Frank Zappa's mustache - Music is the Best

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    Marco Dalpane meets Frank Zappa: “the ’oeuvre’ is ongoing like life”

    Piano City Milano 2014 spazio NONOSTANTEMARRAS
    Marco Dalpane suona al piano:
    Let’s Make Water Turn Black
    Harry You Are a Beast
    Oh No
    Son of Orange County Lumber Truck
    Theme from Lumpy Gravy
    Blessed Relief
    Stick It Out

    Potete visualizzare il filmato qui

    https://www.youtube.com/watch?v=Wxal9QPGeos

    “Zappa parlava della sua musica come oeuvre, confondendo quindi la sua opera, sulla quale è ritornato continuamente, con la vita. Non c’è versione definitiva, c’è la vita che si fa. L’opera è in corso, come la vita”.
    “Davvero non è facile distinguere tra ciò che lo stesso Zappa concepiva come oeuvre, come unico gesto creativo determinato da quell’idea di ‘continuità concettuale’ a lui tanto cara. Forse allora sceglierei un disco antologico come Make a Jazz Noise Here o The Best Band You Never Heard in Your Life. Ma sarebbe davvero una scelta dolorosa per le esclusioni che comporta. Ho scelto due dischi particolarmente giocosi e divertenti. In questa epoca dominata dalle passioni tristi, dalla depressione e dalla stupidità, mi sembra che la luminosità, l’ingegno e l’intelligenza della sua musica rappresentino uno straordinario antidoto ai nostri mali”.
    (Marco Dalpane intervistato da Stefano Marino, 2016)

    “Ho trascritto oltre 20 musiche di Frank Zappa, canzoni e brani strumentali, per il più classico degli strumenti, il pianoforte. Sono rimasto molto fedele agli originali, e ho cercato di far suonare il mio strumento al meglio.
    Suono questo repertorio in solo o in duo con Vincenzo Vasi (voce, theremin e music toys)
    Zappa è un lavoro duro. Genio iconoclasta e Absolutely Free è sicuramente uno dei protagonisti della musica del Novecento. Un eroe americano, come Ives, Gershwin, Monk e Cage.
    I suoi studi musicali dal punto di vista accademico si riducono a ben poca cosa, ma pur vivendo nella periferia americana fin da giovane è attratto dall’intensità che sprigiona dalle pagine di Edgar Varèse, il compositore che ha definitivamente riconsiderato il timbro come parametro essenziale della composizione.
    Naturalmente il giovane Frank è affascinato anche dal R&B, dal blues del Delta, dal Doo-Wop, dai City Slickers di Spike Jones; rimarranno i suoi amori fino alla fine della sua vita. Non c’è spazio per distinguere tra alto e basso, popolare e colto; Howlin’ Wolf è interessante quanto Stravinsky. Arte e intrattenimento si riflettono in un gioco di specchi geniale e spiazzante in nome di una Continuità Concettuale che lo ha guidato fin dagli esordi. Paga le sue scelte anti-commerciali con un costante conflitto con l’industria musicale; autentico self made man, solitario e orgoglioso delle infinite ore passate in studio, freak ed eccentrico per molti aspetti, metodico e scrupoloso per quanto riguarda la musica.
    Anche il suo rapporto con le istituzioni accademiche e le grandi orchestre classiche è segnato da difficoltà. Zubin Metha e Pierre Boulez, Kent Nagano e la London Symphony Orchestra si sono confrontati con la sua opera, ma solo l’Ensemble Modern, proprio alla fine della sua vita, arriverà a un risultato di valore assoluto nell’esecuzione delle sue partiture”.
    (marcodalpane.it)

    https://youtu.be/qXpGzzVpLPM

    https://youtu.be/lxt3JUThx9Y

    Pianista e compositore, Marco Dalpane si dedica principalmente alla musica delle avanguardie del ‘900 e del secondo dopoguerra. Dal 1991 si dedica all’attività di pianista accompagnatore e autore di musiche per il cinema muto. Questa attività lo ha portato a partecipare ai più importanti festival musicali e cinematografici italiani ed internazionali. Ha realizzato opere su commissione di reti televisive europee come ZDF e Arte e ha eseguito l’accompagnamento musicale dal vivo di oltre 750 proiezioni.

    In varie occasioni, Marco Dalpane ha illustrato anche il difficile rapporto intercorso tra il musicista e le orchestre. L’unica eccezione fu l’Ensemble Modern, un’orchestra da camera tedesca diretta da Peter Rundel. Ne nacque una collaborazione che si trasformò in “The Yellow Shark”, l’ultimo album pubblicato da Frank Zappa.
    Dalpane ha suonato anche una versione per pianoforte di Black Page.
    Marco Dalpane ha raccontato, con divertimento, quanto Zappa fosse contro l’establishment. Il musicista americano litigò con la sua etichetta discografica, all’epoca era la Warner Bros, perché aveva in mente un concept album, Läther, che voleva uscisse in un box di quattro CD. Ma la casa discografica lo pubblicò in quattro album separati, senza il suo consenso, quando il missaggio non era ancora completo. La mattina dopo contattò un’emittente radiofonica che trasmise tutti e quattro i CD come erano stati concepiti dall’autore, dopo una dichiarazione di Zappa che invitava gli ascoltatori a registrare dalla radio le sue canzoni.
    Se Frank Zappa fosse un nostro contemporaneo, difficilmente riuscirebbe a pubblicare un disco. Eppure è stato rivoluzionario e ha cambiato, forse, anche il nostro modo di intendere e ascoltare la musica.