
La tua musica è ascoltata da una minoranza …
Giusto (mi guarda come Peter Cushing in La moglie di Dracula).
Che tipo di minoranza è?
Gente che non ha nulla di meglio da fare.
I tuoi album non vendono molto. Non hai mai avuto una vera hit. Come sopravvivi?
Vendo matite. È diverso dai miei antenati che erano soliti vendere banane… E una questione di inquinamento: le banane sono pericolose, le matite molto meno.
C’è una differenza tra il vero Zappa e quello che ci propinano i giornali?
Oh certo, quello che vedi in televisione è un mio impiegato. Ne ho un altro che vende matite.
Dai giornali viene fuori che ami particolarmente i pazzi, la follia. Cosa pensi che sia la pazzia? Fa parte del genio o è solo qualcosa di anomalo?
Quello che hanno riferito i giornali è il solito errore di interpretazione. Quello che ho detto è che senza deviazione non è possibile il progresso e quindi chiunque devia dalla norma viene considerato pazzo. Sono favorevole alla gente che tenta strade diverse … naturalmente per il progresso e non per fare violenza agli altri.
Sarebbero le persone che in un modo o nell’altro poi fanno storia …
Si, alla fine fanno storia. È possibile che non verrai mai a conoscere i loro nomi, i nomi di quelli che fanno il primo gradino … potrebbe benissimo essere lo «scemo del paese», potrebbe benissimo essere lui quello che fa il primo passo. La società ha bisogno di gente di questo tipo.
E sempre di più …
Sì, ogni anno che passa ne hanno più bisogno… il fatto è che poi continuano ad isolarli sempre di più.
Ma tu fai soldi o no?
Se faccio soldi? Così così. Tu capisci .. qualche matita qui, un concerto lì … qualche mezza giornata a lavare piatti …
Sei uno che ha sempre scioccato la gente. Ti piace sconvolgerli perché alla gente piace essere sconvolta o perché ti diverti?
No, io faccio quello che faccio … poi essendo la gente una manica di ritardati il risultato è che li sconvolgo. Non lo faccio apposta, non è premeditato. Io faccio certe cose solo perché mi vengono naturali.
Tu sei stato in Italia qualche anno fa. Cosa ti è rimasto più impresso del mio paese?
La cucina. È TUTTO.
(Intervista di Michael Pergolani, Popster, aprile 1978)