“Essere amico di Frank era facile e difficile al tempo stesso… era troppo fuori dalle regole umane”.
“Sento la sua mancanza ogni volta che guardo il telegiornale o leggo un quotidiano; l’umanità non saprà mai quante battute ironiche ha perso dalla scomparsa di Frank Zappa. Ma per quelli che credono nel karma, come me, c’è la certezza che ci ritroveremo nella prossima esistenza”.
“Una delle cose fantastiche della sua opera musicale è la Conceptual Continuity. Una volta entrato nella musica di Frank, la dimensione temporale svanisce. I decenni tra un album e l’altro si percepiscono solo comparando le tecniche di registrazione. Tutta la musica di Frank è come il suono della sua chitarra: Bionic Funk”.
Il batterista del gruppo Terry Bozzio ha dichiarato:
“Sono quattro anni che suono con Zappa e ancora non ho capito se ciò che fa è sincero oppure solo un’esigenza di soddisfare il proprio mercato, o ancora, qualcosa di casuale. È impossibile capirlo dalla personalità di Frank, che tra l’altro è capace di stare settimane in tour con te senza neanche guardarti in faccia, completamente isolato dal mondo. Ma non è importante, la sua musica è incredibile, tutto sprizza intelligenza e divertimento, mi basta”.
Frank è stato molto chiaro riguardo alla sua idea di cinismo: “Mi accusano di essere cinico, ovviamente lo sono. Non potrei essere altrimenti in questo tipo di società, odio i luoghi comuni, la gente che mi fa perdere tempo, il falso perbenismo. Con i musicisti, che devono suonare la mia musica, ho un rapporto preciso: li pago e loro devono lavorare, esattamente come chiedo di fare”.
“Quello che più mi interessa è il mio lavoro e lo voglio fare senza ostacoli, nel migliore dei modi. Sempre. Ogni cosa nella mia vita è musica perché ogni cosa nella vita è spettacolo. Ora che sto parlando con te sto facendo uno spettacolo per te. Quando uno ascolta un mio disco, sto facendo uno spettacolo per lui, a casa sua. Il concerto che facciamo ora è strutturato diversamente da quello che facevo con il vecchio nucleo delle Mothers ma è solo perché cerco nuove forme di comunicazione nello spettacolo”.
Giusto (mi guarda come Peter Cushing in La moglie di Dracula).
Che tipo di minoranza è?
Gente che non ha nulla di meglio da fare.
I tuoi album non vendono molto. Non hai mai avuto una vera hit. Come sopravvivi?
Vendo matite. È diverso dai miei antenati che erano soliti vendere banane… E una questione di inquinamento: le banane sono pericolose, le matite molto meno.
C’è una differenza tra il vero Zappa e quello che ci propinano i giornali?
Oh certo, quello che vedi in televisione è un mio impiegato. Ne ho un altro che vende matite.
Dai giornali viene fuori che ami particolarmente i pazzi, la follia. Cosa pensi che sia la pazzia? Fa parte del genio o è solo qualcosa di anomalo?
Quello che hanno riferito i giornali è il solito errore di interpretazione. Quello che ho detto è che senza deviazione non è possibile il progresso e quindi chiunque devia dalla norma viene considerato pazzo. Sono favorevole alla gente che tenta strade diverse … naturalmente per il progresso e non per fare violenza agli altri.
Sarebbero le persone che in un modo o nell’altro poi fanno storia …
Si, alla fine fanno storia. È possibile che non verrai mai a conoscere i loro nomi, i nomi di quelli che fanno il primo gradino … potrebbe benissimo essere lo «scemo del paese», potrebbe benissimo essere lui quello che fa il primo passo. La società ha bisogno di gente di questo tipo.
E sempre di più …
Sì, ogni anno che passa ne hanno più bisogno… il fatto è che poi continuano ad isolarli sempre di più.
Ma tu fai soldi o no?
Se faccio soldi? Così così. Tu capisci .. qualche matita qui, un concerto lì … qualche mezza giornata a lavare piatti …
Sei uno che ha sempre scioccato la gente. Ti piace sconvolgerli perché alla gente piace essere sconvolta o perché ti diverti?
No, io faccio quello che faccio … poi essendo la gente una manica di ritardati il risultato è che li sconvolgo. Non lo faccio apposta, non è premeditato. Io faccio certe cose solo perché mi vengono naturali.
Tu sei stato in Italia qualche anno fa. Cosa ti è rimasto più impresso del mio paese?
La cucina. È TUTTO.
(Intervista di Michael Pergolani, Popster, aprile 1978)
La title track di Apostrophe fu il risultato di una jam session durata tutta la notte presso gli Electric Lady Studios, New York City, l’8 novembre 1972. La canzone fu accreditata a tre solisti: l’ex bassista dei CreamJack Bruce, Zappa e il batterista Jim Gordon. All’epoca, Bruce era in tournée con West, Bruce e Laing: il suo stile virtuoso e aggressivo creava un ascolto elettrizzante e collocava chiaramente Zappa fuori dalla sua zona di comfort, come ha detto a Guitar Player nel 1977. Bruce partecipò alla jam perché era un amico di Jim Gordon.
“Ho trovato molto difficile suonare con lui; è troppo impegnato. Non vuole davvero suonare il basso in termini di funzioni fondamentali; penso che abbia altro per la testa. Ma è così che vanno le jam session” disse Frank.
Bruce in seguito ricordò che Zappa inizialmente voleva che suonasse il violoncello nel brano, ma lo strumento che era stato assunto per la sessione era così scadente che non poteva essere suonato.
Zappa ha cambiato i suoi interpreti usandoli come strumenti di un’orchestra legata a triplo filo ai suoi umori, ma rendendoli immortali. E ricchi se è vero che chi ha saputo gestire il proprio talento, dopo di lui, ha fatto fortuna.
Zappa ha avuto i più grandi strumentisti al mondo, prima che al mondo fosse noto il loro talento. Non ha mai suonato due volte lo stesso assolo e altrettanto, quasi sempre, hanno fatto i suoi musicisti. Anche questa è una leggenda che vale per tanti altri, uno dei famosi “si dice”, ma che per Zappa è verità assoluta.
“Non ho problemi di rinnovamento, creatività o cose del genere. La mia concezione di concerto, di rapporto con il pubblico mi fa avere ben pochi problemi. La gente paga per venire a vedere i suoi beniamini, ma quasi mai torna a casa soddisfatta. In genere ‘subisce’ la solita routine: presentazione, sette o otto pezzi di repertorio e stop. Questo non è giusto. La gente ha diritto di divertirsi, nel vero senso della parola; deve sentirsi a suo agio, in un’atmosfera adatta. Deve ridere, scherzare, soprattutto con chi è sul palco. lo ho sempre cercato di far scorrere gli spettacoli in questo modo, ed adesso posso dire di esserci riuscito”.
Frank ha raccontato che Sting aveva una certa trepidazione nel suonare considerando che era tutto così improvvisato. Gli disse di non preoccuparsi perché “questa band ti farà sempre fare bella figura”. La band comprendeva i chitarristi Ike Willis e Mike Keneally , il tastierista Bobby Martin , il bassista Scott Thunes , il batterista Chad Wackerman , il percussionista Ed Mann , il trombettista Walt Fowler , il trombonista Bruce Fowler , il sassofonista contralto Paul Carman , il sassofonista tenore Albert Wing e il sassofonista baritono Kurt McGettrick .
Forse spinto dalla rassicurazione di Frank sulla sua band sempre stellare e dopo aver ascoltato una serie di canzoni sul “quasi collasso delle emittenti televisive evangeliche degli anni ’80 (si pensi a Jim e Tammy Bakker, Pat Robertson e Jimmy Swaggart)”, secondo TheAaronChannel, Sting lo fa davvero salire sul palco.
Nello stile di un evangelista televisivo con la band che segue abilmente la sua punteggiatura, Sting continua a raccontare la sua esperienza con Jimmy Swaggart. Secondo Swaggart, “Murder By Numbers” è stato “scritto da Satana” ed eseguito dai “figli di Satana”. “Ho scritto quella canzone” ha detto Sting “prima che la band si lanciasse in un’eccezionale interpretazione jazz di Synchronicity più vicina a Sting che offriva un’esibizione vocale potente completa di un assolo di chitarra FZ.
Frank è rimasto indubbiamente impressionato dalla storia di Swaggart. Anche Sting si è divertito molto e ha scritto a Frank per ringraziarlo e chiedere lo spartito di “The Idiot Bastard Son”, che avrebbe poi eseguito nel suo tour del 1988.
“Odio le canzoni d’amore. E’ difficile accettare che siano la forma d’arte suprema… e quei gruppi soul che dicono tutti ‘quanto sono soul’ come se il massimo della vita fosse ballare, sudare e guardare l’orologio”.
Zappa considerava il rock un genere vuoto, autocelebrativo e borioso.
“La D’Mini Strat che ho è incredibile; non puoi credere ai suoni che escono da quella chitarra. È assurdo. Ne sto facendo fare una speciale con un corpo un po’ più profondo in modo da poterci mettere un vibrato bloccante. La Strat è accordata fino a Fa#. Sulla piccola Strat uso corde Gold Maxima. Ho fatto modifiche alla D’Mini Strate. Il manico e il corpo sono di serie, ha pickup Seymour Duncan e un equalizzatore parametrico incorporato con “Q” [risonanza] variabile; è quello con le manopole concentriche. È stato progettato su misura qui all’Utility Muffin Research Kitchen. C’è un controllo del volume e un tappo argentato che sostituisce un altro parametrico che si è rotto quando ero in tour. Ha un selettore a tre vie e l’interruttore a levetta serviva per passare da un parametro all’altro. Avendo due parametrici, sono stato in grado di preimpostare due diversi tipi di feedback boost. Le schede dei circuiti sono state lavorate da Midget Sloatman ed Eddie Clothier. Anche David Robb, che era il tecnico della chitarra nell’ultimo tour, ci ha lavorato un po’…”.
“Quando sono andato più a fondo nella musica di Zappa, ho sempre trovato grossi motivi di interesse. Mi piace molto, ad esempio, il suo atteggiamento ritmico. Usa moltissimi elementi jazzistici ma adattati ad un contesto sinfonico o rockettaro; per capirci meglio, li usa tutti in battere e non in levare, una caratteristica molto bizzarra. E poi un uso timbrico molto interessante, insieme alla grande scioltezza nel mettere insieme diversi generi”.
(Eugenio Colombo, jazzista – Mangiare Musica giugno 1994)