“Il modo in cui un’amministrazione di destra vedrebbe il sesso è questo: ‘il sesso è un’emozione a buon mercato. Non possiamo permettere che le persone provino troppe emozioni perché, di solito, dopo aver fatto sesso, sono felici’. Si sono divertiti e questo allevia la paura. Se hai appena fatto del buon sesso, non starai lì seduto a pensare a quella paura che cercano di instillare in te. Questo è uno degli antidoti al fattore paura. Quindi, meno sesso, più paura, più paura, più vendite, più vendite, più PNL. L’altra cosa che succede, quando neghi il sesso alle persone, è che hanno una forza dentro il loro corpo che vuole essere espressa, vuole uscire allo scoperto. O lo farai attraverso il sesso o lo farai attraverso l’omicidio. Troverai un modo per tirarlo fuori. Ora, questi tizi di destra preferirebbero una nazione di potenziali assassini per formare un grande esercito”.
(Frank Zappa)
dall’intervista di Bob Marshall del 21-22 ottobre 1988, celebrata come la più grande intervista di Zappa. Le domande sono state preparate da Bob Dobbs. Potete leggerla per intero qui
“La pubblicità è molto potente, funziona a livello psicologico, non logico. Per indurre le persone a comprare cose di cui non hanno bisogno per ragioni che non ci sono, devono ingannarti. Ti ingannano con i colori, ti ingannano modificando la velocità di taglio dello spot che poi modifica il modo in cui inserisci i dati. Usano trucchi: parte di ciò che è coinvolto nei dati per indurti a consumare è questo fattore di paura incorporato: “Puoi fallire. Qualcuno riderà di te. Sei impotente. Sarai povero. Morirai!”. Vari tipi di terrore sono in agguato lì dentro in diverse combinazioni e, ovviamente, dopo averti mostrato la paura, ti mostrano la luce alla fine del tunnel: “Il nostro prodotto ti permetterà di non morire. Non avrai dolore. Queste piccole pillole gialle, funzionano davvero!”. Le persone sono state condizionate a consumare il fattore paura. Non sanno che stanno ricevendo il terrore, ma è lì dentro. E poi la risposta ai loro problemi: un prodotto. Quindi, scambiano dollari per evitare il terrore e i dollari saranno indirizzati nella direzione del prodotto che risolve questo problema immaginario”.
Hai imparato molto a riguardo quando eri nella pubblicità poco più che ventenne? “NO”.
Lo sapevi prima o l’hai capito da quello che hai passato? “I primi indizi che ho avuto a riguardo provenivano da un libro intitolato “The Hidden Persuaders” di Vance Packard che ho letto molto, molto tempo fa”.
Era al liceo perché è uscito negli anni Cinquanta, credo. Ma lo hai letto quando eri molto giovane? “Sì. Ero al liceo negli anni Cinquanta. Ho quarantasette anni”.
Quindi Packard ti ha fatto conoscere alcune di queste cose. “Sì, ma non quello che ti dico adesso perché negli anni Ottanta la pubblicità si è trasformata in qualcosa di diverso rispetto agli anni Cinquanta, tutta la tecnica”.
Perché sono avvenuti molti cambiamenti sociali. Quindi, c’è un contesto diverso, giusto? “Non è solo il contesto. E’ lo stile. Il sapore del terrore è cambiato. Le cose di cui le persone hanno paura sono cambiati in una certa misura. Rimangono alcune basi. La morte è una costante. L’impotenza è una costante. La povertà è una costante. Ma in certi momenti della storia americana, alcune cose diventano più importanti di altre. Con la crescita della cultura Yuppie, la paura dell’impoverimento e della gente che ride di te è probabilmente più terribile della morte o dell’impotenza. Quindi, quel particolare tipo di terrore verrebbe sottolineato maggiormente in una pubblicità degli anni ’80 piuttosto che in un’altra epoca… E’ una mutazione”.
(Frank Zappa)
dall’intervista di Bob Marshall del 21-22 ottobre 1988, celebrata come la più grande intervista di Zappa. Le domande sono state preparate da Bob Dobbs. Potete leggerla per intero qui
(NOTA: Nel 2002, è stato coniato il termine Neuromarketing che punta sui processi inconsapevoli che avvengono nella mente dei consumatori e che influiscono su certe decisioni di acquisto e sul legame emotivo nei confronti di un brand. António Rosa Damásio ha scritto “Non siamo macchine pensanti che si emozionano, ma macchine emotive che pensano”. Il marketing della paura o del terrore – Shockvertising – fa parte del Neuromarketing).
“Faccio una distinzione tra ignoranza, stupidità e idiozia. Fortunatamente negli Stati Uniti ne abbiamo in abbondanza tutti e tre. Se riesci a comprendere tutti e tre gli esemplari, puoi comunicare con loro. Parli a un cane in un modo diverso da come parli a un gatto, che è un modo diverso da come parli a un pesce rosso. Devi capire che esistono e se devi comunicare con persone che si trovano in uno qualsiasi di quei livelli, o non in quei livelli, devi trovare il linguaggio per farti comprendere. La difficoltà non è inventare la lingua, la difficoltà è trovare il mezzo attraverso cui diffondere la lingua perché una persona come me non ha accesso ai media”.
Vuoi classificare i tre livelli?
“Ignoranza significa semplicemente che non ti sono mai state fornite le informazioni. Quindi, una persona potrebbe essere intelligente e ignorante allo stesso tempo. Potrebbe essere intelligente in ogni altro aspetto della sua vita, ma ignorante su certi tipi di informazioni. Stupido significa che hai le informazioni ma, a causa di qualche inefficienza personale, decidi di compiere un atto che contravviene a ciò che sai. Fai una cosa stupida. Ad esempio, sai di aver speso tutti i soldi del tuo budget, ma dovevi comunque comprare quella borsa. E’ stupido. Per un po’ la fai franca, ma è stupido. Considero l’idiota più in termini medici. La persona è capace di compiere atti che potrebbero danneggiare un altro individuo perché è chimicamente stupida. C’è qualcosa nel cervello di quel tipo. È una situazione di salute mentale, qualunque essa sia, ma non vuoi che qualcuno guidi il tuo autobus o scriva la tua legge. Poi, ci sono le persone marginalmente razionali. Sono orgogliose di avere una certa dose di logica e hanno un database di una certa dimensione, hanno una certa funzione da svolgere nella società, ma non arriveranno fino in fondo. Non crederanno ai fatti al punto da poterli portare a una conclusione veramente logica. Ciò significa che, nel momento critico, opteranno per la via d’uscita più semplice. Possono vedere qual è la vera risposta, ma non la accetteranno perché semplicemente non possono essere disturbati”.
È pigrizia o qualcosa del genere.
“Si, è esatto ed è tragica perché quelle persone sanno cosa è giusto. Hanno le doti mentali e le informazioni per fare la cosa giusta, ma non la fanno”.
(Frank Zappa)
dall’intervista di Bob Marshall del 21-22 ottobre 1988, celebrata come la più grande intervista di Zappa. Le domande sono state preparate da Bob Dobbs. Potete leggerla per intero qui
“L’organo più grande del corpo umano è la pelle e il timpano è solo una parte della pelle. Quindi, quella potrebbe essere la parte più sensibile della pelle. Ma credo che tutta la pelle risponda al suono e che diverse parti della pelle su diverse parti del corpo abbiano frequenze di risonanza diverse… Sono state condotte ricerche che hanno dimostrato che certe frequenze di determinate ampiezze producono effetti fisici. Dieci cicli di una certa ampiezza ti fermano il cuore. Puoi morire a causa del suono… Non penso che ne abbiano individuato l’intera gamma, ma esiste una connessione tra l’organismo umano e il modo in cui le molecole d’aria in movimento influenzano quell’organismo… ciò che passa per bella musica in una cultura, è radicalmente diverso dalla bella musica in un’altra cultura… Ma ciò che esiste nella musica, che trascende lo stile, l’orchestrazione o il timbro della musica, sono le altezze delle note. Questo potrebbe essere il fattore determinante…”
(Frank Zappa)
dall’intervista di Bob Marshall del 21-22 ottobre 1988, celebrata come la più grande intervista di Zappa. Le domande sono state preparate da Bob Dobbs. Potete leggerla per intero qui
“E’ semplice e complicato allo stesso tempo. Ci sono certi ritmi naturali di base. Quanto spesso la Luna diventa piena? Una volta al mese, d’accordo. Quello è un ritmo. Quando sale la marea? Quando scende? Ecco un ritmo. Qual è il tuo battito cardiaco? E’ un ritmo. Chiamiamoli ritmi naturali. Non che mi interessino, ma ci sono. C’è anche un tempo medio con cui la gente conduce la propria vita. Quello è un ritmo. Se quello medio non esistesse, la gente non saprebbe se sta andando veloce o lenta… Ora, la musica, il modo in cui si connette col comportamento umano, tiene conto delle implicazioni di questi ritmi naturali universali. Certi tipi di musica li rinforzano. La disco-music, per esempio, ti batte sulla testa e rinforza il tuo ritmo di produzione. Qualsiasi cosa devii da quel rinforzare il tuo ritmo di produzione può essere percepito come ritmicamente dissonante. La dissonanza quando è risolta è come avere un prurito e grattarsi. Quando è irrisolta è come avere un mal di testa per tutta la vita. La musica più interessante di cui mi occupo è musica nella quale la dissonanza è creata, sostenuta per un giusto periodo di tempo e risolta e tu hai la tua grattatina e via di nuovo. Il concetto di dissonanza nel mio lavoro opera su livelli differenti. Puoi avere la dissonanza ritmica. Qualunque ritmo che vada contro la tendenza di un ritmo naturale è un disturbo per il tempo in cui esiste la dissonanza. Ma una volta che torni al ritmo di base, puoi guardare indietro e dire: “Hey, era affascinante ciò che è successo. Non sapevo che tu potessi comprimere tutte quelle battute in quell’unico ciclo”. Lo stesso accade con l’armonia. Certi accordi, quando li senti, è come dire “Ah, adesso siamo rilassati perché tutte le armoniche sono in fila da qui a là ed è tutto completo, è come un bell’accordo in Do maggiore”. Come il ronzio che ti danno con la musica new age che fa in modo che il tuo cervello resti seduto. E’ tutto là, non c’è nient’altro da fare. E’ già fatto. Ora, per quanto tempo puoi ascoltarla? Tanto, se sei molto simile a una medusa. Ma se tu, in quell’ambiente armonico includi qualche nota irritante, note che non sono parte della struttura armonica, fino a che la nota si avvicina a una delle parziali in quell’accordo statico – come certe note vogliono salire, altre scendere, alcune possono davvero vivere là al minimo volume ed essere un inquinante nell’accordo, dare tessitura all’accordo. Tutta questa roba fa parte del mestiere di compositore. La stessa cosa con le parole. Devi capire l’intero concetto di ritmi naturali, cose che esistono e che la gente dà per scontate, e l’idea che uno possa creare un’irritazione artificiale per un certo periodo di tempo tale da dare una sensazione piacevole quando finisce. E’ come il bambino che si colpisce con il martello. “Perché lo fai?”. “Perché è bello quando smetto”. In medicina è come la gente che vuole essere di nuovo giovane, va e si fa una sabbiatura alla faccia. Probabilmente non si sentono molto bene, ma quanto tutto è finito, assomigliano a Mick Jagger”.