“I live più singolari che i Mothers abbiano mai fatto furono quelli avvenuti al Garrick Theatre nel 1967 e non c’è nessuna registrazione. Non ho registrazioni del Garrick Theatre. Forse qualcuno potrebbe aver ripreso lo spettacolo ma Verve non l’ha fatto. Avevamo un accordo con Wally Heider che a quel tempo aveva un camion di registrazione a New York City; aveva tutta questa attrezzatura in un furgone e aveva bisogno di un posto dove parcheggiare il suo furgone. Volevo fare un patto con lui per dargli un posto auto per il furgone fuori da questo teatro che avevamo affittato. Tutto quello che doveva fare era accendere il nastro ogni notte e avremmo potuto avere le registrazioni. Verve non l’ha fatto”.
Il concerto di Frank Zappa dello scorso fine settimana (Sabato 29 maggio 1971, di cui non si conosce la registrazione) all’Università di Oakland è stato probabilmente l’evento rock più importante dell’anno nel Michigan. Molte persone sono addirittura entrate gratuitamente, attraverso i boschi vicini e oltre le recinzioni.
È stato importante, non per la folla, che era enorme, o per il rumore dei cancelli, ma per la musica stessa.
Frank Zappa e The Mothers of Invention non sono solo un grande gruppo rock. La loro performance è teatro e burlesque, supportata da una delle musiche più precise del settore.
Il gruppo è veramente professionale. Il suono è quello di chitarristi e pianisti di formazione classica che si appassionano al rock e sviluppano un proprio stile dinamico. Il risultato finale è una musica ad alta potenza e precisione.
Nessun altro leader rock dirige il suo gruppo come Zappa: la band segue esattamente i suoi segnali cambiando i ritmi e tagliando dentro e fuori con i loro strumenti. I Mothers lavorano insieme più come un’orchestra sinfonica che come un gruppo rock, sembrano condividere uno stretto rapporto di rispetto reciproco.
I Mothers sono una bestia musicale dalle molte teste. La gamma di strumenti della band include due chitarre, basso, batteria, organo, piano elettrico e un uso giudizioso del flauto, sassofono, campanaccio e tamburello. Molti dei brani sono stati presentati parzialmente come scenette, con alcuni membri della band nelle vesti di attori.
I Mothers hanno presentato un numero sul sessismo delle pop star. Lo hanno fatto in modo così grossolano da satireggiare effettivamente l’immagine della pop star sexy e seducente. La canzone è una critica alle pop star macho e alle groupie; l’un l’altro si vedono come oggetti sessuali. Nella scenetta, la groupie dice: “Ti ballerò, se la tua canzone è nelle classifiche”. La canzone si è conclusa con un crescendo di urla della band che “Non possiamo sopportarlo, proprio non possiamo sopportarlo”, con tutti i musicisti che si contorcevano sul palco, facendo cadere strumenti e microfoni.
Zappa e la sua band avevano un atteggiamento nei confronti del pubblico che andava dall’indipendenza artistica e dal distacco al disprezzo occasionale. All’inizio del concerto qualcuno lanciò in aria una scintilla e Zappa commentò: “Non è stato intelligente. Potresti bruciare qualcuno.”
Più tardi, mentre Zappa spiegava la trama di “Billy the Mountain”, alcuni rumorosi membri del pubblico iniziarono a interferire. Lui reagì gridando: “Questo pubblico è troppo rumoroso!”, frase subito seguita da “Cool it!”.
Qualcuno dalla prima fila ha risposto: “Stai zitto e metti la musica!” Zappa lo ha sfidato: “Alzati e identificati!” L’uomo lo fece, a quel punto Zappa gli urlò: “Vaffanculo!” Il pubblico ha apprezzato, applaudendo Zappa.
Il 25 luglio 1970 si tenne a Valbonne il Riviera Festival organizzato da Music Evolution. Per l’occasione, Frank Zappa si presentò da solo, senza i Mothers of Invention. Suonò in una jam session jazz-rock e groovy, in quartetto con Jean-Luc Ponty (violino), Aldo Romano (batteria) e Alby Cullaz (basso). che si rivelò eccezionale.
La traccia contiene una prima jam, King Kong ed altre due jam.
Di seguito, il programma di Riviera Festival:
Ame Son
Amon Duul II
Brigitte Fontaine
Daevid Allen
Frank Zappa
Gong
Ihre Kinder
Iron Butterfly
Jean-Luc Ponty
King Harvest
Moving Gelatine Plates
Red Noise
Swegas
The Mothers of Invention
Warm Dust
Circola un manifesto falso che mescola informazioni su due diversi festival (date un’occhiata all’ultima immagine, è un fake). Si tratta di una modifica che riprende parte del manifesto originale di Valbonne (Festival della Riviera) tenutosi nel luglio 1970.
Il Festival di Biot (noto come Popanalia) fu organizzato nell’agosto del 1970 da Actuel e RTL: in questa occasione, non era in programma nessun concerto di Frank Zappa. Gli organizzatori furono sopraffatti dalla folla: erano attese 3.000 persone, ne sono arrivate oltre 30.000. Per questo motivo, il festival fu interrotto prematuramente (poche ore dopo l’inizio) nella più totale confusione. Tutti gli artisti erano stati pagati ma non c’era alcuna tutela. Il festival era stato organizzato in un anfiteatro naturale, che fu invaso da gente non intenzionata a pagare il biglietto. La gente del paese e dintorni vide, con due giorni di anticipo, le tribù hippie intenzionate a partecipare al festival e a divertirsi senza spendere un soldo. Soltanto Joan Baez (arrivata prima), Country Joe e qualche assistente accettarono, alla fine, di suonare.
Ecco il programma del Festival di Biot (Popanalia):
Alan Jack Civilization
Alan Price
Ame Son
Archie Shepp
Art Ensemble of Chicago
Country Joe & The Fish
Daevid Allen
Don Cherry
Eric Clapton
Gong
Joan Baez
Kevin Avers and the Whole World
King Crimson
Pink Floyd
Soft Machine
Sonny Sharrock
Spencer Davis
The Moody Blues
The Plastic Ono Band
Traffic
Cosa significa per te l’esperienza con Jean-Luc Ponty?
“È il primo musicista francese con cui ho lavorato, il secondo violinista e il terzo jazzista. Immagino che tutto questo significhi qualcosa nella mia evoluzione musicale”. (Frank Zappa, Extra, febbraio 1971)
Jean-Luc Ponty è arrivato sul palco con il suo piccolo violino rosso e ha scatenato una sconcertante orgia sonora offrendo al pubblico, attraverso la brillantezza del suo modo di suonare, la ricchezza dei suoi suoni e lo stimolo che ha portato al gruppo, i migliori momenti del concerto. Tutti, in quei momenti, iniziarono a rimpiangere che questa riunione con i Mothers fosse solo effimera.
“Jean-Luc è un musicista meraviglioso, ma non credo che dovrebbe far parte di una band. Ha troppo da dire per limitarsi così, deve assolutamente fare di testa sua” ha commentato Frank Zappa.
Dallo spettacolo al Providence College, Providence, 26 aprile 1975, il tour di Bong Fury. Un’eccellente registrazione del pubblico di uno spettacolo eccellente.
Registrato da Dan Lampinski. La band: FZ, Denny Walley, Captain Beefheart, Tom Fowler, Terry Bozzio, Napoleon Murphy Brock, George Duke, Bruce Fowler.
Copertina sinistra: se l’intenzione è attirare l’attenzione ci riesce abbastanza, almeno all’inizio.
“How much rot can you handle”? Quanto marciume riesci a gestire?
A giudicare dalla copertina e dal titolo, ci si aspetta un disco sinistro ma non è così.
Si tratta di un bootleg prodotto in Belgio nel 1984 che contiene vari live del 1978 e 1982 oltre a frammenti di uno speciale radiofonico del 1981 su Edgar Varèse.
Il titolo deve essere un’allusione ad una pubblicità di Rod Stewart che recita “Quanto Rod riesci a gestire?” risalente al 1979.
Frank Zappa continua ad andare ai margini e non solo negli Stati Uniti, dove viene comunque sfacciatamente boicottato dalle istituzioni musicali (catene di negozi, stazioni radio, canali televisivi, ecc.) che hanno sempre visto nel suo repertorio la forza di un potenziale nemico. La cosa più ironica è che la legislazione che rende possibile il boicottaggio di artisti non collegati a grandi corporazioni, garantisce completa libertà di espressione a coloro che si auto-istituzionalizzano nel settore indipendente.
In altre parole, possono boicottare Zappa in certe aree, ma qualcuno che vuole incontrarlo lo farà.
Anche in Brasile è sempre stata una faccenda complicata. Ascoltare Zappa quaggiù è, ancora oggi, un po’ avventuroso: l’informazione va scavata come l’oro e, nei negozi, la discografia nazionale è zero, niente.
Mi recai a casa di Zappa a Los Angeles per una breve conversazione avvenuta ad agosto 1991.
Era la prima volta che un giornalista brasiliano metteva piede sul suolo sacro della casa di Zappa, questo privilegio era speciale. L’attesa in giardino non è stata delle peggiori: è bastato un quarto d’ora per concludere che la casa di Zappa non ha una forma netta. È una serie di passaggi, scale a chiocciola, svolte e incroci uno dopo l’altro ambientati in un giardino botanico.
Sei sempre stato molto interessato alla politica e uno dei tuoi obiettivi principali era il presidente Ronald Reagan.
“Tutto quello che c’è brutto oggi negli Stati Uniti è colpa di Reagan. Politica economica disastrosa, tutti i tipi di scandali che coinvolgono l’amministrazione, è tutta colpa sua. Era un idiota ma sapeva raccontare una bella barzelletta. Le persone intorno a lui erano diavoli, arricchirono i loro amici e lasciarono il cittadino americano medio senza speranza per il futuro. Reagan era un presidente imperialista con la televisione e il resto dei media in tasca”.
Hai dichiarato che lascerai definitivamente il palco. Non c’è speranza di vederti in Brasile, quindi?
“I musicisti americani sono molto attaccati al denaro, la musica non è così importante per loro, è solo un altro lavoro. Ho già avuto offerte che potresti considerare a livello più che milionario, il che significa milioni di dollari, ma non me la sento di mettere insieme una band e affrontare più certe cose. Per quanto riguarda il Brasile, è un peccato che non sia mai stato invitato ad andare da nessuna parte in Sud America. Nemmeno in Messico, dove ho un seguito molto grande”.
(“Talking with Frank” by Fabio Massari, Los Angeles/Sao Paulo, 1991)
Ecco una panoramica dei Paesi in cui FZ ha suonato e in cui non ha mai suonato .
Stati americani visitati (43 + DC)
Alabama, Arizona, Arkansas, California, Colorado, Connecticut, Distretto di Columbia, Florida, Georgia, Hawaii, Idaho, Iowa, Illinois, Indiana, Kansas, Kentucky, Louisiana, Maine, Massachusetts, Maryland, Michigan, Minnesota, Missouri, Nebraska, Nevada, New Hampshire, New Jersey, New Mexico, New York, North Carolina, Ohio, Oklahoma, Oregon, Pennsylvania, Rhode Island, South Carolina, Tennessee, Texas, Utah, Virginia, Vermont, Washington, Wisconsin, West Virginia
Stati americani non visitati (7)
Alaska, Delaware, Mississippi, Montana, North Dakota, South Dakota, Wyoming
Province canadesi visitate (6)
Alberta (Calgary, Edmonton), British Columbia (Vancouver), Manitoba (Winnipeg), Nova Scotia (Halifax), Ontario (Hamilton, London, Ottawa, Toronto, Waterloo, Windsor), Québec (Montréal, Québec)
Province e territori canadesi non visitati (6)
New Brunswick, Newfoundland, Northwest Territories, Prince Edward Island, Saskatchewan, Yukon
Paesi europei visitati (17)
Austria, Belgio, Cecoslovacchia (FZ soltanto), Danimarca, Finlandia, Francia, Germania Ovest, Ungheria (FZ soltanto), Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Jugoslavia
Paesi europei non visitati(10)
Albania, Bulgaria, Germania Est, Grecia, Islanda, Irlanda, Polonia, Portogallo, Romania, Unione Sovietica (FZ ci andò nel 1992, ma non per suonare)
Altri Paesi visitati (3)
Australia, Giappone, Nuova Zelanda
Regioni non visitate
Africa, Antartide, Asia continentale, America Centrale, Messico, Sud America e gran parte delle isole sparse nel mondo
Dal 10 ottobre all’11 dicembre 1980, Frank Zappa è stato in tournée negli Stati Uniti e in Canada, con il Fall Tour 80. Sono stati organizzati un totale di 51 spettacoli in 49 città e sono state suonate 60 canzoni.
Come ci si poteva aspettare da Zappa, la band che andò in tournée era di un livello quasi alieno. C’erano i veterani Ike Willis e Ray White, Steve Vai e Vinnie Colaiuta.
“Amo le esibizioni dal vivo. Mi piace vivere on the road. La cosa peggiore dei tour è viaggiare, ma una volta che ci arrivi è davvero bello suonare in posti ogni volta diversi. Non riesco a immaginare di far parte di un gruppo che suona in studio attirando un pubblico inglese o danese o olandese visto che abbiamo suonato spesso per quel pubblico nei nostri tour europei degli ultimi due anni. Soprattutto, con il pubblico danese abbiamo fatto le nostre migliori ‘stranezze’.
“I suoni di San Francisco non sono cambiati nel corso degli anni: la musica e l’arte devono cambiare” ha affermato Frank Zappa. Nell’attuale spettacolo dei Mothers, che include musicalmente materiale vecchio e nuovo, sono coinvolte 18 tonnellate di apparecchiature. “Siamo specializzati nell’illuminazione con 165.000 watt di luce incastonati in una struttura quadrata di 40 piedi e controllati al punto tale da poter illuminare un solista dall’alto, dal basso, davanti, dietro – e individuare l’istante in cui si verifica un assolo. Ho coreografato l’intero spettacolo, mescolando il movimento con la musica, le luci e, naturalmente, il suono”. (San Francisco Examiner, 24 dicembre 1975)
Stevie’s Spanking (Hammersmith Odeon, Londra, 18 giugno 1982)
Stevie’s Spanking (Stadthalle, Vienna, 28 giugno 1982)
Sharleena (registrata all’Universal Amphitheater, Universal City, CA, 23 dicembre 1984)
Chunga’s Revenge (Live Wembley Arena, Londra, 1988)
Jam – Zappa Plays Zappa (Tour 2011, Brighton Dome)
Foto di copertina di Derick Thomas
Dweezil Zappa ha debuttato all’età di 12 anni all’Odeon Hammersmith di Londra, nel tour europeo di Frank Zappa (1982).
Frank e Dweezil si sono uniti in concerto sul palco, per la prima volta, a duettare insieme con le loro chitarre il 23 dicembre 1984 all’Universal Amphitheatre di Los Angeles. In questa occasione si esibirono con la versione live di Sharleena. Dweezil aveva 15 anni quando è stata registrata la Soundpage.
In precedenza, sempre nel 1984, una versione di Sharleena è apparsa nell’LP di Frank Zappa Them Or Us: Dweezil ha anche contribuito con un assolo alla registrazione in studio.
Nella traccia, a circa due minuti e mezzo, Dweezil inizia il suo assolo; un minuto dopo, suo padre arriva alla chitarra come co-protagonista. È una performance notevole sotto ogni punto di vista; è sorprendente considerando il tempo relativamente breve in cui Dweezil ha suonato la chitarra.
Quanto tempo avete provato tu e Dweezil prima di eseguire “Sharleena” sul palco?
“Zero. Fu l’ultimo concerto del tour del 1984. Ero in viaggio da sei mesi ed ero appena tornato in città. Dweezil stava facendo le prove: stavamo lavorando all’Universal Amphitheatre e sapevo che voleva salire sul palco. Aveva suonato un assolo nella versione dell’album, quindi conosceva già la canzone. Ha fatto il soundcheck nel pomeriggio ed ha sistemato la sua attrezzatura. Quella è stata la prima e unica volta che io e lui abbiamo suonato insieme dal vivo. E’ stata una sua idea.
Non era la prima volta che Dweezil appariva con la band. Ha debuttato sul palco con il gruppo in Europa quando aveva 12 anni nel 1982. Ha suonato con noi all’Hammersmith Odeon di Londra, in uno dei tre giorni in cui siamo stati lì, e anche a Monaco, Vienna ed un’altra città credo. Ma in quelle occasioni io dirigevo: nella performance di Los Angeles per la prima volta io e lui abbiamo suonato la chitarra solista insieme. Quando due chitarristi solisti si esibiscono insieme, si rischia di fare rumore. Ascoltare o partecipare non è una delle cose che preferisco”.
Cosa ha fatto funzionare così bene questo duetto?
“Ho avuto il buon senso di stargli alla larga (ride). Il mio obiettivo era fare un pezzo di musica lì, non suonare in modo competitivo. In genere, questo non succede con le jam session. Di solito le jam session sono esercizi di egomania”.
Dal momento in cui Dweezil ha preso in mano una chitarra per la prima volta, quanto tempo è passato prima che si unisse a te sul palco per quelle date europee?
“Poco più di un anno. Ha suonato in studio su una melodia heavy metal che stavamo facendo, “Steve Spanking”, che è un altro brano di Them Or Us. Anche se Dweezil aveva molta destrezza manuale quando ha iniziato, aveva problemi sul ritmo, su come regolarsi quando doveva entrare e su cosa fare, proprio come la maggior parte dei musicisti principianti. Era anche limitato nel numero di tasti con cui poteva suonare: ho dovuto modificare un po’ gli arrangiamenti per scegliere una tonalità comoda per lui durante la sua parte dell’assolo. Non è facile in queste condizioni suonare con tuo figlio sul palco. Ma, nel 1984, aveva acquisito abbastanza abilità e una volta aveva anche registrato quella canzone. Dweezil si allena molto, passa circa cinque ore al giorno ad allenarsi”.
Nella versione live, è Scott Thunes al basso?
“Sì, e Chad Wackerman alla batteria. I tastieristi sono Alan Zavod e Bobby Martin, i vocalist sono Bobby Martin, Ike Willis e Ray White. Ike e Ray suonano entrambi la chitarra”.
(Frank Zappa, Guitar Player Magazine, gennaio 1987)
Dweezil Zappa ha portato Hot Rats sul palco come frontman e forza trainante di Zappa Plays Zappa.
“E’ sempre stato uno dei miei album preferiti. Il legame che ho con quel disco non è solo musicale: è stato realizzato l’anno in cui sono nato, è dedicato a me. Per me, è uno dei dischi che ha messo in mostra il modo in cui suonava la chitarra mio padre. Se ascolti in particolare Little Umbrellas e It Must Be A Camel pensi che si tratta del lavoro di un compositore, piuttosto che di un cantautore pop. Lo senti davvero andare in profondità nel regno della composizione. Le trame, le armonie, gli strati di strumentazione, l’arrangiamento, il modo in cui manipolava gli strumenti e cambiava il loro carattere: questo è ciò che rende Hot Rats speciale. Non lo sentirai in nessun altro suo disco né, del resto, in nessun altro disco. Anche quando suono liberamente, continuo a filtrare ciò che suono attraverso il suo vocabolario. Conosco un sacco di cose che mio padre preferirebbe, ciò che suonerebbe…”.
(Guitarist, dicembre 2019)