 

      battuto all’asta Julien’s Auction per 11.700 dollari

      Fisarmonica Numana d'epoca di Frank Zappa

      2. Fisarmonica Numana d’epoca

      Fisarmonica Numana vintage, anni ’70, con 41 tasti e 120 bassi, completa di custodia rigida nera, appartenuta a Frank Zappa.  

      Questa fisarmonica è uno strumento di fabbricazione italiana, in ottime condizioni, con tracolla.

      battuta all’asta per 1.300 dollari

      arpa a ciotola d'epoca di Frank Zappa

      3. Arpa a ciotola d’epoca

      Una rara arpa a ciotola d’epoca appartenuta a Frank Zappa.

      L’arpa a ciotola ha una splendida finitura satinata naturale. È dotata di meccaniche per chitarra montate su un blocco di legno fissato alla ciotola con viti. Dall’altro lato della ciotola si trova un’asta di metallo montata su una graziosa cornice di legno intagliato, imbullonata su una piastra metallica sulla ciotola. Le corde partono dall’asta di metallo, attraversano il corpo cavo della ciotola e sono legate alle meccaniche sull’altro lato.

      All’interno della camera sono presenti tre pickup per chitarra DeArmond in stile tostapane, controllati da una manopola di tono e una di volume fissate sul fondo della camera. Un filo esce dal fondo della camera ed è dotato di un connettore da 1/4 di pollice che può essere collegato a un amplificatore per chitarra. All’interno della camera sono presenti un totale di dodici corde di spessore variabile.

      L’arpa a ciotola produce un suono quando è collegata alla presa di corrente; le manopole del volume e del tono funzionano.

      Alla fine degli anni ’60, Norman Stubbs fondò la East West Musical Instruments Company, nota per le sue giacche di pelle. Per un breve periodo, l’azienda produsse un innovativo strumento musicale chiamato Bowl Harp. Si trattava di un prodotto ispirato dalla passione di Norman per la musica indiana. L’impresa fu finanziata in gran parte dai “soldi facili” della prima iniziativa imprenditoriale di Stubbs, che vendeva un prodotto che prometteva di “chiudere la bocca e aprire gli occhi”. Lo stesso prodotto che, a quanto pare, aveva finanziato i Grateful Dead. La Bowl Harp si rivelò un disastro musicale e commerciale, secondo Stubbs.

      Abbiamo qui uno strumento musicale raro e d’epoca che riflette un’epoca in cui la sperimentazione e l’innovazione senza paura erano all’avanguardia del progresso. Questi sono attributi spesso associati a Zappa. Era un vero visionario e un innovatore coraggioso per la sua epoca. Questa arpa a ciotola testimonia la curiosità musicale di Zappa, la sua libertà e lo stupore infantile con cui si avvicinava alla composizione musicale. Non sorprende che Zappa possedesse un’arpa a ciotola tra il suo arsenale di strumenti eclettici.

      battuta all’asta Julien’s Auction per 3.810 dollari

      Sassofono baritono Buescher di Frank Zappa

      4. Sassofono baritono Buescher

      Sassofono baritono Buescher del 1925, numero di serie 194696, etichetta ICA 949, in una custodia da viaggio grigia. Si ritiene che questo sassofono sia stato suonato da Motorhead Sherwood, dei Mothers originali, e da Bill “Stumuk” Nugent. Lo si può vedere anche nel film ” Uncle Meat” (1987).

      battuto all’asta Julien’s Auction per 8.320 dollari

      Coppia di tamburelli di Frank Zappa

      5. Coppia di tamburelli

      Un paio di tamburelli, uno realizzato dalla CB Percussion e l’altro realizzato a mano in Messico da Velasso con finitura in legno scuro.

      battuti all’asta Julien’s Auction per 780 dollari

      Charango di Frank Zappa

      6. Charango

      Charango tradizionale a 10 corde con corpo ricavato da un guscio di armadillo.

      battuto all’asta Julien’s Auction per 384 dollari

      Marimba Musser 250 Concert Grand di Frank Zappa

      7. Marimba Musser 250 Concert Grand

      Marimba Musser 250 Concert Grand in palissandro utilizzata da Frank Zappa nel suo studio di casa, l’Utility Muffin Research Kitchen.

      battuta all’asta Julien’s Auction per 18.750 dollari

      Tubular Bells di Frank Zappa

      8. Tubular Bells

      Un set di cinque tubular bells (campane tubolari) in una custodia da viaggio blu con la scritta “P-15 Intercontinental Absurdities”. Usato da Ed Mann in tour con Zappa negli anni ’80.

      battuto all’asta Julien’s Auction per 1.875 dollari

      Vibrafono Deagan Commander di Frank Zappa

      9. Vibrafono Deagan Commander

      Un vibrafono Deagan Commander in una custodia da viaggio grigia con un adesivo che dice “Frank Zappa and the Mothers Est. 1960 Cucamonga CA” e la scritta “ICA, P2, DSR P02 Fragile”. Il vibrafono può essere visto nel film di Zappa Roxy the Movie.

      battuto all’asta Julien’s Auction per 56.250 dollari

      Campanelli Musser di Frank Zappa

      10. Campanelli Musser

      Un set di campanelli Musser da 1,5 ottave con quattro bacchette e una custodia bianca con la scritta “ICA P7 USC”. I campanelli furono utilizzati tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 nei tour di Frank Zappa e possono essere visti nel film Roxy: the Movie (Universal, 2015).

      battuto all’asta Julien’s Auction per 15.625 dollari

    1. Batterie, rullanti e strumenti a percussione di Frank Zappa venduti all’asta

      Batteria Ludwig di Frank Zappa

      1. Batteria Ludwig

      Batteria Ludwig da sette pezzi in Butcher-Block Cortex, in una custodia per batteria marchiata “D68 ICA”. Queste batterie furono utilizzate nei tour di Frank Zappa dal 1974 al 1976.

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 4.687 dollari

      Drum machine digitale LinnDrum LM2 di Frank Zappa

      2. Drum machine digitale LinnDrum LM2

      Una drum machine digitale LinnDrum LM2, numero di serie 2912.

      L’unità LinnDrum ha un telaio metallico ben realizzato, verniciato di nero con scritte arancioni. Su entrambi i lati del telaio metallico sono presenti pannelli in legno. Il pannello di controllo è completo di manopole, dissolvenze, pulsanti e pad.

      Come indicato in Zappa’s Gear di Mick Ekers (Backbeat Books, 2019), “Quando FZ registrò la vivace traccia strumentale ‘We Are Not Alone’ su The Man from Utopia, registrò una traccia LinnDrum che non fu successivamente sovraincisa, e si dichiarò sulla copertina dell’album come suonatore di LinnDrum. Il rack vibra in modo allegro e non eccessivamente meccanico, e la batteria suona abbastanza bene da ingannare la maggior parte degli ascoltatori occasionali.”

      La LinnDrum fu prodotta tra il 1982 e il 1985 da Linn Electronics. Si stima che ne siano state vendute solo 5000 unità, il che la rende estremamente rara e da collezione. All’apice della sua popolarità, la LinnDrum fu utilizzata da una serie di artisti e produttori di alto profilo come Michael Jackson e Trevor Horn.

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 16.250 dollari

      Batteria Gretsch di Frank Zappa

      3. Batteria Gretsch

      Un set di batterie Gretsch vintage provenienti dall’archivio di batterie Zappa, con finitura Black Diamond Pearl, con grancassa da 20 pollici modello 4267 e numero di serie 11168, tom da 12 pollici modello 4425 e numero di serie 10974, tom da 13 pollici modello 4416 e numero di serie 80198, tom da pavimento da 16 pollici modello 4418 e numero di serie 36379. 

      Tutti i tamburi hanno pelli Remo, mentre la grancassa e il timpano hanno le gambe.

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 3.250 dollari

      Batteria Remo Rototom di Frank Zappa

      4. Batteria Remo Rototom

      Un set di cinque tamburi Rototom di Remo. Il set è composto da tamburi Rototom da 18, 16, 14, 8 e 6 pollici. Quattro dei tamburi hanno pelli Remo Weather King/Tympany e uno ha una pelle Slingerland CS Batter. 

      Questi furono montati sul setup di Ruth Underwood nel 1976. Due furono usati anche in concerto da Vinnie Colaiuta alla fine degli anni ’70. Possono essere visti come parte della sua batteria mentre suonava con Frank Zappa durante il suo assolo Zeets Drum dal vivo al Capitol Theater di Passaic, New Jersey, il 13/10/1978. Furono usati anche nella sessione dell’album Joe’s Garage

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 2.857,50 dollari

      Batteria Ludwig di Frank Zappa

      5. Batteria Ludwig

      Grancassa Ludwig vintage da 22 pollici anni ’70, numero di serie 829798, con due timpani da 16 pollici, numeri di serie 859725 e 859722, e un tom a rack da 13 pollici, numero di serie 86099, in finitura legno scuro.

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 1.950 dollari 

      Batteria nera con design fluorescente multicolore di Frank Zappa

      6. Batteria nera con design fluorescente multicolore

      Batteria nera con design fluorescente multicolore composta da sei pezzi con tom da 6 pollici, 8 pollici, 10 pollici e 12 pollici, un timpano da 18 pollici e una cassa da 22 pollici.

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 544 dollari

      Batteria con due tamburi Star di Frank Zappa

      7. Batteria con due tamburi Star

      Due tamburi Star, tra cui un timpano da 16″ e una grancassa da 24″, in una custodia per batteria con la scritta “P12” stampata, utilizzati nei tour di Frank Zappa negli anni ’60.

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 960 dollari

      Batteria Ludwig di Frank Zappa

      8. Batteria Ludwig

      Una grancassa vintage da 24 pollici e un tom da 15 pollici con finitura in legno chiaro. Originariamente parte di una batteria Ludwig Octa-Plus utilizzata da Ralph Humphrey nel 1974 e Terry Bozzio nel 1975-1976. Frank Zappa acquistò una coppia di batterie Ludwig Octa-Plus in acero abbinate per la band nel 1974. 

      Secondo “Zappa’s Gear” di Mick Ekers (Backbeat Books, 2019), “Humphrey se ne andò nel 1974 e per un certo periodo alcuni tom trovarono posto nella sezione percussioni di Ruth Underwood. Quando Thompson lasciò la band nel 1975, acquistò uno dei kit da FZ, che tenne l’altro. Terry Bozzio fece un provino per FZ nel 1975, su uno dei set dell’Octa-Plus, e lo suonò durante il suo primo tour con i Mothers (la band dei Bongo Fury con Captain Beefheart alla voce), prima di iniziare a usare la sua Gretsch nera”. 

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 585 dollari

      Batteria elettronica Syndrum modello 178 di Frank Zappa

      9. Batteria elettronica Syndrum modello 178

      Sintetizzatore per batteria Vintage Syndrum modello 178 della Pollard International Division di RDSI, numero di serie 1363, dotato di un trigger per pelle per batteria Syndrum mesh e di un interruttore a pedale Syndrum CV On/Off.

      Frank Zappa era noto per l’utilizzo dei suoni del Syndrum nei concerti dal vivo e nelle registrazioni. In un’intervista del 1980 con la rivista Keyboard, parlò dell’utilizzo del Syndrum insieme al suo organo Hammond B3 modificato. Uno dei tastieristi di Zappa, Tommy Mars, ha confermato in un’intervista con Zappa’s Gear che lui e Terry Bozzio registrarono usando il Syndrum nelle tracce di Zappa. Conferma persino le modifiche apportate all’organo Hammond B3 di Zappa per utilizzarlo come controller per il Syndrum.  Zappa Gear di Mick Ekers (Backbeat Books, 2019) indica che Zappa fece usare i Syndrum a Bozzio e Mann dal vivo, sia come sintetizzatori che come batteria. 

      Il pannello di controllo del Syndrum è dotato di numerosi interruttori, manopole e fader.

      Questa unità ha un telaio metallico blu con pannelli in legno su entrambi i lati. Presenta controlli neri, argento, bianchi, rossi, verdi e gialli sul pannello frontale. Il pannello posteriore presenta jack da 1/4 di pollice per “Amp Out”, “Pedal”, “Drum In” e una presa di collegamento per “Power In”. Il pannello posteriore presenta anche un morsetto a vite per il fissaggio a un rack per percussioni.

      La terza unità inclusa è il pedale Syndrums CV con interruttore a pedale on/off. Si tratta di un pedale Syndrum nero con il logo Syndrum sul lato e sull’interruttore a pedale. Il pedale ha un jack da 1/4 di pollice ed è collegato all’interruttore a pedale. Il Syndrum fu inventato da Joe Pollard e Mark Barton. Fu commercializzato alla fine degli anni ’70. Il modello 178 è un drum synth analogico a singola voce. Il suono del Syndrum può essere ascoltato in numerosi dischi tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80. Syndrum vantava una lunga lista di endorser, tra cui Terry Bozzio, Steve Gadd, i Queen e i Cars. E’ un’unità rara e vintage che segna un periodo di innovazione e progresso nella storia musicale recente.

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 1.587,50 dollari

      Batteria elettronica Synare Tympani di Frank Zappa

      10. Batteria elettronica Synare Tympani

      Un gruppo di quattro drumpad elettronici Synare Tympani da 8 pollici della Star Instruments, due dei quali hanno numeri di serie 109275 e 109277, mentre gli altri due sono illeggibili.

      L’unità ci dà un’idea delle tecniche e dell’attrezzatura che Frank Zappa utilizzava negli anni ’80 per ottenere i suoni ultraterreni che si sentivano nei suoi album e nei suoi concerti. Vinnie Colaiuta, che suonava con Zappa, aveva quattro Synare Tympani nella sua strumentazione per il tour degli anni ’80. Altri artisti che hanno utilizzato la batteria elettronica Synare includono Herbie Hancock, The Cure e The Cars.

      Questa unità include solo quattro pad. Ogni pad ha un morsetto sul pannello inferiore che può essere montato su un rack per batteria. Tre dei pad hanno morsetti per hardware Ludwig. Il pad contrassegnato con “2” ha una striscia di nastro verde con la scritta “CONGA 2” e un altro pad ha strisce di nastro verde con la scritta “CONGA 1” e “COWBELL”. Questo dà un’idea dei suoni a cui sono stati assegnati.

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 1.625 dollari

      Remo drums e road case "Intercontinental Absurdities" di Frank Zappa

      11. Remo drums e road case “Intercontinental Absurdities”

      Custodia originale color argento, usata in tour con Frank Zappa. Contiene tre batterie Remo e vari accessori per batteria, inclusi i supporti. 

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 780 dollari

      Grancassa Ludwig di Frank Zappa

      12. Grancassa Ludwig

      Una grancassa Ludwig vintage da 28 pollici proveniente dall’archivio di batteria di Frank Zappa.

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 780 dollari

      Grancassa da concerto Ludwig di Frank Zappa

      13. Grancassa da concerto Ludwig

      Grancassa da concerto Ludwig degli anni ’70 montata su un supporto metallico sospeso, utilizzata e campionata da Frank Zappa in studio.

      battuta all’asta Julien’s Auction al prezzo di 10.000 dollari

      Rullante duplex vintage da marcia/parata di Frank Zappa

      14. Rullante duplex vintage da marcia/parata

      Un rullante duplex vintage in legno da parata/marcia da 16 pollici. 

      Sul tamburo è installato un rullante Ludwig. Il tamburo ha una pelle Pearl Pinstripe sulla parte superiore e una pelle REMO Weather King sulla parte inferiore.

      battuto all’asta Julien’s Auction al prezzo di 650 dollari

      Tamburo a caldaia Ludwig di Frank Zappa

      15. Tamburo a caldaia Ludwig

      Un timpano Ludwig in rame, alloggiato in una custodia rossa su ruote con la scritta “P3”. Questo tamburo è stato suonato da Ruth Underwood in tournée negli anni ’70 e può essere visto sul palco nei film Roxy: the Movie (Universal, 2015) e A Token of His Extreme.

      battuto all’asta Julien’s Auction al prezzo di 5.000 dollari 

      Tamburo a caldaia Ludwig di Frank Zappa

      16. Tamburo a caldaia Ludwig

      Un timpano Ludwig in rame, in una custodia rossa su ruote con la scritta “P4”. Questo tamburo è stato suonato da Ruth Underwood in tournée negli anni ’70 e può essere visto sul palco nei film Roxy the Movie (Universal, 2015) e A Token of His Extreme (2013).

      battuto all’asta Julien’s Auction al prezzo di 7.500 dollari

      Bongo, blocchi di legno temple, altri strumenti a percussione di Frank Zappa
      Bongo, blocchi di legno temple, altri strumenti a percussione di Frank Zappa
      Bongo, blocchi di legno temple, altri strumenti a percussione di Frank Zappa

      17. Bongo, blocchi di legno temple, altri strumenti a percussione

      Un set di strumenti a percussione, inclusi i bongo Gon Bops in finitura legno naturale, modello IB3414. L’interno dei bongo è marchiato “ICA” con un pennarello nero (Intercontinental Absurdities), a indicare che furono utilizzati in tournée intorno agli anni ’70. Sono inclusi anche un paio di campanacci Korri Cowbells vintage, un blocco di legno e quattro blocchi di legno Leedy/Ludwig vintage montati su rack, su un supporto Peavey.

      I bongo sono visibili anche come parte del set di percussioni di Ruth Underwood in un video che mostra Zappa esibirsi dal vivo al Roxy nel 1973, in particolare nella scena in cui Pamela Des Barres abbraccia Underwood.

      battuti all’asta Julien’s Auction al prezzo di 3.575 dollari

      Set di percussioni vintage temple blocks Duplex di Frank Zappa

      18. Set di percussioni vintage temple blocks Duplex

      Un set di cinque blocchi di legno Duplex rossi vintage temple della UMRK (Utility Muffin Research Kitchen) con mazzuolo. I blocchi di legno sono contrassegnati con nastro adesivo da uno a cinque.

      Tutti i blocchi presentano segni di usura tipici degli strumenti a percussione utilizzati sul palco. 

      battuto all’asta Julien’s Auction al prezzo di 762 dollari

      Strumenti a percussione assortiti di Frank Zappa

      19. Strumenti a percussione assortiti

      Vari strumenti a percussione utilizzati in tournée, tra cui tre bacchette fluorescenti verdi, rosa e gialle, campanelli Agogo montati su un rack, bacchette di legno, un flexatone con inciso “Carroll”, una spazzola (bacchetta per batteria), una bacchetta da esibizione, una bacchetta più grande avvolta in una corda viola e bianca, una bacchetta di bambù e uno strumento a percussione a scorrimento sonaglio con piccoli dischi di plastica nera su una bacchetta piegata. 

      battuti all’asta Julien’s Auction al prezzo di 650 dollari

      Kalimba e triangolo d'acciaio di Frank Zappa

      20. Kalimba e triangolo d’acciaio

      Una Kalimba a 19 tasti e uno strumento a percussione a triangolo d’acciaio. La Kalimba è un raro esempio di innovazione e maestria, ed è dotata di un cordino che la rende indossabile al collo o appesa. 

      battuti all’asta Julien’s Auction al prezzo di 1.625 dollari