Frank Zappa's mustache - Music is the Best

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  • Frank Zappa, Piano Music 1963-1993 (8 songs): from Opus 5 to Piano Synclavier, review

    Frank Zappa, Piano Music 1963-1993 (8 songs): from Opus 5 to Piano Synclavier, review

    Piano Pieces from Opus 5 – Mount St Mary’s College (Chalon Campus), LA (1963) Non è Zappa a suonare il piano: lui dirigeva, suonava la cetra e introduceva i brani
    Piano (Dance Me This album) Synclavier (1993)
    Piano Music Section 1 & Section 3 (The Hot Rats Sessions) Piano: Ian Underwood
    The Black Page (rara versione al Synclavier) primi anni ‘80
    The Black Page #1 (Piano Version) dall’album Zappa In New York (1977) Arrangiamenti: Ruth Underwood
    Envelopes & Little House I Used To Live In (versione solo piano, 1978) suonati da Peter Wolf o Tommy Mars
    Video filmato da uno sconosciuto a casa di Zappa (Los Angeles – 1984, 1986), editato da Marcello Di Lorenzo

    Verso la fine del brano Little House I used to live in (nell’album Burnt Weenie Sandwich) Frank Zappa suona un assolo con un organo elettrico. Zappa usava il pianoforte come un altro strumento ritmico. Non deve aver pensato molto alle sue abilità pianistiche perché non ha mai mostrato cosa poteva fare dal vivo.

    Frank Zappa suona la chitarra, il piano, il vibrafono e la batteria, compone, arrangia e snocciola commenti sociali.

    “A volte usava la chitarra come strumento per comporre, per mostrare ai musicisti quali note o accordi suonare sui loro strumenti. La usava anche come strumento di arrangiamento ma, quando componeva la sua musica orchestrale, di solito, si sedeva al pianoforte e suonava. Disse che avrei dovuto imparare a suonare il piano se volevo diventare un compositore. Al piano Frank era più un compositore che un esecutore, come lo sono praticamente tutti i compositori. L’ho visto comporre brani orchestrali mentre era seduto in un aeroporto o mentre volava su un aereo. Si sedeva con carta da musica bianca e scriveva musica tutto il tempo. Nel 1981, durante il tour americano, ogni minuto dietro le quinte in cui vedevi Frank, scriveva musica su carta. Era davvero molto riservato riguardo alle sue composizioni. Non che stesse cercando di nascondere qualcosa, ma per qualcuno chiedere di guardare qualcosa era come chiedere: “Posso leggere il tuo diario?”. Una volta sono venuto da lui e gli ho chiesto cosa stesse facendo e lui ha detto: “Niente”. Mi sono seduto e sono rimasto zitto, poi mi ha detto: “Vieni qui. Queste sono ‘densità’ ” e mi ha mostrato queste enormi e strane strutture di accordi, accordi di otto e dieci note senza note ripetute. Non aveva mai parlato prima di come creasse musica o delle tecniche che usava. Iniziò a spiegarmi cosa stava facendo. Per quanto riguarda la dissonanza e la scala temperata, se inizi ad impilare grandi gruppi di note non correlate, puoi ottenere alcuni accordi dal suono orribile o alcune perversioni di accordi esotiche e dissonanti. Mi ha mostrato alcune delle diverse scale che stava utilizzando e le melodie: disse che, una volta tornato a casa, avrebbe digitato questi accordi nel Synclavier. Per un secondo, mi ha permesso di sbirciare nel suo mondo. Frank sapeva esattamente come sarebbe stata suonata la sua musica mentre la scriveva. Le sue capacità compositive erano estremamente evolute”. (Steve Vai, Guitar World, febbraio 1999)

    Per provare una canzone di cui puoi semplicemente canticchiare le parole, ti siedi al piano e arrangi?
    “Utilizzo molto raramente un pianoforte a meno che non debba scrivere per un’orchestra: ne ho bisogno solo in quel caso. Posso semplicemente sedermi in un aeroporto e scrivere un brano su carta”.

    Una volta che hai composto un pezzo, specialmente qualcosa su larga scala come un’opera orchestrale, fai un demo tape per verificare se ti piace la composizione finale?
    “No. Di solito, quello che faccio è tornare da un tour con una valigetta piena di schizzi e provare le parti dell’armonia e le linee sul pianoforte”.
    (Guitar Player, febbraio 1983)

    “Decisi di stipare un paio di U-87 nel pianoforte, coprirlo con un drappo pesante, piazzarci un sacchetto di sabbia sul pedale e invitare chiunque a metterci dentro la testa e divagare incoerentemente su argomenti che avrei suggerito loro tramite il sistema di talk-back dello studio”.
    I vaneggiamenti furono trasformati in una trama riguardante maiali, pony e altri personaggi che vivono all’interno di un pianoforte. Nel 1991 aggiunse dialoghi addizionali. Le partiture musicali furono composte e registrate soltanto per mezzo del Synclavier.
    “Civilization Phase III” è un doppio album, l’ultimo album completato da Frank Zappa prima della sua morte, nel 1993. Frank la definisce “opera-pantomina”. Il progetto nacque nel 1967 come esperimento di registrazione vocale.