Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: Frank Zappa

  • Frank Zappa – Workaholic – xenocronia Frank Zappa, Krzysztof Penderecki – xenochrony

    Frank Zappa – Workaholic – xenocronia Frank Zappa, Krzysztof Penderecki – xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa e Krzysztof Penderecki

    FAIR USE

    “Frank era curioso, polemico, tirannico, workaholic. Faceva e disfaceva le sue band secondo strategie che non intendeva spiegare a nessuno, assorbiva idee da tutti senza mai elemosina di copyright, vessava i collaboratori in nome della Perfezione, metteva ai ceppi o sbarcava gli oppositori secondo il codice di Sir Francis Drake” (Riccardo Bertoncelli)

    Pochi giorni prima di “partire per il suo ultimo tour”, come diceva la sua famiglia, Frank chiedeva di portare il suo letto d’ospedale sotto il suo Synclavier, così avrebbe potuto fare un po’ più di lavoro.
    (Musicfestnews, Scott Hopkins, 29 luglio 2022)

    Nel 1988 (periodo immediatamente precedente alla partenza per il tour mondiale), era questa la giornata tipo di Frank Zappa.
    SVEGLIA E COLAZIONE – Menu: caffè, sigarette.
    MATTINA – Riunione con gli avvocati per dirimere questioni legate alle cause intentate a questa o quella major. Verifica dettagli relativi all’imminente tour intercontinentale (trasporti, sistemazioni in albergo, catering, strutture tecniche, personale coinvolto, promoter locali, dettagli vari, costi generali e specifici). Preascolto del rough mix di alcuni pezzi in corso di lavorazione. Stesura e controllo testi dei booklet inclusi nei prossimi album in uscita. Incontro con gli illustratori al lavoro sulle copertine dei suddetti album. Appuntamento telefonico con stazioni radiofoniche americane per interviste.
    PAUSA PRANZO – Menu: toast con prosciutto, caffè, sigarette.
    POMERIGGIO – Seduta con giornalista di un magazine per intervista e sessione fotografica (incluso incontro con la stilista per preparazione abiti da indossare e oggetti bizzarri da esibire, dai serpenti di plastica ai guanti da cucina al capello a tuba). Supervisione tecnica attività di editing. Montaggio e/o remastering brani vari. Registrazione/mix nuove parti strumentali da inserire. Ascolto nastri live. Serie di telefonate ai vari magazzini di strumenti musicali per ordinare nuova roba in base alle indicazioni dei musicisti della band. Riunione fugace con la responsabile del merchandising e del catalogo venduto per corrispondenza.
    MERENDA/APERITIVO – Menu: toast con burro di arachidi, caffè, sigarette. Chiacchierata con i figli. Dopo la merenda, incontro con i tecnici di palco (mixer, luci) assunti per il tour. Piccolo scambio di pareri e considerazioni con Scott, il cinico e schivo bassista della band che ha il compito ingrato nonché la responsabilità di fare le veci di Zappa e seguire in qualità di luogotenente le prove pomeridiane (con inizio, ogni giorno, alle 13) del repertorio di 90/100 pezzi all’interno del quale pescare i brani da suonare di volta in volta in concerto. E per capire cosa faceva un luogotenente di Zappa, ecco le domande tipiche che si sentiva rivolgere dal Maestro: “Allora Scott, come sta andando il lavoro? Ci sono casini? Quel coglione del sassofonista si è fatto sentire o lo diamo per disperso? A Bob si aggrovigliano ancora le dita durante il solo di Inca Roads? Bruce ha dato i numeri perché non riesce a suonare quella parte in 31/16? Ah, Chad ha perso il suo ombrello, e allora? Tommy dice che se ne vuole andare perché ne ha le palle piene di prendere ordini da un primitivo come te? Cazzo significa che di questo passo ti verrà un esaurimento nervoso? Ok, ok, beh, c’è dell’altro?”.
    SERA – Cena al volo (ricco menu: toast con prosciutto e burro di arachidi, caffè, sigarette). Incontro con la band e prove (dalle 20 alle 2 circa). Riunione post prove per considerare margini di miglioramento ed inclusione di nuovi temi/contenuti verbali/parti musicali. Scrittura nuove pagine da inserire nell’autobiografia in corso di lavorazione. Zapping televisivo alla ricerca di personaggi politici poco raccomandabili, predicatori con problemi ormonali, pellicole di fantascienza di quarta categoria. Trascrittura di un paio di idee per nuovi brani.
    ALBA – A letto per dormire almeno 5 ore e poi ricominciare un’altra fantastica giornata.
    (Maurizio Principato, Jam, settembre 2005)

    In una delle tre immagini Zappa workaholic compone in aereo
    (Prog, giugno 2019)

  • Frank Zappa e Paul Buff, Breaktime (1961) – History of the first record of Frank

    Frank Zappa e Paul Buff, Breaktime (1961) – History of the first record of Frank

    “Breaktime” dei Masters (Frank Zappa, Paul Buff e Ronnie Williams) per l’etichetta indipendente Emmy di Buff (maggio 1961).

    Frank Zappa e Paul Buff, il mago dell’elettronica
    Ho iniziato a parlare con Frank dei suoi primi giorni nel mondo della musica, intorno al 1963, quando i Mothers erano una lontana proiezione del futuro. Ha tirato fuori molti ricordi che non ho mai visto pubblicati da nessuna parte prima, e ho pensato fosse interessante sapere cosa facesse nei giorni pre-psichedelici.
    Tutto ebbe inizio con la collaborazione di un mago dell’elettronica chiamato Paul Buff, nei primissimi anni Sessanta. Buff lavorava per una compagnia missilistica e quando se ne andò decise di costruire uno studio di registrazione a Cucamonga, in California, che secondo Zappa è il posto più improbabile al mondo per un’impresa del genere.
    Essendo un ragazzo ingegnoso, Buff si costruì un registratore a cinque tracce – l’unico al mondo – in un momento in cui la maggior parte degli studi professionali di Hollywood utilizzavano solo macchine a due o tre tracce.
    “È un vero eroe sconosciuto” ha detto Frank “Ha imparato da autodidatta il sassofono, il piano, il basso e la batteria ed ha imparato solo i lick di base del rock ‘n’ roll, in modo da poter fare tutti i dischi sovraincidendo lui stesso”.
    Frank ha lavorato con lui e alla fine ha acquistato il piccolo studio, mentre Buff ha creato diversi prodotti importanti per le apparecchiature di registrazione come l’unità di riduzione del rumore Kepex: ora dirige la sua azienda.
    In quei primi giorni, però, ha continuato Frank, Los Angeles “era molto divertente. Abbiamo fatto dischi che sapevamo di non poter vendere a nessuno, ma ci passavamo giorni sopra. Era tutto così assurdo”.
    Il primo disco di Frank è stato “Breaktime” (1961) dei Masters – composti da Frank, Buff e un ragazzo chiamato Ronnie Williams per l’etichetta indipendente Emmy di Buff.
    Più o meno nello stesso periodo, all’incirca nel 1963, Frank lavorò con “un’etichetta così oscura che se trovassi qualcuno dei loro dischi, probabilmente non varrebbero nulla”. Si chiamava Vigah Records e tra i prodotti c’era ‘The Big Surfer’, su cui usavano un disc-jockey San Bernardino che imitava bene il presidente Kennedy. Il DJ ha impersonato Kennedy mentre giudicava una gara di surf dance per adolescenti: l’ultima riga indicava che il premio del vincitore doveva essere il primo membro dei Peace Corps ad essere inviato in Alabama (commento sociale). La Capitol Records acquistò il master per 700 dollari, ma sfortunatamente Medgar Evers fu ucciso in Alabama proprio mentre veniva pubblicato. Il DJ l’ha suonata nel suo show ed è stato un successo a San Bernardino.
    In giro per la Capitol Records, Frank ricorda di essere stato in studio mentre il produttore Jim Economides stava mixando un paio dei primi brani dei Beach Boys – “Surfer Girl” e “Little Deuce Coupe” – oltre a “Secret Surfer Spot” di Dick Dale, tutti nella stessa sessione.
    Frank è stato anche coinvolto con l’etichetta Original Sound di DJ Art Laboe, e con Ray Collins ha scritto e prodotto la bellissima e ormai classica “Memories Of El Monte” dei Penguins, che è stata tagliata in mono nello studio di Laboe. Il disco celebra e cita alcuni dei successi dell’epoca d’oro dei gruppi vocali: i Flamingos, gli Heartbeats e così via. È presente la cantante Cleve Duncan degli originali “Earth Angel” Penguins, ma il resto dei cantanti era “un gruppo di ragazzi dell’autolavaggio”.
    Zappa amava quel tipo di musica – ha ispirato l’album Ruben & The Jets – e traccia una netta distinzione tra la musica dei gruppi neri della costa orientale e quella occidentale.
    “La musica della West Coast aveva un senso dell’umorismo, la musica dell’est era un po’ disperata. La musica di gruppo è stata portata in California da persone di colore del Texas e la situazione del ghetto a Los Angeles non era così brutta come ad Harlem, quindi ha sviluppato un’aura diversa: conosci ‘Shoppin’ For Clothes’ dei Coasters? Questo è il genere di cose che intendo”
    Ha scritto e realizzato quasi una dozzina di flop per Original Sound – incluso “Mr Clean” di Mr Clean – e il disco dei Penguins non ha venduto affatto anche se ora è un vecchio pezzo piuttosto raro.
    Ha scritto il lato B di “Tijuana Surf” degli Hollywood Persuaders, che è stato “il numero uno in Messico per 17 settimane consecutive”. Il gruppo includeva Paul Buff, che sovraincideva ogni singolo strumento.
    “La scena non è più la stessa ora” ha concluso Frank “La gente sta prendendo tutto troppo sul serio”.
    (Melody Maker, 25 agosto 1973)

    Nel 1960, Zappa si è trasferito a Cucamonga: ha iniziato a fare musica al Pal Recorders dell’amico Paul Buff, uno studio di registrazione a 8040 Archibald Ave.
    Non è mai stato ufficialmente riconosciuto in questa località, neanche con una targa in sua memoria.

  • Frank Zappa – Psychoustic – xenocronia Frank Zappa (chitarra acustica) Gyorgy Ligeti, Tōru Takemitsu

    Frank Zappa – Psychoustic – xenocronia Frank Zappa (chitarra acustica) Gyorgy Ligeti, Tōru Takemitsu

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa, Gyorgy Ligeti e Tōru Takemitsu

    FAIR USE

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    Clocks and Clouds – Gyorgy Ligeti
    Atmosphères – 2001 – A Space Odyssey – György Ligeti
    Tōru Takemitsu – Autumn (1973)

    Frank Zappa – 1972 – Nine Types Of Industrial Pollution – Acoustic Guitar
    Frank Zappa – 1979 – Sleep Dirt – Duet on Acoustic Guitar with James Youman
    Frank Zappa – Waltz for Guitar (1958) performed on acoustic guitar by Matthew McAllister Transcription done by Brennen Rigley
    Frank Zappa & The Mothers – King Kong – Essen, 1968

    Noterete che la batteria sembra ‘litigare’ con la chitarra di Frank nel brano Sleep Dirt. Sembra non riuscire a star dietro a Zappa. La cosa è voluta. Un modo strano per ‘raccontare’ che erano pochi i musicisti che potevano ‘assecondare’ al meglio l’imprevedibilità musicale e il genio di Frank.

    L’universo musicale di Frank Zappa è un vero crogiolo di stile, convenzioni ed estetica. L’eclettismo non era solo una caratteristica immanente del suo lavoro, ma anche una delle determinanti della sua strategia artistica. Ci concentriamo sui vari collegamenti di Zappa con il modernismo del ventesimo secolo.
    Quali sono gli stili, le tecniche compositive ed i compositori che hanno influenzato lo sviluppo del suo linguaggio sonoro?
    Le esplorazioni “serie” di Zappa sono qualcosa di unico nel mondo del rock.

    Ecco i compositori che hanno influenzato Zappa:
    Edgar Varèse
    Igor Stravinsky
    Anton Webern
    Arnold Schönberg
    Pierre Boulez
    Karlheinz Stockhausen
    Bela Bartok
    Krzysztof Penderecki
    John Cage
    Luigi Nono
    Charles Ives
    Conlon Nancarrow
    (Lizard, settembre 2020)

    Questa lista di Lizard è incompleta. Il grande assente è Maurice Ravel e compositori di musica contemporanea come Toru Takemitsu, uno dei preferiti di Frank Zappa negli anni Ottanta.

    Incorpori spesso molte cose dell’avanguardia, in particolare di quel periodo negli anni ’50, quando Boulez e Stockhausen erano importanti.
    “Sono ancora abbastanza affezionato alla musica di Boulez, ma non tanto a quella di Stockhausen. Mi piacciono anche altre cose della musica contemporanea, in particolare Toru Takemitsu. È uno dei miei preferiti”.
    (Frank Zappa, Digital Audio, ottobre/novembre 1984)

    “La gente non parla con un ritmo regolare. Nelle conversazioni ci sono pause, inflessioni, diversi tipi di accelerazioni e ritardi, quindi perché non si potrebbe suonare allo stesso modo? Se fai un assolo, in un certo senso ‘parli’ al pubblico, giusto? Dovresti, a meno che tu non sia uno dei Milli Vanilli”. (Frank Zappa, Chitarre n. 73, aprile 1992)

    Air Sculpture
    Lo stile chitarristico di Zappa era completamente originale nel mondo del rock. A differenza della maggior parte dei chitarristi che usavano modelli in scala o forme collaudate sulla chitarra, Zappa creò quella che fu chiamata “Air Sculpture”. Non aveva bisogno di fare affidamento su dispositivi e trucchi musicali collaudati perché aveva la capacità di suonare qualsiasi nota (tutti i dodici toni / scala cromatica) sulla chitarra, su qualsiasi tasto. Questo stile di improvvisazione era usato anche dai chitarristi jazz (senza dubbio cervelloni dall’udito immacolato, barbe e banjo…). Il trucco sta nel sapere in quale ordine suonare le note.
    Zappa era famoso per suonare assoli di chitarra smisurati e autoindulgenti. Laddove altri chitarristi perdevano la concentrazione e rimanevano bloccati in cliché e riff per mancanza di immaginazione, Zappa guadagnava slancio dopo sei o sette minuti dall’inizio dell’assolo.
    (Sun Zoom Spark, gennaio 1994)

    Non suoni molto la chitarra acustica?
    “Raramente. Mi limito ad allenarmi con la chitarra acustica. Mi piace il modo in cui suona sul disco, ma non mi considero un musicista acustico. L’ho usata in We’re Only in It for the Money e Sleep Dirt. C’è un assolo in “Stink-foot” in cui uso una chitarra acustica con un Barcus-Berry su un lato e l’uscita elettrica dell’acustica va su un Mutron sul lato destro. Una cosa ibrida”.
    (Frank Zappa, Record Review, giugno 1982)

  • Frank Zappa e i sindacati – Stick Together

    Frank Zappa e i sindacati – Stick Together

    Dall’album “The Man From Utopia” (1983)

    Parlando di unioni orchestrali, Frank Zappa ne decostruiva l’intero concetto:
    “Fanculo i sindacati è tutto quello che ho da dire…. Funziona così: ogni volta che qualcuno in un sindacato dice ‘Stiamo facendo uno sciopero per ottenere più soldi’ ti fa credere che, una volta vinto lo sciopero, otterrai risultati. Ma lo fanno sempre per dar modo al tizio che dà loro i soldi di aumentare ancora di più il prezzo. Chi ci perde è sempre il consumatore. Stanno prendendo per il culo e neanche se ne accorgono”. (Frank Zappa)
    Frank ha avuto modo di esplorare il tema dei sindacati in “Stick Together”.
    Pur restando un sostenitore della controcultura, spesso si definiva un conservatore classico e si candidava alla presidenza con il biglietto libertario.

    Il rapporto di Frank Zappa con i sindacati non fu molto positivo. Come direttore d’orchestra e compositore è sempre stato costretto ad avere a che fare con i sindacati dei musicisti, di solito a suo svantaggio.
    Era un perfezionista, spesso lavorava ore extra per finire un progetto, ma ogni volta che erano coinvolti i sindacati era costretto a fermarsi: i due risultati più significativi sono stati il film “200 Motels” massacrato, rattoppato e alla fine incompleto, e le sessioni insoddisfacenti con la London Symphony Orchestra.
    “Stick Together” non è la prima canzone di Zappa sui sindacati. Si può tornare indietro fino al 1970 per trovare “Rudy Wants to Buy Yez a Drink”, ed aggiungere tra queste due date “Lonesome Cowboy Burt” e “Flakes”.

  • Frank Zappa – The World’s Greatest Sinner sul grande schermo

    Frank Zappa – The World’s Greatest Sinner sul grande schermo

    L’irregolare e brillante “The World’s Greatest Sinner” di Timothy Carey e il melodramma sulla redenzione di Emilio Fernández “Victims of Sin” arrivano finalmente sul grande schermo.
    Il film di Timothy Carey è stato restaurato dall’Academy Film Archive e dalla Film Foundation, con il finanziamento fornito dalla Hobson/Lucas Family Foundation.
    La colonna sonora è di Frank Zappa.
    (New York Times, 5 ottobre 2023)

    Frank Zappa iniziò a comporre la colonna sonora di “The World’s Greatest Sinner” nel giugno 1961.
    “La colonna sonora è unica” disse “in quanto utilizza ogni tipo di musica”.
    A novembre registrò una sessione per un piccolo gruppo rock-n-roll con 8 musicisti cui seguì una sessione di registrazione con un’orchestra da camera di 20 elementi all’inizio di dicembre e un’orchestra da 55 elementi al Chaffey Auditorium il 17 dicembre 1961, diretta dall’insegnante di musica della Pomona High School Fred E. Graff.
    L’orchestra comprendeva membri della band di Zappa dell’epoca, The Boogie Men, Kenny Burgen eseguiva il sassofono, la chitarra ritmica di Doug Rost e la batteria Al Surratt.
    Zappa si riferiva all’orchestra come all’Orchestra Sinfonica della Valle di Pomona, arricchita da altri strumentisti. La registrazione è stata effettuata con un solo microfono: Zappa descrisse la sessione come “rancida”.
    Frank aveva 20 anni quando scrisse la partitura nell’estate del 1961: dimostra che, in effetti, iniziò come compositore di musica moderna. E’ una musica funzionale per un film realizzata in modo professionale: indica quanto Zappa avesse imparato attraverso le lezioni e l’autoeducazione.

    Timothy Carey, nelle vesti di Elvis, ha scritto, diretto, prodotto, distribuito e recitato nel film “The World’s Greatest Sinner” (1962) da cui è tratto questo video. L’allora 20enne Frank Zappa scrisse l’intera colonna sonora del film, inclusa questa canzone (molto probabilmente ha suonato lui stesso tutte le parti di chitarra della colonna sonora).

    Timothy Carey, regista e protagonista di The World’s Greatest Sinner, in una scena si applica la mosca sul mento che Frank, all’epoca, ancora non aveva.
    Nel film, il protagonista da impiegato diventa una rockstar che si crede Dio.
    (Blow Up 247, dicembre 2018)

  • Dr. Bickford & Mr. Zappa – xenocronia Frank Zappa, Anton Webern, Conlon Nancarrow – xenochrony

    Dr. Bickford & Mr. Zappa – xenocronia Frank Zappa, Anton Webern, Conlon Nancarrow – xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa, Anton Webern e Conlon Nancarrow

    FAIR USE

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    The Amazing Mr. Bickford è protagonista di questa xenocronia. Non è solo un film, è una vera esperienza.
    Potete vederlo qui

    https://www.youtube.com/watch?v=H2ib-IHejVM

    E’ un film strano, oscuro, inquietante e allucinatorio che Frank Zappa ha pubblicato nel 1987.
    I brani di Zappa abbinati alle animazioni di argilla di Bruce Bickford sono orchestrali.
    Forme in continua trasformazione, figure umane, volti distorti e ambienti surreali. Il processo della continua, inarrestabile mutazione di teste, forme umane e paesaggi che si formano, ri-formano e trasformano è ipnotizzante. Ricorda molto i brani di Zappa che modificava e ricreava ogni volta: non erano mai gli stessi, inclusi gli assoli.
    Di sicuro, Bickford con i suoi personaggi in argilla racconta molto bene l’alchimia musicale tipica di Frank Zappa.
    Ogni elemento del film è in movimento, è un’esperienza simile al sogno e, in fondo, Frank viveva in un mondo tutto suo, sul palco e fuori dal palco.

    Frank Zappa fu fortemente ispirato a Conlon Nancarrow.
    Uncle Meat è stato influenzato dal jazz?
    “Non credo ci siano influenze jazz in Uncle Meat. Se c’è qualche influenza in Uncle Meat è di Conlon Nancarrow. È un compositore che vive in Messico, ma è nato nel Kentucky. Scrive musica per pianista che è umanamente impossibile da eseguire. Scrive tutti questi bizzarri canoni e strane strutture – li colpisce con i rulli del pianoforte. Roba fantastica. Se non l’hai mai sentito, devi ascoltarlo – ti ucciderà. In parte suona come un ragtime totalmente bionico. (Pop & Rock, febbraio 1980 – Grecia)

    FZ è come gli alchimisti, che ripetevano lo stesso esperimento mese dopo mese, a volte per molti anni, finché i materiali con cui stavano lavorando diventavano così instabili da sviluppare nuove proprietà e, un giorno, gelificarsi nella Pietra Filosofale.

    Frank Zappa e l’Alchimia

    https://www.youtube.com/watch?v=D121RVNL0QY&list=PLNIorVgbZlD1S20usXVU6cpL2iyriHJuz&index=6

  • Frank Zappa – The Amazing Mr. Bickford (1987)

    Frank Zappa – The Amazing Mr. Bickford (1987)

    Chiunque abbia familiarità con la musica di Frank Zappa e con l’animatore di argilla Bruce Bickford non dovrebbe sorprendersi per la visione di questo film strano, oscuro, inquietante e allucinatorio.
    The Amazing Mr. Bickford, video pubblicato nel 1987 da Frank Zappa, contiene brani orchestrali di Zappa abbinati alle animazioni di Bruce Bickford.

    Questo filmato, che non è mai stato disponibile su DVD, è una corsa selvaggia e strana di 50 minuti di forme in continua trasformazione, figure umane, volti distorti e ambienti surreali. Il presser di questo film l’ha giustamente descritto come una fusione di “Peter Pan, Ray Harryhausen e The Wild Bunch”.
    L’animazione di Bickford ricorda molto la sperimentazione a ruota libera di artisti jazz come Ornette Coleman e Miles Davis. L’inventiva dell’animazione è ipnotizzante mentre guardi la forma di teste, corpi e paesaggi, che si formano, ri- formano e trasformano.
    Questo film richiederà un paio di visualizzazioni per catturare davvero tutti i dettagli folli in esso contenuti. C’è così tanto racchiuso in ogni fotogramma, ogni elemento è in movimento, il che rende difficile tenerne traccia. Non è diverso dall’esperienza di un sogno.
    The Amazing Mr. Bickford riflette anche l’esperienza dell’artista nella lotta alla guerra del Vietnam. La guerra ha avuto un effetto a lungo termine sulla vita e sull’arte di Bickford: uno dei temi ricorrenti in questo film è la violenza.
    The Amazing Mr. Bickford non è solo un film, è una vera esperienza.

    Trovate il film completo qui
    https://www.youtube.com/watch?v=4ZH1mFkL6e8&t=405s

  • Frank Zappa – Inca Roads significato del testo

    Frank Zappa – Inca Roads significato del testo

    Frank Zappa & Mothers of Invention – Inca Roads, Berkeley Community Theatre, CA, 16 febbraio 1974

    Frank Zappa – guitar, vocals
    Jeff Simmons – rhythm guitar, vocals
    George Duke – keyboards, vocals
    Napoleon Murphy Brock – tenor sax, flute, vocals
    Bruce Fowler – trombone
    Ruth Underwood – percussion
    Tom Fowler – bass
    Ralph Humphrey – drums
    Chester Thompson – drums

    Inca Roads di Frank Zappa è una canzone surreale e piena di giochi di parole.
    Racconta di un veicolo di origine aliena atterrato sulla Cordigliera delle Ande.
    Conduce l’ascoltatore in un viaggio nel mondo mistico ed enigmatico dell’antica civiltà Inca. Attraverso un testo che fa riflettere e un arrangiamento musicale complesso, questa canzone ci invita a esplorare le possibilità di incontri extraterrestri, i misteri delle montagne andine.
    I versi iniziali gettano immediatamente le basi per un’esperienza ultraterrena. La menzione di un veicolo proveniente “da qualche parte là fuori” ci spinge a considerare la possibilità di una visita aliena in un luogo remoto come le Ande. Da dove proviene questo strano velivolo? Ha un motore o qualcosa di diverso?
    La domanda sulla forma e sul sistema di propulsione del veicolo suggerisce che esso sfida la comprensione convenzionale, aggiungendo un’aria di intrigo alla narrazione.
    La canzone ha un’atmosfera comica e fuori dagli schemi, con il testo intervallato da dialoghi.
    Si allude all’impero Inca che costruì strade e strutture complesse sulle Ande e si parla di una figura misteriosa chiamata “regina del guacamole”. In definitiva, la canzone si chiede come sia possibile che uno strano velivolo sia arrivato da qualche parte là fuori e quale sia il suo scopo.
    Il riferimento allo stivale del pitone aggiunge un tocco di surrealismo e di umorismo inaspettato, rafforzando il fascino complessivo della canzone. La descrizione delle targhe sparse in giro e della scarpa del narratore evidenzia le conseguenze caotiche di questo strano evento. Suggerisce che qualsiasi cosa sia arrivata sulle Ande ha avuto un impatto significativo, lasciando dietro di sé tracce sia fisiche che metaforiche. L’interiezione di “Madre Maria e Jozuf!” trasmette un misto di sorpresa, stupore e preoccupazione.

    Inca Roads esplora principalmente gli stereotipi degli extraterrestri che incontrano la civiltà Inca. Questi temi, come la copertina dell’album One Size Fits All, sembrano imitare la spiritualità di molti album di rock progressivo della stessa epoca. Testi e musica sembrano prendere in giro altri gruppi rock progressivi e la loro profondità divina probabilmente forzata.
    “Il veicolo è uscito dal nulla, solo per atterrare sulle Ande? Era rotondo e aveva un motore o qualcos’altro?”. Viene mostrato un UFO che atterra sulle Ande. Man mano che la canzone procede, i testi diventano più sciocchi e sembrano deridere l’inizio della canzone. Un esempio è questo: “… o qualcuno ha creato un posto per far atterrare Chester possa atterrare. Booger Bear è venuto fuori dal nulla…”.
    Il cantante e tastierista George Duke ha detto in un’intervista che Zappa gli ha fatto pressioni per cantare in “Inca Roads”. Duke non aveva intenzione di cantare, era lì soltanto per suonare le tastiere. Ha continuato descrivendo come Zappa gli avesse comprato un sintetizzatore (uno strumento che a Duke non piaceva) e gli avesse detto che avrebbe potuto suonarci se avesse voluto.

    “Inca Roads” ironizzava sulle sconcertanti teorie di Von Däniken, uno scrittore pseudo-scienziato, noto per i suoi libri di archeologia misteriosa e uno dei principali sostenitori della cosiddetta “teoria degli antichi astronauti”.
    Frank ironizzava anche sulla moda musicale del momento: un progressive rock direttamente influenzato dalla fantascienza.

    Vi segnalo questo video sull’evoluzione degli arrangiamenti di “Inca Roads” di Frank Zappa.
    Mostra come il brano sia passato da un breve strumentale ad una ballata e ad un’epopea in più parti completamente formata in un anno e mezzo.

    The Evolution of Inca roads (1973-1974)- Frank Zappa Live!

    https://www.youtube.com/watch?v=eEUCb4QPzAE

    L’Uomo vitruviano (ispirato agli scritti dell’architetto romano Vitruvio) con le proporzioni ideali del corpo umano cerca di dimostrare come possa essere armoniosamente inscritto nelle due figure “perfette” del cerchio, che simboleggia il Cielo (il Cosmo), e del quadrato, che simboleggia la Terra.
    L’uomo rappresenterebbe l’unione tra macrocosmo e microcosmo, è l’idea stessa di ‘mondo’.
    L’uomo è lo specchio dell’universo, il riflesso di un ordine superiore, ‘misura di tutte le cose’.
    Aggiungendo la sua chitarra e il saluto rock, Frank Zappa mi ha convinto.

  • Frank Zappa – Yeszz – xenocronia Frank Zappa, Edgar Varèse, John Cage, Miles Davis, Santana

    Frank Zappa – Yeszz – xenocronia Frank Zappa, Edgar Varèse, John Cage, Miles Davis, Santana

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa, Edgar Varèse, John Cage, Miles Davis, Santana (Burn at Amnesty International)
    FAIR USE La dedico a Mirko.

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    Nel 1969, mentre Miles Davis era impegnato ad “abbattere le barriere” nel jazz incorporando il rock nel suo repertorio, Zappa aveva già messo a punto l’idea anni prima con esibizioni dal vivo di lunghe escursioni jazz-rock come “King Kong”.
    Nessuno lo prese sul serio negli anni ’60, quando parlò di formare il suo “club del disco” per mettere a disposizione la sua libreria di registrazioni di concerti e studio in rapida espansione. Eppure, 20 anni dopo, Zappa sta facendo proprio questo con una fiorente attività di vendita per corrispondenza per la sua Barking Pumpkin Records (autofinanziata).
    (Music, 2-15 luglio 1987)

    Persone come Miles Davis sanno di te e della tua musica?
    “Beh, ho incontrato Miles Davis nel 1962 in un jazz club di San Francisco chiamato Black Hawk. Mi è piaciuta molto la sua musica: sono andato da lui e mi sono presentato ma lui mi ha voltato le spalle. Quindi, da allora non ho più avuto niente a che fare con lui o la sua musica”.
    Nel 1962, però, non avevi registrato nulla.
    “Va bene. Ha avuto la sua occasione. Non tratto le persone in questo modo”.
    (RockBill, novembre 1984)

    Per molti critici, Frank Zappa è il padre della fusion insieme a Miles Davis. Le prime incisioni completamente fusion sono state “Hot Rats” di Zappa (1969), “In a Silent Way” (1969) ed il doppio album “Bitches Brew” (1970) di Miles Davis.
    A seguire, Weather Report di Wayne Shorter e Joe Zawinul (1970) è uno dei gruppi più rappresentativi del genere fusion che combina elementi di jazz, rock e funk.
    L’adozione ufficiale del termine ‘fusion’ si deve al tastierista statunitense Jeff Lorber che l’ha inserito nel 1977 nel nome della sua band “The Jeff Lorber Fusion”.
    Tuttavia, sono in molti ad ammettere che Larry Coryell è arrivato prima di Miles Davis e Frank Zappa.
    C’è, poi, chi è convintissimo che il padre della fusion sia Tony Williams.

    Ma la risposta secca di Frank Zappa sul genere fusion è un’altra… Questa:
    “Per essere fusion, per corrispondere a quel concetto di marketing di ciò che la gente pensa sia fusion, deve SUONARE fusion. Questo ha poco a che fare con il fatto che si stia effettivamente fondendo qualcosa insieme. Significa solo che il tastierista deve suonare come Jan Hammer, il chitarrista, il batterista e il bassista devono suonare tutti in una certa vena musicale. Dopo che ogni musicista si è modellato in quella certa sindrome, l’intero evento musicale da eseguire deve essere ulteriormente modellato nella sindrome. Quindi cos’hai? Niente. È musica da sega. Il problema è che le persone poi iniziano a guardare dall’alto in basso la musica a tre accordi o la musica a un accordo o la musica a due accordi. E con la musica fusion, cosa hai? In parte è musica a tre accordi, è solo che gli accordi contengono più parziali. Invece di essere uno, quattro, cinque, stanno suonando uno due bemolle sette o qualche altra semplice progressione che consente loro di eseguire una serie di schemi facilmente riconoscibili su di esso. È tutto meccanico. Vedi, parte del problema è il modo in cui i consumatori usano la musica per rafforzare la loro idea di quale sia il loro stile di vita. Le persone che si considerano giovani moderni, in ascesa, preferiscono la fusion o la disco, quel tipo di musica brillante, pulita, precisa e meccanica. Tendono a non gradire tutto il resto perché non ha i ‘capelli pettinati’. La musica fuzztone a tre accordi non è esattamente il genere di cose a cui ti aspetteresti che un giovane dirigente sia interessato. Vuole qualcosa che suoni ‘giusto’, da ascoltare in giro su una Maserati. Quindi, alla fine, che sminuisce la musica… Ma è una buona cosa che tutta quella musica sia lì per quelle persone perché, senza di essa, al loro stile di vita mancherebbe qualcosa”. (Frank Zappa)
    (Down Beat, 18 maggio 1978)

    In una recensione del recente concerto, ho detto che i MOI costituivano la prima band di jazz elettrico. Ciò non significa, tuttavia, che Zappa utilizzi un tempo costante o uno schema ritmico come fa la maggior parte del jazz. È incline, come Miles Davis, a spezzare i passaggi oscillanti dopo un po’, spostare il tempo, utilizzare accelerazioni e rallentamenti e cambiare tutto in termini di schema e ritmo.
    (Datebook, 8 dicembre 1968)

  • Frank Zappa – Over the Rainbow – xenocronia Frank Zappa, György Ligeti – xenochrony

    Frank Zappa – Over the Rainbow – xenocronia Frank Zappa, György Ligeti – xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa e György Ligeti

    FAIR USE

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    (La xenocronia NON è uno stile ma una TECNICA di incisione sviluppata già nei primi anni ’60 da Frank Zappa che l’ha utilizzata in vari album.
    Tutti possono provare a realizzare una xenocronia anche sovraincidendo random due o più brani o parti di brani, parlato, rumori, ecc. Non bisogna essere geni per riuscirci, basta fare un po’ di pratica e capire ciò che si vuole raccontare trovando la ‘materia prima musicale’ giusta.
    Provate anche voi e, mi raccomando, se esce fuori la magia non sentitevi dei geni.
    Il genio resta sempre colui che compone musica originale dal nulla. Frank era un genio: creava xenocronie da sue composizioni. Il resto è sperimentazione).

    “I Want To Hold Your Hand” (Live al Rainbow Theatre, 10 dicembre 1971) è la canzone che precede l’aggressione.
    Quel rumore sordo verso la fine è sempre così inquietante da sentire.
    Frank Zappa si stava esibendo in una cover dei Beatles.

    I dettagli di cronaca li trovate qui

    https://www.youtube.com/watch?v=slC-0WhxKHA&list=PLNIorVgbZlD2tk02qdmIwbllXkKBe3hOG&index=8

    https://www.youtube.com/watch?v=9tYlga9ozYY&list=PLNIorVgbZlD2tk02qdmIwbllXkKBe3hOG&index=9

    In questa xenocronia ho miscelato diversi brani del concerto al Rainbow Theatre.
    Mi chiedo cosa ha provato, pensato e vissuto Frank mentre quel pazzo lo spingeva nella fossa dell’orchestra volando giù, 12 piedi sotto il palco.
    Di sicuro, la musica di György Ligeti, uno dei compositori che ha influenzato Zappa, può rendere l’idea…

    “Gyorgy Ligeti è un compositore noto soprattutto per la sua musica spaventosa”.
    (Frank Zappa, Bugle American, 17 dicembre 1975)

    In particolari casi di NDE (Near Death Experience, Esperienza di pre-morte) o di OBE (Out of body Experiences, Esperienza extra corporea), una persona in imminente pericolo di vita o clinicamente morta per alcuni minuti ricorda una serie di impressioni vissute in quel ‘’particolare’’ stato di coscienza.
    Queste esperienze contengono diversi elementi presenti in tutte le persone che l’hanno vissuta: c’è quasi sempre una sensazione particolare come la visione di un tunnel, della luce, il rivedere in fotogrammi la propria vita e poi il ritorno cosciente nel proprio corpo.
    Chissà, forse in quel momento Frank ha rivisto in fotogrammi e suoni quel concerto…