Terry Bozzio: “Suonare con Zappa è molto divertente ed educativo. Adoro il modo in cui suona la chitarra e quando suono con lui posso essere molto popolare tra le ragazze”.
Andre Lewis: “Suono R&B ma la musica di Zappa è totalmente diversa. È un grande chitarrista e gli altri membri sono tutti ottimi musicisti”.
Roy Estrada: “Ci sono molte ragioni per suonare con lui, ma comunque mi piace suonare con lui perché entrambi siamo pervertiti”.
Napoleon Murphy Brock: “Fa bene alla mente e al corpo. Mi aiuta a mantenere il mio corpo pulito e a mio agio, sai. Quando suono con lui, mi fa scaricare nettare extra [nota: sperma?] e mantiene il mio corpo sano”.
“Mi piaceva Chuck Berry quando ero al liceo. Canzoni come “Havana Mill” e “Wee Wee Hours” erano il rovescio della medaglia dei suoi successi – le cose più blues. La sua principale innovazione oltre alla coreografia del duck walk erano gli assoli di chitarra a più corde: le linee si armonizzavano perché suonava su due corde contemporaneamente. C’era un altro chitarrista che lo faceva, di nome Jimmy Nolen , per il quale avevo molto rispetto”.
BB King
“Non mi piace BB, l’ho visto in televisione prima di andare in questo tour ed era ancora blues”.
Keith Richards
“Non so niente di Keith Richards”.
Jimi Hendrix
“Conoscevo Jimi e penso che la cosa migliore che si potesse dire su Jimi fosse: non doveva usare droghe”.
John McLaughlin
Ho incontrato John. Penso sia un grande chitarrista e penso che probabilmente ha fatto molto per educare il pubblico americano ad alcuni aspetti della musica orientale con cui non sarebbero entrati in contatto prima. Abbiamo fatto un tour con McLaughlin e il vecchio Mahavishnu, abbiamo fatto 11 concerti con loro”.
Lowell George
“Un altro ragazzo che non dovrebbe usare droghe”.
Eric Clapton
“Conosco Eric, non lo vedo da anni. E’ un altro ragazzo che non dovrebbe usare droghe”.
Jeff Beck
“Uno dei miei chitarristi preferiti in assoluto. Da un punto di vista melodico e solo in termini di concezione di ciò che suona, è favoloso. Mi piace Jeff”.
Rory Gallagher
“Abbiamo lavorato 2 volte con Rory Gallagher in questo tour e [lunga pausa] … suona ancora il blues”.
Jimmy Page
“Non so niente di Jimmy Page”.
Peter Green
“Non lo conosco”.
Jerry Garcia
“Abbiamo fatto un concerto con Garcia in questo tour, ma eravamo all’atto di apertura e non ho visto nessuno dei suoi set”.
Pete Townshend
“Ho incontrato Pete ma non so cosa dire del suo modo di suonare la chitarra”.
Robert Fripp
“Non ho mai sentito parlare di Robert Fripp”.
Richie Blackmore
“Ho incontrato Ritchie e… non ho molta familiarità neanche con il suo lavoro perché non sono un consumatore di pop e non ascolto molto”.
Carlos Santana
“Abbiamo lavorato con Carlos Santana a Colonia nel 1980 o 1981. Abbiamo fatto due spettacoli al Palazzetto dello sport di Colonia. Hanno aperto il primo spettacolo, noi l’abbiamo chiuso. Poi abbiamo aperto il secondo spettacolo e loro l’hanno chiuso, quindi non l’ho mai sentito suonare”.
Eddie Van Halen
“Conosco Eddie. Viene a casa perché esce con mio figlio. Lui e mio figlio Dweezil suonano insieme ed è favoloso, ma è un altro ragazzo che non dovrebbe usare droghe”.
The Edge degli U2
“Non lo conosco. C’è invece un altro ragazzo di cui conosco il lavoro e che dovrebbe essere incluso nella lista dei chitarristi che rispetto: Allan Holdsworth”.
Il tuo chitarrista preferito
“In origine, il mio chitarrista preferito era Johnny ‘Guitar’ Watson, non da un punto di vista tecnico ma riguardo al significato delle sue note nel contesto in cui venivano suonate. Anche Guitar Slim è stato il primo chitarrista che io abbia mai sentito che usava la distorsione, anche durante gli anni ’50. In un modo strano, penso che il mio stile derivi più dal suo approccio alla chitarra, dagli assoli che ho sentito allora”.
(“The Frank Zappa interview Picture Disk”, pt. 2- 1984)
Amnerika (Thing-Fish) – Amnerika (Civilization Phaze III, 1994) – Amnerika vocal version (Frank Zappa For President, 2016)
Inizialmente, Amnerika era meno elaborata: la prima volta, è stata registrata per Thing-Fish. In seguito, con l’uso del Synclavier, ha portato l’hoquetus al suo estremo assurdo. L’hoquetus è una tecnica compositiva d’uso comune durante il periodo barocco secondo cui un fraseggio è segmentato in modo tale che due o più strumenti suonino segmenti alternati, ognuno ripartendo da dove ha finito l’altro.
Frank Zappa ha preso l’arrangiamento classico (melodia e accompagnamento) di Amnerika e ne ha distribuito ogni nota ad uno strumento diverso. Il risultato, come si può ascoltare su Civilization Phase III, è impressionante. Abbastanza facile per un computer, ma estremamente difficile per 24 musicisti in carne e ossa, ognuno dei quali deve piazzare le proprie note isolate a intervalli in apparenza casuali facendo in modo che il tutto armonizzi ritmicamente. Essendo le esecuzioni per i concerti di The Yellow Shark ancora un po’ incerte, questo brano è stato escluso dall’album. In seguito, l’Ensemble Modern è riuscita ad eseguire regolarmente Amnerika in modo legato e impeccabile. Bastava solo avere tempo a sufficienza per esercitarsi.
Il termine Amnerika è composto da Amnesia e America. Il testo della versione vocale ne spiega il significato: “Ciò che non può essere risolto con un favore o una tangente dovrebbe essere morto o dimenticato: non deve sopravvivere!”. Il testo cita i nativi in rivolta, i nativi americani, i terribili creativi che “ci fanno ricordare e ci causano un tale dolore!”. Gli americani si sbarazzano dei sensi di colpa con la ‘santa malattia’ che dà sollievo, la Bibbia che toglie ogni responsabilità.
Frank Zappa, con la sua visione profondamente autentica del mondo, ha definito ‘insignificante’ la cultura americana rispetto a quella di Paesi con proprie tradizioni millenarie. Pensando all’identità culturale americana ha semplicemente detto: “Non significhiamo nulla” e “siamo così dannatamente stupidi”.
Nel 1976, in occasione del bicentenario della Dichiarazione di Indipendenza (200 Years Old), Frank ha considerato che, in 200 anni, l’America ha raggiunto un bel risultato in termini di corruzione.
“Considera ciò che è stato realizzato: abbiamo rubato agli indiani, abbiamo soggiogato razza dopo razza nel nome di Dio senza contare l’immortale simbolo del dollaro, l’industria del controllo della personalità, chiesa, giornali e Tv. Un meccanismo progettato per guidare i pensieri e le azioni di un gran numero di persone, equamente divise tra produzione e consumo”.
Zappa ha anche dichiarato che “un Paese che non sostiene la propria cultura, non investe in essa e non la mantiene attiva, forse non dovrebbe esistere”.
“L’America non ha cultura. La società americana in tutta la sua magnificenza meccanizzata fa tutto il possibile per uccidere i sognatori”.
I sognatori sono pericolosi, causano confusione, fermento, a volte felicità. Osano fare il Grande Sogno Americano abbinando l’ingegno con il sistema. Sfidano la Suprema Autorità, la sua Mediocrità Universale… tutto perché sono sognatori.
Zappa continua a sognare: “Continuerò a comporre e a lavorare al film, poi passerò ad altro”.
(The Sun Magazine, 3 maggio 1970)
“Non c’è mai stata una cultura negli Stati Uniti, quindi non può esserci controcultura. Non sono controculturale, a me interessa la cultura che il mio Paese non ha”. (Popular 1, aprile 1979)
“Non puoi amare l’America, non puoi conoscerla, non puoi parlare di lei, non puoi esaltarla o giudicarla male perché non la vivi. Tu non sai cosa sono un paio di jeans anche se li porti, non sai cosa è la televisione e nemmeno cos’è un hamburger”.
“Sono completamente devoto al mio ideale estetico. Il concetto americano di gioventù presume che tutti i ribelli tornino prima o poi all’ovile, rientrino nel gregge. Ma noi, non ci possono ignorare. Anche se le idee che stanno dietro alla nostra musica non piacciono, la si deve ascoltare perché è dappertutto”.
(Frank Zappa, Popster, aprile 1978)
“Finché uno non percepisce il proprio ambiente, non se ne preoccupa, e non fa niente per cambiarlo; questo è qualcosa che va fatto prima che l’America saccheggi il mondo e poi ci cachi sopra”.
(Frank Zappa, intervista radiofonica alla BBC)
“Qui non esiste un ministero della Cultura. Sai perché? Non c’è cultura. Ci sono due parole, in particolare, che qui non si possono usare da nessuna parte: cultura e intellettuale. Se parli di sostegno alla cosiddetta cultura, la destra è subito alle tue spalle”.
(“Talking with Frank” by Fabio Massari, Los Angeles/Sao Paulo, 1991)
“Molto di ciò che facciamo è progettato per infastidire le persone, al punto da mettere in discussione la società in cui vivono. Deve succedere qualcosa prima che l’America faccia ammalare il mondo intero”.
(Frank Zappa)