Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: Freak Out

  • FZ: “senza Jesse non ci sarebbe stato un album Freak Out!…

    Frank Zappa registra Freak Out!

    Wilson viveva a New York ed era tornato lì dopo aver prenotato le date per le sessioni. Eravamo al verde. La MGM non ci ha dato subito l’anticipo: il denaro sarebbe arrivato dopo.

    Il produttore di Run Home Slow, Tim Sullivan, mi doveva ancora dei soldi per la colonna sonora del film. Quando finalmente l’ho rintracciato, stava lavorando in un edificio in Seward Street, a Hollywood (il vecchio palcoscenico della Decca). Non aveva contanti ma, anziché pagarci, ci ha lasciato usare il suo posto per provare. Avevamo la migliore sala prove che una band potesse desiderare, ma stavamo morendo di fame. Abbiamo raccolto bottiglie di soda e le abbiamo incassate, utilizzando il ricavato per acquistare pane bianco, mortadella e maionese.

    Alla fine, il giorno della prima sessione è arrivato – verso le tre del pomeriggio in un posto chiamato TTG Recorders, Sunset Boulevard a Highland Avenue.

    Il rappresentante contabile della MGM Records era un vecchio avaro di nome Jesse Kaye. Jesse andava in giro con le mani dietro la schiena, camminando su e giù mentre registravamo, assicurandosi che nessuno aumentasse i costi per gli straordinari superando le tre ore assegnate per ogni sessione.

    Durante una pausa, sono andato nella cabina di controllo e gli ho detto: “Senti, Jesse, abbiamo avuto un piccolo problema. Vorremmo rispettare i tempi. Vorremmo fare tutto in tre ore – queste gloriose tre ore che ci hai dato per fare questo disco – ma non abbiamo soldi e siamo tutti affamati. Potresti prestarmi dieci dollari?”.

    C’era un ristorante drive-in al piano di sotto dello studio, e ho pensato che dieci dollari nel 1965 sarebbero stati sufficienti per sfamare l’intera band e farci portare a termine la sessione. Ebbene, la reputazione di Jesse era tale che, se qualcuno lo avesse visto prestare soldi a un musicista, sarebbe stato rovinatoNon ha detto sì e non ha detto no. Me ne sono andato, immaginando che fosse così – non glielo avrei più chiesto. Sono tornato in studio e mi sono preparato per la ripresa successiva. Jesse entrò. Aveva le mani dietro la schiena. Si avvicinò, casualmente, e fece finta di stringermi la mano. Aveva una banconota da dieci dollari arrotolata nel palmo della mano. Ha cercato di passarmela, solo che non mi sono reso conto di cosa stesse succedendo e il denaro è caduto a terra. Ha fatto una smorfia come “Oh, merda!” e l’ho afferrato molto velocemente, sperando che nessuno l’avesse visto, e me l’ha infilato in mano. Senza questo atto di gentilezza da parte di Jesse, non ci sarebbe stato un album Freak Out! (Frank Zappa)

    (estratto da The Real Frank Zappa Book)

  • Frank Zappa: 1973-11-23 CHUM-FM Canada Paul Buff, Studio Z, Freak Out, 200 Motels, Suzy Creamcheese

    Frank Zappa: 1973-11-23 CHUM-FM Canada Paul Buff, Studio Z, Freak Out, 200 Motels, Suzy Creamcheese

    INTERVIEW BY David Marsden
    In copertina: artwork di Salvador Luna (un capolavoro)

    Politics / I Am The Slime released as single
    Album 1 in Finland / band changes the music
    The beginning / jobs / highschool
    College / 1st marriage / movie scores
    Studio Z / weekend jobs / Paul Buff
    Living in the studio
    Arrest story / moved to L.A. started THE MOI
    FZ’s image / do it on purpose
    Freak Out and the follow Ups / other peoples ideas
    200 Motels
    House in Laurel Canyon
    Pre planning before entering studio / record scratch story
    Ronnie and Kenny story
    Vacuum pump / Ruth Underwood / Suzy Creamcheese
    Outro Fifty-Fifty

    FAIR USE
    From GSW Project

  • Frank Zappa: 1979 KPFK-FM LA CA interview Varese, Freak Out, R & B, musical influences

    Frank Zappa: 1979 KPFK-FM LA CA interview Varese, Freak Out, R & B, musical influences

    First exposure to music / Varese
    Other Musical influences / R & B – Varese attitude
    Influences listed on Freak Out / Varese quote / composer today
    The academy is poot
    The History of music
    FAIR USE
    From GSW Project

  • Frank Zappa – Orgy, Orgy (1973): ‘free sex for everybody’, Sheikh syndrome

    Frank Zappa – Orgy, Orgy (1973): ‘free sex for everybody’, Sheikh syndrome

    Orgy, Orgy (1973, Sound Check, Film Shoot – The Roxy Performances, 2018, UMG)

    Era Freak Out, Son of GUAMBO (The Great Underground Artists’ Masked Ball and Orgy) e, per necessità, c’erano i Mothers of Invention con il loro suono elettronico da big band, The Factory e altri.
    C’era uno spettacolo di luci, luci stroboscopiche sui ballerini, nella Shrine Exposition Hall di Los Angeles, c’erano cinquemila persone. Erano persone in abiti estatici, tutti lì, tutti riuniti.
    Hanno organizzato un freak-in commemorativo per Lenny Bruce al cimitero.
    Dicono che anche il fuzz sia andato fuori di testa…
    (Cavalier, dicembre 1966)

    Mondo Hollywood Hungry Freaks (1966, Los Angeles, Frank Zappa e i Mothers al GUAMBO e altro materiale filmato da Robert Carl Cohen)

    https://www.youtube.com/watch?v=1kCxIDkVYU8

    A Frank Zappa piaceva prendere in giro qualsiasi tipo di tabù, soprattutto sessuale. Non c’era tabù a cui non fosse disposto ad avvicinarsi. Gli piaceva provocare, parlare di omosessualità o sadomaso non tanto perché approvasse queste pratiche ma per il semplice gusto di scioccare soprattutto i puritani. Le reazioni di rabbia che scatenava in certi ambienti lo divertivano.
    La sua opinione personale si basava su un principio semplice: “Se ti piace fare qualcosa e non danneggi nessuno, provaci. Se ti fa sentire bene, fallo!”.

    “Tutti vogliono essere liberati. Se vuoi liberarti tutto quello che devi fare è toglierti i pantaloni e fare sesso. E’ l’unico modo per liberarti davvero. Bisogna pensare al sesso in modo naturale, per come è realmente: chi ti annuncia che il sesso è sporco non lo fa perché è davvero sporco, è solo un espediente per il controllo mentale governativo”. (Frank Zappa, Nuggets, aprile 1977)

    Zappa è sempre stato un acerrimo nemico della censura, lo sappiamo tutti.
    Frank consigliava ai giovani di fare sesso perché pensava che fosse migliore per la loro salute mentale rispetto all’uso di droghe. Per ‘fare sesso’ intendeva farlo per come ciascuno di noi desidera, non per come viene suggerito dalla società.

    Zappa viveva in una comune del Topanga Canyon con sei groupies. “Le groupies sono molto influenti sul mercato discografico perché conoscono così tante persone. Se hai successo con le groupies, venderai 15.000 dischi solo a Los Angeles”. (Rolling Stone, 15 febbraio 1969)

    Zappa avrà sicuramente provato più volte l’esperienza orgiastica ma lo associo, in particolare, alla ‘sindrome dell’harem’. Lo sceicco alle prese con più donne contemporaneamente.

    Discuti di ogni tipo di pratica sessuale, dalle bambole di gomma al buggery. Non ci sono dei limiti in termini pornografici?
    “Non penso si possa parlare di testi pornografici. Guardala da questo punto di vista: se avessi una laurea e andassi nella giungla a studiare il comportamento di qualche tribù insolita, qualunque cosa faccia (pornografica o altro), sarebbe considerata una ricerca seria. Ma non ho una laurea. Tuttavia, sto scrivendo canzoni su varie tribù che esistono nel mio Paese – il loro comportamento e il loro folklore. Questo è quello che fanno ed è così che sono. È antropologia, pura e semplice”.
    (Frank Zappa, da un’intervista del 1991 pubblicata su Mojo novembre 2018)

    “La pornografia è un mezzo utilizzato per eccitare qualcuno con un problema sessuale, progettato per ‘eccitare’. La volgarità è un linguaggio offensivo per chiunque sia sensibile a quel tipo di linguaggio e si basa su norme culturali… Non c’è suono che puoi emettere con la bocca che possa farti andare all’inferno o che possa comportare una qualche responsabilità sociale”. (Frank Zappa, Manhattan Arts, novembre 1985)

    https://www.youtube.com/watch?v=q5ZIYXJgf9g

    Zappa porta un senso dell’umorismo grottesco, assurdo (e molto divertente) in quasi tutto ciò che fa, sfruttando la propria ossessione erotico-bizzarra per i limiti del comportamento umano.
    “Sono attratto dal sogno, dalla realizzazione di fantasie più grandi e grottesche. Mi piace condividere queste cose con le persone. Non posso farne a meno. Cosa puoi aspettarti da chi non ha sogni o fantasie? Mi interessa tutto ciò che non interessa a nessun altro, gli avanzi. Sono una specie di raccoglitore di rifiuti. Sono sempre stato così”.
    (Frank Zappa, The New York Times, 8 novembre 1970)

    Tra il 1973 e il 1976, sei stato in tournée in tutto il mondo con Zappa e i Mothers of Invention. Qual è stata la cosa più importante di quel periodo per te?
    “La Musica è la migliore: era questo il motto più appropriato per l’impero Zappa. Ma facevamo parte anche del movimento politico studentesco. All’inizio degli anni ’70 ciò significava proteste contro la guerra del Vietnam, il potere dei fiori a San Francisco e sesso libero per tutti”.

    Sappiamo dalle biografie di Zappa che sicuramente sapeva come rilassarsi dopo i concerti…
    “E se questo aiutasse la musica? I grandi artisti hanno bisogno delle loro muse. Sono immortalate nelle loro opere”.
    (Napoleon Murphy Brock, Der Spiegel 10 agosto 2009)

  • Frank Zappa & The Beatles: something about (part 1)

    Frank Zappa & The Beatles: something about (part 1)

    Beatles Medley, Cleveland (Ohio) 5 marzo 1988
    I Want To Hold Your Hand (Live al Rainbow Theatre, 10 dicembre 1971)

    L’album “Zappa ’88: The Last US Show” contiene le cover “Whipping Post” degli Allman Brothers Band (spettacolo del 16 marzo a Providence, RI) e “Stairway To Heaven” dei Led Zeppelin (spettacolo del 23 marzo a Towson, Maryland). Il disco è degno di nota anche perché include la prima uscita ufficiale del tanto chiacchierato “The Beatles Medley” (con Norwegian Wood”, “Lucy In The Sky With Diamonds” e “Strawberry Fields Forever”). Contiene, oltretutto, la cover dei Beatles “I Am the Walrus”.

    “Tutti li consideravano Dio ma io non lo condividevo. Per me, i Beatles erano solo un buon gruppo commerciale” disse Zappa facendo sapere di preferire i Monkees. (Classic Rock, luglio 2015)
    I Monkees vengono definiti i “Pre-Fab Four” per il semplice fatto che erano una copia televisiva dei Beatles, reclutati da una pubblicità di Variety.

    Il suggerimento che il suo primo album “Freak Out” nel 1966 abbia ispirato “Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band” dei Beatles, unificato per temi, è senza dubbio vero.
    Un anno dopo, lo stesso Zappa fece una satira sui Beatles e sull’etica hippie con cui è così spesso erroneamente associato, quando pubblicò “We’re Only In It For The Money”, che presentava un finto sergente Pepper. (Hot Press, 7 aprile 1993)

    Hai messo quella copertina per deridere i Beatles?
    Beh, non pensavo che la loro copertina ce l’avrebbe fatta. La nostra è superiore artisticamente.

    Però, non c’erano piante di marijuana sulla copertina…
    No, ma sulla loro non avevano angurie, quindi li abbiamo battuti con il simbolismo.
    (Ann Arbor Argus, 19 giugno 1969)

    “A scuola i ragazzi ricevono lezioni di armonia, ma viene detto loro di non usare ottave e quinte parallele perché le descrizioni di ciò che le persone facevano e non facevano anni fa sono diventate regole su cosa si può e non si può fare, ma le quinte e le ottave parallele fanno parte della musica pop”.
    “Le persone hanno bisogno di intrattenimento evasivo e il potenziale evasivo di Hendrix e dei Beatles è fantastico. Più ti allontani dalla brutta realtà, meglio è, più venderà. Questo è l’atteggiamento, ma, peggio ancora, si chiama grande arte”. (Beat Instrumental, luglio 1969)

    “We’re Only in It for the Money”: la satira di Frank Zappa
    Con l’album “We’re Only In It For The Money” (pubblicato a marzo 1968) Frank Zappa fa una satira sul tradizionale stile di vita americano e sulla società degli Stati Uniti negli anni ‘60.
    La copertina (dove appare anche Jimi Hendrix) fa una parodia di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles sostituendo i fiori con le verdure.
    E’ il terzo album dei Mothers of Invention: venne ripubblicato dalla Rykodisc nel 1986 con nuove registrazioni per le percussioni. Le parti censurate sulla prima versione furono riammesse.
    L’album attacca lo stile di vita hippy. I testi delle canzoni parlano degli effetti della droga sui giovani, del perché la società induca i giovani alla droga per rimbecillirli, tenerli buoni e “sedati” in una beata incoscienza. Denuncia il fatto che il consumismo ha distrutto principi e valori della famiglia americana: la stessa protesta dei movimenti studenteschi diventa parte del sistema che vorrebbe rovesciare.
    E’ l’evidente parodia della copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band dei Beatles, presi in giro con l’accusa di far parte della controcultura (flower power) “solo per i soldi”.
    Frank telefonò a Paul McCartney per chiedergli il permesso di parodiare la copertina: Paul rispose che per lui non c’erano problemi ma doveva rivolgersi all’ufficio gestioni manageriali dei Beatles presso la EMI.
    Zappa (lo raccontò anni dopo) ebbe la sensazione che McCartney non fosse entusiasta dell’idea e che avesse cercato di osteggiare il progetto ritardando l’uscita dell’album di qualche mese.
    La casa discografica di Zappa temeva problemi legali relativi al copyright della cover del Sgt. Pepper: decise che la foto venisse inserita all’interno del disco. Come copertina vera e propria fu utilizzata una foto dei membri della band su sfondo giallo.
    Nella versione originale del disco, alcune parti di canzoni sono state modificate o cancellate in quanto ritenute offensive. Le parti censurate variano a seconda dell’edizione che si possiede. La Verve Records è la responsabile della serie di tagli.

    https://www.youtube.com/watch?v=lvvCD7qbd5A

  • Frank Zappa, Underground Freak Out Music + Freak Out Zilofone: freak & hippy, due mondi opposti

    Frank Zappa, Underground Freak Out Music + Freak Out Zilofone: freak & hippy, due mondi opposti

    Underground Freak-Out Music (You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 5, 1992)

    Freak Out Zilofone (The MOFO Project/Object, 2006)

    Zappa una volta ha detto a un intervistatore che Freak Out è nato dopo che ha realizzato “registrazioni di ricerche sul comportamento di ragazzi di 17 anni in Ontario, California” e sembra proprio così.
    È un aspro commento sul mondo dei centri commerciali delle autostrade della California meridionale, la società che incoraggia il fiorire del cemento e del neon e sulle vittime della grossolana mega-crescita di Los Angeles: i giovani. (BAM, gennaio 1978)

    “Ascolterai ‘Freakout’ finché non ti uscirà dal culo” ha detto Frank sul palco celebrando il 10° anniversario dei Mothers a Chicago.
    “Oggi ‘Freakout’ mi sembra un mucchio di demo. Ma devi ricordare che i nostri primi tre album sono stati registrati su una macchina a quattro tracce. Allora non c’erano 16 tracce. L’amplificatore più grande che potevi comprare era il Vox Superbeatle: non avevano nemmeno i Marshall!”
    (Frank Zappa, New Musical Express, 25 maggio 1974)

    “Freak Out! è stato un grande album degli anni Sessanta e rimane attuale. L’idea era quella di mostrare una visione diversa della cultura americana. Se lo ascolti oggi, vedi che non è cambiato molto”.
    (“Talking with Frank” by Fabio Massari, Los Angeles/Sao Paulo, 1991)

    Numerosi critici musicali attribuiscono a Frank Zappa e ai Mothers of Invention la nascita del concept album. Si riferiscono all’album “Freak Out” pubblicato il 27 giugno 1966, che fu anche uno dei primi album doppi della storia ed il primo album d’esordio contenente 2 dischi.
    Il precursore del concept album è anche l’album d’esordio dei Mothers of Invention, band nata 2 anni prima dalle ceneri dei Soul Giants a cui si unì il chitarrista Frank Zappa.
    Da un’idea di Frank nasce il tema centrale di questo concept album: una visione satirica della moderna cultura americana da parte della cultura dei ‘fricchettoni’, gli anticonformisti, gli eccentrici, i tipi ‘strani’, i ‘mostri’.
    Il motivo per cui viene considerato il primo concept album della storia lo spiega proprio Zappa nella sua autobiografia “The Real Frank Zappa Book”:
    “Ogni canzone parlava di qualcosa in particolare. Non avevamo un singolo di punta a cui dover costruire attorno brani di riempimento. Ogni canzone aveva la sua funzione ed un messaggio satirico”.
    Con un totale di 14 brani, i due dischi che compongono l’album “Freak Out” hanno segnato la storia della musica.

    Il primo doppio album di debutto “Freak Out” includeva un intero lato, “Return of the Son of the Monster Magnet”, che era un omaggio a Edgar Varese. (The Washington Post, 7 dicembre 1993)

    I suoi primi album, a partire dal 1966 con “Freak Out” e “Absolutely Free”, furono acquistati più per curiosità che per quello che dicevano; qualcosa con cui terrorizzare i genitori. Frank si è impegnato a indirizzare le persone verso l’auto-riflessione e la consapevolezza del loro ambiente.
    Canzoni come “Plastic People”, “America Drinks and Goes Home”, “I’m Losing Status At The High School” erano alcuni dei suoi numeri più noti di orientamento sociologico. (The Echo, aprile 1970)

    “Ho portato Freak Out! di Frank Zappa in Inghilterra e l’ho suonato ai Beatles. Mi hanno detto, ‘Wow! Da dove viene, amico? È incredibile!’ Non vedevano l’ora di incontrarlo. Quindi ho fatto un sacco di spedizioni avanti e indietro, cercando di coinvolgere le persone”. (Eric Burdon)

    I Beatles erano certamente a conoscenza dell’album Freak-Out dei Mothers quando stavano progettando Sgt. Pepper. (IT, 9-24 aprile 1970)

    “Freaking Out (andare fuori di testa) è un processo in base al quale un individuo abbandona gli standard di pensiero, abbigliamento ed etichetta sociale antiquati e restrittivi per esprimere in modo creativo la sua relazione con l’ambiente circostante e la struttura sociale nel suo insieme” (Frank Zappa)

    “Gli hippy indossavano una specie di uniforme, avevano un uso uniforme della lingua e una mentalità da gregge. I freak erano più individualisti. (Frank Zappa, Humo, dicembre 1993)

    “Odiavo gli hippy. Per me erano un’altra manifestazione del conformismo nordamericano, della tendenza a raggrupparsi in tribù che accettano un vangelo che li fa sentire superiori agli altri. La mia gente erano i “freaks”, i mutanti che avevano uno stile individuale che li separava radicalmente dal resto della comunità. “Freaks” in senso fisico, sessuale o mentale, emarginati per necessità, non per seguire l’ideologia alla moda”.
    (Frank Zappa, El Europeo, maggio 1990)

    “C’è una differenza tra freak e hippy. Agli hippy non importa davvero che aspetto hanno, ai freak importa moltissimo. La loro confezione e la costruzione dell’immagine sono una parte molto importante del loro stile di vita. L’aspetto di un gruppo è collegato alla musica nello stesso modo in cui la copertina di un album è collegata al disco. Dà un indizio di cosa c’è dentro.”. (Frank Zappa)