Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: jazz-rock

  • Frank Zappa, Tina Turner e le Ikettes

    Frank Zappa su Tina Turner e le Ikettes

    L’ironia e il cinismo di Zappa altro non erano che lo spettro entro cui osservare la realtà. Gelosissimo della sua privacy, per contro desiderava che la sua band vivesse insieme. Era solito chiedere molto ai suoi musicisti e li pagava bene per questo.

    Quando, nel 1973, ebbe la possibilità di assoldare le Ikettes di Ike e Tina Turner per registrare i cori di Montana e di altri brani inseriti in Over-Nite Sensation, rimase sconvolto dal divieto da parte di Ike e Tina Turner di pagare le ragazze (Tina compresa) non più di 25 dollari a canzone. “Fu scioccante – confessò Zappa – in Montana c’è una parte molto difficile, per la quale le ragazze dovettero provare per alcuni giorni prima di registrarla”. Per contro, anche se non accreditata, Tina cantò al primo take le parti di Dirty Love dopo averle sentite una sola volta e avendo affermato: “Ragazzi, potrei cantare questa roba bendata e con una scopa nel didietro!”.

    I Mothers of Invention, la sua band, pur con i continui cambi di formazione, potevano contare su un leader tanto esigente e pignolo quanto generoso. Una band che somigliava a una comune in cui, però, all’anarchia si preferiva il duro lavoro. Grazie a questa formula Zappa poté contare su registrazioni dal vivo su cui poi intervenire con tagli e sovraincisioni.

    Sul live “Weasel Ripped My Flesh” (1970) dichiarò che “circa l’80% della musica di quel disco è frutto di improvvisazione di gruppo. Non si tratta solo di accompagnamento e di assoli ma di un processo spontaneo di creazione all’interno di una composizione”.

    Il rock con Zappa non è mai stato più vicino al jazz: non è un caso che Hot Rats, album pubblicato nell’ottobre 1969, sia considerato da molti una sorta di anticipatore del jazz rock.

    (Classix n.21 – marzo aprile 2009)

  • Quando FZ parlò di formare il suo ‘club del disco’ nessuno lo prese sul serio…

    Frank Zappa e la sua etichetta indipendente

    Nel 1969, mentre Miles Davis era impegnato ad “abbattere le barriere” nel jazz incorporando il rock nel suo repertorio, Zappa aveva già messo a punto l’idea anni prima con esibizioni dal vivo di lunghe escursioni jazz-rock come “King Kong”.

    Nessuno lo prese sul serio negli anni ’60, quando parlò di formare il suo “club del disco” per mettere a disposizione la sua libreria di registrazioni di concerti e studio in rapida espansione. Eppure, 20 anni dopo, Zappa sta facendo proprio questo con una fiorente attività di vendita per corrispondenza per la sua Barking Pumpkin Records (autofinanziata).

    Frank Zappa è riuscito in qualche modo a battere il sistema. Quando le sue ex case discografiche hanno censurato il suo lavoro (come ha fatto la MGM) o gli hanno rifiutato il sostegno al progetto (come hanno fatto tutti), ha semplicemente deciso di pubblicarlo lui stesso. E quando il mezzo di comunicazione di massa della televisione o della radio ritiene il suo lavoro non commerciale o non adatto, Zappa si limita a fare appello direttamente ai suoi ascoltatori tramite la vendita per corrispondenza.

    Con l’imminente pubblicazione di oltre 17 album di materiale inaudito nei prossimi 6-8 mesi e il flusso costante di ristampe rimasterizzate di precedenti lavori per compact disc, Frank ha finalmente ottenuto quello che voleva: fare a modo suo. Nonostante tutti i “cazzi della casa discografica” che ha caratterizzato in modo così caustico in “Tinseltown Rebellion”, Zappa si fa l’ultima risata.

    (Music, 2-15 luglio 1987)