Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: Londra

  • FZ più riservato sotto lo sguardo vigile di John Smothers

    Frank Zappa e la sua guardia del corpo John Smothers

    Nel suo hotel londinese, il Dorchester, Zappa ha fatto da ospite, circondato da nastri e dispensando scotch sotto lo sguardo vigile della sua guardia del corpo calva e muscolosa, John Smothers.

    Prima della triste vicenda in cui è stato spinto da un palco londinese subendo gravi ferite, Frank Zappa era un allegro narratore che avrebbe regalato storie difficilmente credibili di Wild Man Fischer, di pervertiti di Los Angeles e di idiosincrasie dei suoi colleghi musicisti. Da allora, è diventato molto più riservato, almeno durante le sue rare visite a Londra.

    (Melody Maker, 19 febbraio 1977)

    Frank Zappa e John Smothers
  • Frank Zappa & Dweezil Zappa: Sharleena, Stevie’s Spanking, Chunga’s Revenge, Jam

    Frank Zappa & Dweezil Zappa: Sharleena, Stevie’s Spanking, Chunga’s Revenge, Jam

    Stevie’s Spanking (Hammersmith Odeon, Londra, 18 giugno 1982)
    Stevie’s Spanking (Stadthalle, Vienna, 28 giugno 1982)
    Sharleena (registrata all’Universal Amphitheater, Universal City, CA, 23 dicembre 1984)
    Chunga’s Revenge (Live Wembley Arena, Londra, 1988)
    Jam – Zappa Plays Zappa (Tour 2011, Brighton Dome)

    Foto di copertina di Derick Thomas

    Dweezil Zappa ha debuttato all’età di 12 anni all’Odeon Hammersmith di Londra, nel tour europeo di Frank Zappa (1982).

    Frank e Dweezil si sono uniti in concerto sul palco, per la prima volta, a duettare insieme con le loro chitarre il 23 dicembre 1984 all’Universal Amphitheatre di Los Angeles. In questa occasione si esibirono con la versione live di Sharleena. Dweezil aveva 15 anni quando è stata registrata la Soundpage.
    In precedenza, sempre nel 1984, una versione di Sharleena è apparsa nell’LP di Frank Zappa Them Or Us: Dweezil ha anche contribuito con un assolo alla registrazione in studio.
    Nella traccia, a circa due minuti e mezzo, Dweezil inizia il suo assolo; un minuto dopo, suo padre arriva alla chitarra come co-protagonista. È una performance notevole sotto ogni punto di vista; è sorprendente considerando il tempo relativamente breve in cui Dweezil ha suonato la chitarra.

    Quanto tempo avete provato tu e Dweezil prima di eseguire “Sharleena” sul palco?
    “Zero. Fu l’ultimo concerto del tour del 1984. Ero in viaggio da sei mesi ed ero appena tornato in città. Dweezil stava facendo le prove: stavamo lavorando all’Universal Amphitheatre e sapevo che voleva salire sul palco. Aveva suonato un assolo nella versione dell’album, quindi conosceva già la canzone. Ha fatto il soundcheck nel pomeriggio ed ha sistemato la sua attrezzatura. Quella è stata la prima e unica volta che io e lui abbiamo suonato insieme dal vivo. E’ stata una sua idea.
    Non era la prima volta che Dweezil appariva con la band. Ha debuttato sul palco con il gruppo in Europa quando aveva 12 anni nel 1982. Ha suonato con noi all’Hammersmith Odeon di Londra, in uno dei tre giorni in cui siamo stati lì, e anche a Monaco, Vienna ed un’altra città credo. Ma in quelle occasioni io dirigevo: nella performance di Los Angeles per la prima volta io e lui abbiamo suonato la chitarra solista insieme. Quando due chitarristi solisti si esibiscono insieme, si rischia di fare rumore. Ascoltare o partecipare non è una delle cose che preferisco”.

    Cosa ha fatto funzionare così bene questo duetto?
    “Ho avuto il buon senso di stargli alla larga (ride). Il mio obiettivo era fare un pezzo di musica lì, non suonare in modo competitivo. In genere, questo non succede con le jam session. Di solito le jam session sono esercizi di egomania”.

    Dal momento in cui Dweezil ha preso in mano una chitarra per la prima volta, quanto tempo è passato prima che si unisse a te sul palco per quelle date europee?
    “Poco più di un anno. Ha suonato in studio su una melodia heavy metal che stavamo facendo, “Steve Spanking”, che è un altro brano di Them Or Us. Anche se Dweezil aveva molta destrezza manuale quando ha iniziato, aveva problemi sul ritmo, su come regolarsi quando doveva entrare e su cosa fare, proprio come la maggior parte dei musicisti principianti. Era anche limitato nel numero di tasti con cui poteva suonare: ho dovuto modificare un po’ gli arrangiamenti per scegliere una tonalità comoda per lui durante la sua parte dell’assolo. Non è facile in queste condizioni suonare con tuo figlio sul palco. Ma, nel 1984, aveva acquisito abbastanza abilità e una volta aveva anche registrato quella canzone. Dweezil si allena molto, passa circa cinque ore al giorno ad allenarsi”.

    Nella versione live, è Scott Thunes al basso?
    “Sì, e Chad Wackerman alla batteria. I tastieristi sono Alan Zavod e Bobby Martin, i vocalist sono Bobby Martin, Ike Willis e Ray White. Ike e Ray suonano entrambi la chitarra”.
    (Frank Zappa, Guitar Player Magazine, gennaio 1987)

    Dweezil Zappa ha portato Hot Rats sul palco come frontman e forza trainante di Zappa Plays Zappa.
    “E’ sempre stato uno dei miei album preferiti. Il legame che ho con quel disco non è solo musicale: è stato realizzato l’anno in cui sono nato, è dedicato a me. Per me, è uno dei dischi che ha messo in mostra il modo in cui suonava la chitarra mio padre. Se ascolti in particolare Little Umbrellas e It Must Be A Camel pensi che si tratta del lavoro di un compositore, piuttosto che di un cantautore pop. Lo senti davvero andare in profondità nel regno della composizione. Le trame, le armonie, gli strati di strumentazione, l’arrangiamento, il modo in cui manipolava gli strumenti e cambiava il loro carattere: questo è ciò che rende Hot Rats speciale. Non lo sentirai in nessun altro suo disco né, del resto, in nessun altro disco. Anche quando suono liberamente, continuo a filtrare ciò che suono attraverso il suo vocabolario. Conosco un sacco di cose che mio padre preferirebbe, ciò che suonerebbe…”.
    (Guitarist, dicembre 2019)