Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: Jeff Beck

  • FZ & Grand Wazoo Band all’Oval Cricket Ground di Londra (16 settembre 1972)

    Frank Zappa e Grand Wazoo Band all'Oval Cricket Ground di Londra 1972

    Promuovere il rock è sempre un rischio come hanno scoperto (ancora una volta) sabato pomeriggio i fratelli Foulk. Poche persone si aspettavano di perdere soldi su una formazione come Jeff Beck, Zappa e Hawkwind, ma è successo per via del maltempo e dei biglietti costosi.

    E’ stata una perdita ma anche il miglior concerto in un evento di un giorno che io abbia visto da molto tempo senza neanche fare la fila.

    Jeff Beck con il suo rock ‘n roll veloce, funky e impeccabile, era in ottima forma, e risaliva a “Hi Ho Silver Lining” e “Over Under Sideways Down” guadagnando un applauso dalla folla tremante sotto le grigie officine del gas.

    Ci sistemammo ad aspettare il calar della notte e l’arrivo del Grand Wazoo.

    Il Machiavelli del rock è uscito zoppicando e ha presentato i membri della sua orchestra jazz di 20 elementi attraverso un elaborato e prolungato controllo dell’equilibrio. La folla si è interessata man mano che il mix di 10 minuti andava avanti e, quando finalmente si sono riuniti ed hanno fatto irruzione in “Big Swifty”, dall’album “Waka/Jawaka”, avevano l’inesorabile potere di un treno espresso musicale. 

    C’è qualcosa di fantastico in un’orchestra jazz di medie dimensioni che ruggisce nella notte con uno Zappa trasandato nel mezzo che batteva il tempo con la sua bacchetta di Wazoo come un insegnante di musica in una scuola materna. Non c’era nulla di infantile nella musica, però; ha gestito la partitura complicata e l’ha fatta oscillare come solo il compositore sa fare, in particolare su un nuovo pezzo ‘ “Le avventure di Greggery Peccary” (una specie di piccolo maiale selvatico originario della California meridionale, che evita di essere trasformato in un paio di guanti di pelle di cinghiale da donna).

    Abbiamo osservato il lato serio del signor Zappa, in particolare nei passaggi in cui suonava la chitarra. Abbiamo un rendering di ciò che ha scelto di chiamare “Dog Meat”, un medley del tema di King Kong da Uncle Meat e “Dog Breath Variations”, una delle sue composizioni più evocative e inquietanti.

    (IT, 4-18 ottobre 1972)

  • Frank Zappa & Jeff Beck: “correva l’anno 1967…

    Frank Zappa e Jeff Beck

    Frank Zappa: “Mi piace Jeff Beck, sì. Ho ascoltato Wired (Epic) e ci sono un paio di assoli che mi piacciono. E mi piacciono alcune sue cose in “Rough and Ready” (Epic).”

    Jeff Beck: “Ho amato gli sfoghi politici di Frank Zappa. Da quello che ho potuto leggere tra le righe probabilmente avrebbe potuto essere il miglior presidente americano di sempre. Era molto ben informato sugli affari mondiali e aveva una profonda vena cinica… Io e Ronnie Wood non conoscevamo la paura quando eravamo insieme nel ’69. Sapevo dove viveva Frank Zappa e sono andato fino a Laurel Canyon a bordo di una Camaro noleggiata e quando siamo arrivati si sentiva puzza di gomma bruciata fuori casa sua. Lui, ovviamente, l’ha sentita, è uscito e ha detto: “Puoi tagliare fuori quella merda?” e ci ha invitato a entrare. Ha preso in giro me e Ronnie alla grande”.

    Correva l’anno 1967.

    (Ultimate Classic Rock)

  • Blues Muses – xenocronia Frank Zappa, Johnny ‘Guitar’ Watson, J. Beck, Guitar Slim, A. Holdsworth

    Blues Muses – xenocronia Frank Zappa, Johnny ‘Guitar’ Watson, J. Beck, Guitar Slim, A. Holdsworth

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa, Johnny ‘Guitar’ Watson, Jeff Beck, Guitar Slim, Allan Holdsworth, Edgar Varèse

    FAIR USE

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    Nel corso degli anni, Frank Zappa ha elogiato diversi chitarristi.
    I magnifici 4, i suoi chitarristi preferiti in assoluto, restano:
    – Johnny ‘Guitar’ Watson: “Il mio chitarrista preferito in origine era Johnny ‘Guitar’ Watson, non da un punto di vista tecnico ma di ascolto, di ciò che significavano le sue note nel contesto in cui venivano suonate”. E’ il vocalist di tre brani di FZ: In France, I don’t even care e Brown Moses;
    – Jeff Beck: “E’ uno dei miei chitarristi preferiti in assoluto da un punto di vista melodico e in termini di concezione di ciò che suona. È favoloso”. “Secondo me, il chitarrista che ha contribuito di più al rock, oggi più bravo di ieri, è Jeff Beck” (FZ, “Talking with Frank” by Fabio Massari, 1991);
    – Guitar Slim: “E’ stato il primo chitarrista che abbia mai sentito ad avere una distorsione, negli anni ’50. Penso che il mio stile deriva dal suo approccio alla chitarra per gli assoli che ho sentito allora”;
    – Allan Holdsworth: “E’ il miglior chitarrista che abbia mai sentito. Mi sento intimidito dal suonare la chitarra quando penso a come suona lui” (FZ). Holdsworth è considerato tra i più influenti e importanti chitarristi nel jazz rock, prog e fusion.

    “Ascoltavo sempre Johnny ‘Guitar’ Watson e ascoltavo Clarence ‘Gatemouth’ Brown. Ciò che stava facendo Watson non si limitava ad una scala pentatonica. Una delle cose che ammiravo di lui era il suo tono, quel tono secco, un po’ sgradevole, aggressivo e penetrante. Le cose che suonava spesso uscivano come esplosioni ritmiche sul ritmo costante dell’accompagnamento”. Il suo modo di suonare “era come parlare o cantare in sottofondo. C’era un’influenza vocale sul ritmo”. (FZ, Guitarist, giugno 1993)

    “La canzone di Watson del 1956, ‘Three Hours Past Midnight’ mi ha ispirato a diventare un chitarrista”. (Frank Zappa)

    “Per me non c’era differenza…quello che sentivo nel rhythm and blues trascendeva quello che esprimevano le note e il tema della performance. Sentivo la stessa cosa con Varèse. C’era qualcosa nella musica che era a parte, al di sopra e al di là dei punti reali scritti sulla pagina. Era l’atteggiamento. Per me, era come se la linea melodica di Octandre fosse nella stessa vena dell’assolo di chitarra di Johnny Guitar Watson in “Three Hours Past Midnight”. Entrambi avevano un atteggiamento aggressivo”. (FZ, M.I., novembre 1979)

    “Ciò che ho preso da Johnny ‘Guitar’ Watson ed altri chitarristi che mi hanno influenzato non è il loro suono, ma il loro atteggiamento. Stilisticamente, credo di essere più vicino a Guitar Slim più di chiunque altro. Ci sono un paio di assoli che ha suonato che pensavo fossero punti di riferimento, sono molto oscuri. Watson è il chitarrista minimalista per eccellenza. L’assolo di “Lonely Nights” di una sola nota dice tutto. Johnny ‘Guitar’ Watson era un chitarrista dal suono estremamente malvagio all’epoca, ma il più oscuro che ho sentito è stato Guitar Slim (Eddie Jones)… pura oscenità. La cosa che mi è piaciuta dei due assoli che ho sentito quando avevo 16 anni e che mi hanno davvero incuriosito – l’assolo su “Three Hours Past Midnight” e su “The Story Of My Life” – non era solo il tono dello strumento ma il modo assolutamente maniacale con cui emettevano queste note in una frase con poco o nessun riguardo per il resto del metro, pur essendo consapevoli di dove fosse il ritmo”. (FZ, Guitar World, aprile 1987)

    “Non potevo suonare nessuno degli assoli di chitarra di Guitar Slim, Johnny Guitar Watson o Clarence Gatemouth Brown, anche se mi piacevano tutti. Penso di essere stato influenzato da loro nel senso che ho compreso il loro approccio melodico, ho capito cosa dovevo fare con quelle note in quella situazione”. (FZ, Musician, agosto 1979)

    “Quando parlava dei chitarristi degli anni Cinquanta che gli piacevano così tanto, Zappa diceva che potevano essere più sporchi con una sola nota di chitarra di qualsiasi testo osceno. Nei suoi assoli cercava di racchiudere tutto, dalle melodie più sublimi ai suoni più acidi, ed erano sempre un’avventura improvvisata che sapeva dove iniziava ma non dove sarebbe finita”. (intervista a Román García Albertos, autore del libro “Frank Zappa (1940-1993)

    “Quando ascolto musica, apprezzo la sostanza e non necessariamente lo stile di un musicista. E’ l’uomo che senti attraverso il suo modo di suonare. Coinvolge la sua personalità, la sua individualità nella sua musica”.
    (FZ, Guitare & Claviers n. 73, aprile 1987)

    “Penso che l’oscenità verbale sia una fantasia, la chitarra è capace di bestemmiare. Può essere lo strumento più blasfemo sulla faccia della terra. Ecco perché mi piace. Il puzzo disgustoso di una chitarra elettrica troppo rumorosa: questa è la mia idea di divertimento. (FZ, Sound International, aprile-maggio 1979)