Frank Zappa's mustache - Music is the Best

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  • Le confessioni di Howard Kaylan dei Turtles su FZ

    Howard Kaylan su Frank Zappa

    Dopo The Turtles, hai fatto una svolta di 180 gradi. Tu e Mark vi siete uniti ai Mothers 0f Invention come Flo & Eddie. Ad alcuni può sembrare un abbinamento incongruo.

    “Frank sapeva sempre qualcosa che nessun altro sapeva. Poteva vedere il futuro. Negli anni ’70 è stato il primo ragazzo a dirci: “Aspettate e vedrete, nessuno entrerà in una band. Ci saranno questi supergruppi in cui un ragazzo di questo gruppo, un ragazzo di questo gruppo e un ragazzo di questo gruppo si riuniranno e faranno vera musica. In ogni band c’è solo un vero musicista e quando quei musicisti si uniranno per fare musica sarà incredibile e questo è il futuro”. Questo è ciò che pensava. So perché voleva me e Mark nella band. Voleva aggiungere una sensibilità pop ai Morhers che erano sempre stati scartati come la band meno suonabile nella musica. Quindi, quando ha saputo che i Turtles si erano sciolti – eravamo suoi amici – ci ha chiesto di unirci.
    I musicisti della band di Frank erano scioccati. Quando siamo entrati in quella prima prova, Jeff Simmons ha guardato George Duke, Ian Underwood e Aynsley Dunbar, e ha detto: “Cosa diavolo sta facendo Frank?”. Sapevano che avrebbe fatto un’audizione per nuovi cantanti. Sapevano che ci sarebbe stato un nuovo gruppo di Mothers che avrebbe realizzato il film 200 Motels destinato all’Europa. Stavano aspettando chiunque entrasse dalla porta e pensavano che potesse essere qualcuno come Gregg Rolie [Santana] ma nei nostri confronti c’era tanto scetticismo. “Frank, che cazzo stai facendo? Quelli non sono i ragazzi giusti! Sono degli idioti del pop e faranno crollare la band”. Frank rispose: “Non credo, penso che sappiano cosa stanno facendo”. Aveva ragione.

    Abbiamo persino messo in dubbio la sua sanità mentale in quel momento, così come il pubblico per i primi spettacoli in Arizona e in Europa. Poi hanno capito cosa intendeva. Non erano tanto i primi spettacoli in cui dovevamo fare quello che avevano fatto i musicisti degli altri Mothers Of Invention, ovvero cantare nuovi arrangiamenti del materiale di Frank.

    Abbastanza rapidamente è diventato un gruppo affiatato che aveva superato un sacco di ostacoli insieme: l’incendio a Montreaux, in Svizzera, i tour europei, le orge di Berkeley. Tutte queste cose che Frank non aveva fatto con le altre sue band: adesso era diverso. Stavamo condividendo esperienze di fan e lui si stava sballando con noi. È stato molto diverso e sono entusiasta di aver fatto parte di quell’era: è finita in fretta e la sua sfiducia per l’umanità è tornata alla grande dopo quell’incidente in Inghilterra dove è rimasto gravemente ferito. Non è mai stato più lo stesso ed è tornato ad essere il cinico che era stato prima di questa intimità. Non credo che nessun membro della band sia riuscito a permearlo di nuovo. So che alla fine della sua vita ci ha chiesto di tornare. Abbiamo ricordato e parlato, ma era vicino a quel gruppo di Mothers Of Invention e dopo non sono mai più stati davvero i Mothers of Invention. Era diverso”.

    (Record Collector, luglio 2013)