Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: prog

  • Adrian Belew, Don Preston, Mike Keneally e Jon Anderson ricordano FZ

    Frank Zappa

    “Alla fine sarà ricordato come uno dei più grandi compositori del nostro tempo”: Adrian Belew, Don Preston, Mike Keneally e Jon Anderson ricordano Frank Zappa

    Il metodo musicale dietro la pazzia percepita di un chitarrista “geniale”.

    “Una delle cose che lo rendevano un genio era che poteva suonare musica sperimentale e farla arrivare al pubblico introducendo doo-wop o musica pop. Userebbe la vera musica popolare per suonare musica davvero impopolare” (Don Preston).

    “Quando adotti o adatti uno stile per raccontare una storia – disse una volta Frank Zappa – tutto va bene. Devi avere la giusta impostazione per il testo. La cosa importante a quel punto è raccontare la storia”.

    Jon Anderson sostiene che la musica progressive è iniziata con Zappa. “È stata una combinazione di cose” sostiene il cantante fondatore del gruppo prog-rock Yes.

    “Leggeva con attenzione lo spirito del tempo ed esprimeva atteggiamenti condivisi da molti. È stato sorprendente vedere un artista che, pur appartenendo alla scena, ne era al tempo stesso estraneo e la commentava con tanta acidità” (Mike Keneally).

    Zappa ha incoraggiato Adrian Belew a suonare tempi in chiave insoliti. “Senza quello non so come sarei arrivato ai King Crimson” dice. “Molte delle nostre cose sono basate su poliritmi e tempi dispari, io che canto in uno e suono in un altro. Mi ha insegnato come essere un musicista professionista e mi ha fatto capire che avrei potuto suonare materiale più complicato. Mi ha sfidato”.

    Zappa ha sostenuto che, piuttosto che essere progressive, era più importante che la musica fosse personalizzata. La musica, ha detto, “dovrebbe essere rilevante per la persona che la scrive. Ha più a che fare con il compositore che con lo stile dei tempi o la scuola che potrebbe aver generato il compositore”.

    (Guitar Player, 26 gennaio 2023)

  • James Moore: l’approccio prog alla musica di FZ

    James Moore su Frank Zappa

    “Per me, nessun artista riassume un approccio progressivo alla musica più di Frank Zappa. Ha tracciato una strada che resiste ancora alla prova del tempo con il suo catalogo incredibilmente vario. Alcuni dei musicisti più famosi e talentuosi del pianeta hanno suonato nelle molte incarnazioni delle sue band e parla con l’umiltà dell’esperienza”.

    (James Moore)

  • PROG-LOG 4 Divergent – xenocronia Frank Zappa, Olivier Messiaen, Allan Holdsworth xenochrony

    PROG-LOG 4 Divergent – xenocronia Frank Zappa, Olivier Messiaen, Allan Holdsworth xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa, Olivier Messiaen, Allan Holdsworth

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    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD3PgG5Ppuv8OEPfVKRvyWm7

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    In ambito musicale, la dissonanza è disarmonia, cacofonia, discordanza. In senso figurato, dissonanza è divergenza, disaccordo, essere diversi dagli altri nel modo di pensare, giudicare, osservare.
    Esprimersi con la dissonanza, quindi, per Zappa non poteva che essere un istinto naturale. In Them or Us, ad esempio, non a caso Zappa scelse pesanti dissonanze come risposta di dissenso alla censura.
    “Il nome di questo album è Them or Us e, in America, per quanto mi riguarda, significa NOI, i pagani, contro LORO, quegli orribili cristiani. E se vogliono avere una legge al Congresso che dice che non si può mettere nulla al contrario su un disco, beh, che ne dici di un disco che abbia tutto al contrario?” (Frank Zappa parla di “Ya Hozna”, intervistato da Andy Batten-Foster, BBC Radio 1, Regno Unito, settembre 1984).

    La dissonanza è un buon pretesto per far incontrare Frank Zappa e Allan Holdsworth: entrambi facevano uso di dissonanze.
    Zappa definì Allan Holdsworth “Il miglior chitarrista che io abbia mai sentito. Mi sento intimidito nel suonare la chitarra quando penso a come suona lui”. Holdsworth è considerato uno dei più influenti e importanti chitarristi nel jazz rock, prog e fusion.

    Circa 4 anni fa, l’istruttore Juan Antonio ha rivelato il “concetto di creazione di tensione” identificando la scala segreta di Allan Holdsworth come la ‘terza modalità’ nel famoso sistema di trasposizione limitata del compositore francese Olivier Messiaen. La scala in questione era una di quelle che Holdsworth amava usare e suonare “un po’ più al di fuori del normale intervallo di suono diatonico dello scaler”. Si tratta di una scala di 9 note, “quasi un incrocio tra la scala di toni interi e la scala aumentata”.

    https://www.youtube.com/watch?v=McjUqVUuMj4

    https://www.youtube.com/watch?v=0p0ztmnQV34&t=79s

    Olivier Messiaen rappresentava uno dei compositori preferiti da Frank Zappa.
    Messiaen si interessò alla musica indiana, dell’antica Grecia e indonesiana, soprattutto al loro ritmo. Introdusse e usò particolari scale musicali cui diede il nome di ‘modalità a trasposizione limitata’ che gli permisero di esplorare la relazione tra l’udito e gli altri sensi. La sua ricerca tra suono e colore fu incessante. “Mentre ascolto suoni, vedo mentalmente colori”. Affascinato dal canto degli uccelli, Messiaen era convinto che fossero i più grandi musicisti sulla Terra. Influenzò due generazioni di compositori, tra cui Boulez, Xenakis, Stockhausen e Nigg.

    Frank Zappa coniò il termine e il concetto di dissonanza ritmica (Giordano Montecchi, storico e critico musicale)

    “Sono sempre stato a favore della dissonanza. Mi piace il cibo con molto pepe di Caienna e mi piace la musica con molta dissonanza. E non sopporto quel fottuto VI !!”. (FZ, Pop & Rock, febbraio 1980)

    “Puoi scrivere dissonanza ritmica e puoi anche scrivere l’equivalente della consonanza ritmica. Quello che definirei un ritmo dissonante è 23/24, dove le cose si strofinano l’una contro l’altra proprio nello stesso modo in cui le note sono a mezzo passo l’una dall’altra ed hanno una certa tendenza ad ‘arricciare’ le orecchie. I ritmi leggermente ‘distanti’ l’uno dall’altro creano un altro tipo di dissonanza lineare. Un tipo di ritmo consonante sarebbe come la musica da marcia o da discoteca, dove tutto è boom, boom, boom”. (FZ, Guitarist, giugno 1993)

    “La dissonanza quando è risolta è come avere un prurito e grattarsi. Quando è irrisolta è come avere un mal di testa per tutta la vita. La musica più interessante di cui mi occupo è musica nella quale la dissonanza è creata, sostenuta per un giusto periodo di tempo e risolta… Un’irritazione artificiale può dare una sensazione piacevole quando finisce”. (FZ, intervista di Bob Marshall, 1988)

    La xenocronia viene definita così da Zappa:
    “la sincronizzazione di base che avviene nel ritmo e forse anche nella tonalità dell’assolo, opposta a qualcos’altro in una tonalità e in un tempo diversi: messe a sandwich una in cima all’altra, queste cose creano una dissonanza ritmica, una frizione ritmica perché la risoluzione non è mai esatta anche se i tempi sono simili”.
    (dal libro Frank Zappa Domani di Gianfranco Salvatore)

    “Più l’armonia diventa dissonante, meno divertente da ascoltare sarà la musica, ma se hai un’impostazione diatonica o bitonale con complicati elementi ritmici, non c’è motivo per cui non dovrebbe essere attraente per una vasta gamma di persone. La cosa che fa funzionare il ritmo è suonarlo bene”. (Guitar Player, aprile 1983)

    “Ogni stecca ripetuta due volte è l’inizio di un arrangiamento” (FZ)

  • PROG-LOG 2 – xenocronia Frank Zappa, John Cage, Van der Graaf Generator, Gong, Keith Emerson, Yes

    PROG-LOG 2 – xenocronia Frank Zappa, John Cage, Van der Graaf Generator, Gong, Keith Emerson, Yes

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa, John Cage, Van der Graaf Generator, Gong, Keith Emerson, Yes

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    L’opera in copertina è di Krzysztof Dziamski, un artista eccezionale, un membro speciale del gruppo FB What’s Zappa. Un artista ispirato, da tenere d’occhio…

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    Frank Zappa si può considerare il precursore, fondatore, maestro e massimo esponente del progressive rock. Per ‘rock progressivo’ s’intende quel genere musicale che si è sviluppato soprattutto in Inghilterra a partire dalla seconda metà degli anni ’60, in cui alla struttura di base elettrica confluiscono (in sintesi di vario tipo) moduli classici, elettronici, sperimentali, jazz e di ogni altro genere possibile.
    L’elemento forse più caratterizzante del genere è la struttura complessa, la ritmica incalzante e l’uso frequente dei tempi dispari (5/8, 7/8 e simili), gli stessi che si trovano nei primi “Soft Machine” e in tutta la cosiddetta “Scuola di Canterbury”, il cui più importante esponente è probabilmente Robert Wyatt, fino agli Hatfield and the North, Henry Cow e National Health, passando per King Crimson, Gentle Giant, Yes, Van der Graaf Generator, Genesis, Jethro Tull, Emerson Lake & Palmer.

    Zappa è stato anche un teorico del progressive rock, anzi, il teorico: affermò che il suo genere musicale preferito consisteva in una “musica complessa e ritmicamente sostenuta” (la definizione stessa di prog).
    Già nel suo primo doppio album, Freak Out (1966), troviamo momenti rock e sperimentali (come The Return Of The Son Of Monster Magnet), poi sviluppati in Absolutely Free del 1967.
    Uncle Meat (1968) rappresenta il primo manifesto compiuto di rock “progressivo”, un pastiche in cui si alternano brani complessamente strutturati, tra marimbe e xylofoni (marchio di fabbrica zappiano), fiati accelerati a mimare trombe elettroniche, assoli free di sax ubriachi alla Albert Ayler, assoli di chitarra inediti, silly songs con vocine in falsetto (altro marchio di fabbrica). Mimesi, travestimento, materia di ogni provenienza, provocazione sperimentale.
    Anche quando Zappa fa sul serio, riesce sempre a mantenere una squisita vocazione melodica.
    Le canzoni contenute in We’Re Only In It For the Money suggeriscono che Zappa ha inventato non solo il progressive rock, ma anche il progressive beat dove abbondano cambiamenti di tempo e di ritmo inaspettati.
    La singolarità di Zappa nel saper coniugare complessità e gradevolezza melodica viene confermata anche in uno dei suoi capolavori: Black Page. Zappa riesce a scrivere su questo ritmo intricato una gradevolissima melodia.

    Negli anni ’80, l’utilizzo del rivoluzionario sintetizzatore digitale Synclavier da parte di Zappa ha avuto un notevole impatto sullo sviluppo ed evoluzione del prog rock. La capacità di campionamento, controllo MIDI avanzato e sintesi wavetable ha consentito di creare suoni nuovi, che i precedenti sintetizzatori non erano in grado di produrre. Con il Synclavier Zappa ha creato di tutto, da trame bizzarre a suoni orchestrali realistici e ultraterreni. Lo usò anche per la sperimentazione di nuove tecniche compositive di poliritmia e microtonalità.

    Tutte le band prog rock storiche iniziarono ad usare il Synclavier (come King Crimson, Yes, Rush) inaugurando una nuova era del prog rock elettronico.
    La musica di Frank Zappa, ancora oggi, ispira i musicisti rock progressive spingendoli ad usare il Synclavier.
    Con il Synclavier Zappa era non solo il compositore ma il direttore d’orchestra: poteva orchestrare le dinamiche del pezzo, risincronizzare, modificare, aveva il controllo totale sulla composizione. Poteva mescolare percussioni orchestrali con rumori industriali (trapani, martelli, seghe, serbatoi sottovuoto), combinarli e farci cose meravigliose. Poteva utilizzare un nuovo metodo di sintesi musicale chiamato ‘timbri parziali’.
    Civilization Phase III è un’opera per Synclavier che utilizza ogni suono impiegato da Zappa in un continuum denso: la musica è inesorabilmente astratta, la più ambiziosa che abbia mai intrapreso.

    Una delle cose più intriganti del Synclavier riguarda il ritmo, ciò che interessava particolarmente a Zappa: il Synclavier consente di produrre esecuzioni ritmiche impossibili per l’essere umano.
    Zappa fu il primo ad adottare i ritmi irrazionali, a formulare concetti come quello di ‘armonia percussiva’ o di ‘dissonanza ritmica’ (sue personali teorizzazioni), a perseguire soluzioni ritmiche realizzabili solo attraverso il Synclavier.

    “Quando compongo, la mia idea principale spesso parte da varie teorie musicali e mi chiedo cosa succede se faccio questo o quello, quali sono i limiti fisici di ciò che un ascoltatore può comprendere in termini di ritmo. Quanto è grande l’Universo dei Dati che le persone possono assorbire e percepire ancora come una composizione musicale? Questa è la direzione in cui sto andando con il Synclavier”. (Frank Zappa, Sound On Sound, febbraio 1987)

  • PROG-LOG 3 PsychedeliRIUM – xenocronia Frank Zappa, John Cage, Gong, Hendrix, Syd Barret, Pink Floyd

    PROG-LOG 3 PsychedeliRIUM – xenocronia Frank Zappa, John Cage, Gong, Hendrix, Syd Barret, Pink Floyd

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa, John Cage, Gong, Jimi Hendrix, Syd Barret, Pink Floyd

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    Immagine di copertina: opera di William Wright

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    “Il modo in cui la musica psichedelica viene utilizzata negli Stati Uniti è puramente fraudolento, un imbroglio. Il termine “psichedelico” è una merce da imballaggio. L’appellativo “psichedelico” rappresenta qualsiasi musica che una casa discografica americana cerchi di rendere commerciale e vendibile per un mercato di giovanissimi adolescenti attratti da una bizzarra forma di rock’n’roll. Qualsiasi musica un po’ strana e che non può essere propriamente classificata sotto l’etichetta rock o R’n’B o folk-rock verrà collocata sotto l’indicazione psichedelica. È semplicemente una frode. . .
    Ora a Londra, sono rimasto molto sorpreso di trovare gruppi che suonano davvero musica psichedelica. Lì ho visto i Pink Floyd e ascoltato i dischi di un gruppo chiamato “Tomorrow”: penso che siano davvero eccellenti. C’è una cosa strana che accade quando gli inglesi si interessano alla musica americana. . . come quando i Rolling Stones iniziarono a suonare rhythm and blues… avevano ascoltato vecchi dischi di rhythm and blues americani e provato a copiare quello stile. Inconsapevolmente hanno così portato a un modo di suonare che è diventato tipico dei Rolling Stones. Troviamo la stessa cosa con la musica psichedelica; i gruppi inglesi credevano che negli Stati Uniti esistesse la musica psichedelica; ci credevano, cercavano di imitare quello che sentivano sui dischi e alla fine sono stati loro, non gli americani, a trovare il vero linguaggio psichedelico. . . Questi due gruppi – Pink Floyd e Tomorrow – sono davvero eccezionali”.
    (Frank Zappa, Rock & Folk, novembre-dicembre 1967)

    “Il rapporto di Frank Zappa con la psichedelia era molto ironico. Ha sempre detestato e combattuto l’uso delle droghe, un comportamento molto anomalo in quegli anni. Era un laico, predicava l’espansione della coscienza in un modo del tutto personale, dal punto di vista culturale, né mistico né psichedelico. Poi, dimostrò un gran carattere nel ridicolizzare da subito le pose delle rockstar. Metteva in scena la parodia di una certa prosopopea dello strumentista e del virtuosismo tecnico, un immediato controcanto alla retorica di quegli anni”.
    (Gino Castaldo, critico musicale, Mangiare Musica giugno 1994)

    Lumpy Gravy è un’opera che possiede i contorni dei paesaggi sonori di John Cage. Il disco fu registrato con un’orchestra di 50 elementi. Visto allora, quel disco sembrava l’antitesi del rock progressivo. Era, in effetti, pura psichedelia. (Rockstar, febbraio 1994)

    DA UN’INTERVISTA del 1967
    “Non approviamo nessuna droga o mezzi artificiali in grado di alterare la coscienza di un singolo individuo”.

    Ma la tua immagine è psichedelica…

    “Psichedelico è una parola molto utile, un’etichetta conveniente. Non è qualcosa che applichiamo a noi stessi, ma un’impressione incoraggiata da un gruppo di avidi affaristi disposti a equiparare la non conformità con un po’ di gergo e LSD. Le due cose non coincidono necessariamente. Nel nostro caso non possono”.

    Perché pensi che l’uso di LSD sia aumentato così rapidamente nella nostra società?

    “Non credo che abbiamo una società. Quello che abbiamo è una colonia di animali. Non credo che ci siano esseri umani in giro. Noi semplicemente immaginiamo di aver raggiunto un livello umano di realizzazione. La bomba, la guerra, il pregiudizio sono, tuttavia, solo prodotti di sub-umani”.

    “Il nostro genere non è psichedelico. Ho chiesto al proprietario di una discoteca cosa fosse la musica psichedelica. Mi ha risposto: ‘È una musica pazzesca, stonata, ad alto volume. Non puoi capirla’.
    La nostra musica è abbastanza logica. I nostri sfoghi spontanei sono pianificati, devono esserlo. Se prendi una band di 8 elementi e non la dirigi, avrai musica ‘psichedelica’.
    Proviamo una media di dodici ore per ogni canzone. C’è la parte anteriore, poi l’interludio A, l’interludio B e così via, e la band deve ricordare alcuni segnali.
    Ogni set che realizziamo è concepito come un brano musicale continuo, come un’opera. Alcuni dei nostri set durano un’ora e mezza, quando ci lasciamo trasportare. Si tratta della durata dell’opera.
    Ciò che stiamo facendo si potrebbe definire una rappresentazione teatrale con musica”. (Frank Zappa)

    Frank Zappa e The Mothers of Invention (in particolare, “Freak Out!”, 1966) hanno influenzato non poco Syd Barrett.
    In un’intervista, Barrett ha citato questo album affermando che aveva “preso parecchio” da questa band così come dai Byrds e dai Fugs.
    Questo è solo un esempio dell’influenza di Zappa come progenitore della musica rock psichedelica.

  • PROG-LOG 1 – xenocronia Frank Zappa, Edgar Varése, Gong, Mike Oldfield, Soft Machine, Aristocrats

    PROG-LOG 1 – xenocronia Frank Zappa, Edgar Varése, Gong, Mike Oldfield, Soft Machine, Aristocrats

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa, Edgar Varése, Gong, Mike Oldfield, The Soft Machine, The Aristocrats

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    Prog-Log è traducibile in linguaggio progressive.

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD3PgG5Ppuv8OEPfVKRvyWm7

    “Per me, nessun artista riassume un approccio progressivo alla musica più di Frank. Ha tracciato una strada che resiste ancora alla prova del tempo con il suo catalogo incredibilmente vario. Alcuni dei musicisti più famosi e talentuosi del pianeta hanno suonato nelle molte incarnazioni delle sue band e parla con umiltà dell’esperienza”. (James Moore, Prog, gennaio 2016)

    “Raramente si pensa a Zappa come a un musicista prog; invece, era molto più progressivo e all’avanguardia di tanti altri intelligentoni del rock a lui contemporanei. Frank era quasi un compositore classico che sperimentava con le sonorità e gli strumenti rock e questo lo mette al di sopra di tutto e di tutti”.
    (Guthrie Govan, chitarrista degli Aristocrats, Prog Italia luglio 2017)

    “Una delle cose che rendevano Frank Zappa un genio era che poteva suonare musica sperimentale e farla arrivare al pubblico introducendo doo-wop o musica pop. Userebbe la vera musica popolare per suonare musica davvero impopolare”
    “Quando adotti o adatti uno stile per raccontare una storia” disse una volta Frank Zappa “tutto va bene. Devi avere la giusta impostazione per il testo. La cosa importante a quel punto è raccontare la storia”.
    Jon Anderson sostiene che la musica progressive è iniziata con Zappa. “È stata una combinazione di cose” sostiene il cantante fondatore del gruppo prog-rock Yes.
    Zappa ha sostenuto che, piuttosto che essere progressive, era più importante che la musica fosse personalizzata. La musica, ha detto, “dovrebbe essere rilevante per la persona che la scrive. Ha più a che fare con il compositore che con lo stile dei tempi o la scuola che potrebbe aver generato il compositore”.
    (guitarplayer.com, 26 gennaio 2023)

    Certi amici di Steve Hackett, ex chitarrista dei Genesis, gli hanno riferito che Frank Zappa “cambiava improvvisamente la tonalità della melodia durante la notte e si aspettava che i suoi musicisti fossero in grado di suonarla”. “Penso volesse che i suoi musicisti lavorassero secondo uno standard molto elevato”.
    Secondo Hackett, il suo contemporaneo prog d’oltremare dovrebbe essere considerato un “impresario e intrattenitore a tutto tondo nel senso migliore del termine”: musica, intrattenimento e filosofia di Zappa dovrebbero essere considerati insieme come un’unica opera d’arte olistica.
    (ultimate-guitar.com, 8 settembre 2022)

    Frank Zappa ha elogiato i Gentle Giant. Ecco un estratto da un’intervista del 6 novembre 1975.
    https://www.youtube.com/watch?v=6gvtLa0R7kQ

    Sebbene l’impatto della sua produzione negli anni ’70 e ’80 sia stato in gran parte dato per scontato, Zappa ha avuto una notevole influenza sulla musica rock sperimentale e progressive di quelle decadi. Gruppi come gli art-rocker inglesi Henry Cow, personaggi come il rumorista newyorkese John Zorn e il maestro del funky George Clinton hanno contratto un grosso debito con Frank Zappa. Lui è stato anche un fine scopritore di talenti, aprendo la strada ad artisti come i batteristi Chester Thompson e Terry Bozzio, i chitarristi Steve Vai e Adrian Belew, il pianista George Duke e il famigerato Captain Beefheart.
    (Frank Zappa un tributo by Bill Milkowski, Guitar Club, maggio 1994)

    Nel giugno del 2015 la rivista Rolling Stone ha collocato l’album One Size Fits All di Frank Zappa alla diciottesima posizione dei 50 migliori album progressive di tutti i tempi.

    Nel 1973, il rock progressivo era in fermento quando arrivò l’album “The Grand Wazoo” – tra teatralità e intellettualismo. King Crimson, Yes e Genesis erano i protagonisti. I Pink Floyd sono in affari. Zappa è l’apolide. All’apice della sua carriera, Peter Gabriel, leader dei Genesis, ha rivelato l’umile gerarchia: “Zappa ha toccato ogni campo musicale immaginabile. È un genio” (Zap Magazine, 1985). Ma solo “Dark Side Of The Moon” entusiasmerà le masse – i piccoli trucchi di “Money” e il suo rigido riff in 7/8. Il grande pubblico non è disposto all’eccesso orchestrale e all’atonalità maliziosa. Frank Zappa non ha alcun desiderio di rivolgersi a un pubblico marginale. (grazie Laurent Cadiou)