Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: musica contemporanea

  • FZ ha studiato musica contemporanea in Germania

    Frank Zappa e la musica contemporanea in Germania

    Nel 1972 Zappa stava studiando musica contemporanea in Germania insieme a Stockhausen e Boulez – con i quali in seguito avrebbe registrato. Stava anche producendo album orchestrali basati sul jazz incredibilmente fantasiosi e, a volte, esasperanti, indulgenti, come “The Grand Wazoo”.

    Col tempo Rolling Stone ha suggerito: la sua “cancellazione del confine tra high e pop art che ha debuttato con la sua prima band Mothers of Invention rimane uno dei gesti di emancipazione degli anni ’60”.

    (Hot Press, 7 aprile 1993)

  • FZ: “facciamo musica contemporanea, non siamo una band rock…

    “Facciamo ‘musica contemporanea’, vale a dire una forma artistica legata al nostro ambiente sociale attuale. Quello che suoniamo difficilmente può essere classificato come rock’n’roll; se dobbiamo essere definiti, penso soprattutto che siamo non-rock. Il nostro materiale musicale è principalmente dada, il resto include tutte le cose strane e inspiegabili che accadono sul palco durante lo spettacolo. Ci sono una serie di eventi che non potremo mai registrare perché, per capirli, abbiamo bisogno di testimoni oculari di prima mano. Eseguiamo gesti e movimenti fisici sul palco che a volte assomigliano a coreografie, a volte avvengono volontariamente, a volte sono puri incidenti e talvolta comportano la partecipazione del pubblico. Sul palco del Garrick Theatre di New York sono successe cose molto strane; l’altra sera è salita sul palco una ragazza, alta circa 1,50 mt, aveva i capelli totalmente arruffati. Una ragazza di circa diciotto anni con occhiali scuri, sandali, con in mano due borse della spesa e un flauto… Sale sul palco, posa le borse della spesa, si infila il flauto in bocca ed ha un attacco epilettico davanti a spettatori assolutamente sbalorditi. Non l’abbiamo fermata, è stato davvero straordinario. È rimasta lì per circa mezz’ora : quando ha finito ci siamo augurati la buonanotte, se n’è andata e nessuno tra il pubblico sapeva cosa fare…

    La nostra musica è sempre un evento. Ogni spettacolo è diverso. Le canzoni rimangono relativamente le stesse, ma il loro ordine è costantemente sconvolto, si incastrano l’una nell’altra o si susseguono senza tempi morti. A volte suoniamo tre quarti d’ora consecutivi senza sosta. Spesso il pubblico rimane ipnotizzato e alla fine dei brani si dimentica di applaudire. . . Personalmente, ho preso parte ad un solo happening; è stato all’Ucla in California. Avevo portato alcune delle mie registrazioni private”.

    (Rock & Folk, novembre-dicembre 1967)