In “The Closing of the American Mind”, Allan Bloom lamenta “la perdita di controllo dei genitori sull’educazione morale dei propri figli” etichettando la musica rock come “cibo spazzatura per l’anima”.
Frank Zappa reagisce.
“Il nostro non è un Paese nobile, delicato e sublime ma un pasticcio gestito da criminali. Gli artisti che fanno cose rozze, volgari e ripugnanti che a Bloom non piacciono stanno solo commentando questo fatto.
In generale, le proposte anti-rock sono iniziate quando è iniziato il rock n’ roll e la maggior parte di queste erano motivate razzialmente. Negli anni ’50 circolavano petizioni che dicevano: “Non permettere ai tuoi figli di comprare dischi negri”. Le petizioni si riferivano alla “passione cruda e sfrenata” di persone urlanti con la pelle scura che avrebbero fatto impazzire i nostri bambini. Certe cose non passano mai di moda in certi campi ideologici. Sono come i principi della fede.
Il vero effetto della musica sulle persone è un nuovo campo della scienza chiamato psicoacustica: il modo in cui l’organismo si occupa delle molecole d’aria oscillanti. Le nostre orecchie decodificano le molecole d’aria che si dimenano e questo ci fornisce l’informazione di un particolare suono musicale. Il nostro cervello dice: “Questa è musica, questa è una struttura” e ce ne occupiamo in base a determinati strumenti che abbiamo acquisito.
Personalmente, faccio musica perché voglio fare una domanda e voglio ottenere una risposta. Se domanda e risposta mi divertono, anche gli altri si divertiranno. Ho bisogno di divertirmi perché mi annoio facilmente. Se potessi divertirmi facilmente come molte persone (con birra e calcio) non farei nient’altro, ma birra e TV mi annoiano, quindi escogito qualcosa per divertirmi. Se con la musica riesco a divertirmi, divertire gli altri e guadagnarmi anche da vivere è un vero miracolo nel 20° secolo!”.
Sebbene non siano stati condotti molti studi sull’argomento, ho cercato di indagare gli effetti della musica sulle persone… FZ: “Si tratta di psico-acustica. In questo campo, osservano gli effetti dei suoni sulla mente”. Mi sembra un approccio piuttosto scientifico che mi risulta estraneo. Ci sono scuole di pensiero – perlopiù orientali – secondo cui la musica di una società riflette i tempi e la musica a sua volta crea un altro ambiente. Quando c’è molto malcontento nelle persone e i governi sono deboli, spesso la musica è ad alto volume, ribelle e il comportamento diventa piuttosto perverso. Tutto diventa, secondo loro, un circolo vizioso in cui i tempi propagano un certo tipo di musica, e poi la musica a sua volta peggiora le cose. FZ: “Non penso sia corretto ciò che dicono: credo che i tempi ora siano piuttosto difficili ma nella musica attuale non ci si lamenta affatto. Gran parte delle persone desidera mettere la testa sotto la sabbia e andare in discoteca”. Cosa pensi sugli effetti della musica? Molti osservatori ritengono che la musica sia un formidabile mezzo spirituale, anche se non necessariamente religioso. FZ: “Difatti, la musica arricchisce lo spirito ed ha un effetto davvero positivo sulle persone. Penso sia l’effetto più vicino possibile al paradiso”. Quindi, la musica è una sorta di esperienza trascendente. Ma è qualcosa che altera le persone in modo permanente o lo fa solo per la durata del pezzo? FZ: “Penso che gli effetti siano permanenti: se ascolti davvero un brano anche una sola volta, quel brano ti cambierà. Devi ascoltarlo davvero e deve trattarsi del ‘tuo’ genere, un genere che ti dia il ritmo, in grado di cambiarti. Anche se ti cambia di un solo atomo, avviene comunque un cambiamento. E se ti appassioni e continuerai ad ascoltare, cambierai completamente. C’è una differenza tra i musicisti e le persone ‘normali’. I musicisti, le persone che amano la musica, sono diversi. Con questo non voglio dire che sono migliori, più sensibili o più intelligenti. Sono soltanto diversi e forse sanno qualcosa che le altre persone non sanno, ovvero che la musica è meravigliosa. Questo non li rende necessariamente migliori, ma dà loro accesso ad alcune informazioni che le altre persone non possono penetrare. Vedila da un altro punto di vista. Conosci o hai mai visto persone che odiano la musica?”. Pochissimi. FZ: “E’ il tipo di gente che va al governo. Pensaci. Ecco dove vanno”. Beh, la maggior parte di loro considera la musica come qualsiasi altra cosa nella vita che sia divertente, in modo superficiale. FZ: “È la carta da parati del loro stile di vita”. Giusto ma anche i ragazzi dodicenni che vanno ai concerti dei Jethro TuIl… forse anche per loro la musica è solo uno sfondo delle loro vite come la droga, le ragazze o le macchine. FZ: “In gran parte dei casi negli Stati Uniti tutto fa da sfondo al proprio stile di vita. C’è molto poco in termini di impegno a qualsiasi livello negli Stati Uniti. Manca il desiderio di eccellere, di fare qualcosa di significativo”. (Sweet Potato, novembre 1979)
Frank Zappa / MOI – Charles Ives_Jam, The Rockpile, Toronto, ON, Canada, 24 maggio 1969 (la scelta della jam è personale, nulla di specifico).
Sebbene non siano stati condotti molti studi sull’argomento, ho cercato di indagare gli effetti della musica sulle persone…
“Si tratta di psicoacustica. In questo campo, osservano gli effetti dei suoni sulla mente”.
Molti osservatori ritengono che la musica sia un formidabile mezzo spirituale, anche se non necessariamente religioso.
“Difatti, la musica arricchisce lo spirito ed ha un effetto davvero positivo sulle persone. Penso sia l’effetto più vicino possibile al paradiso”.
Quindi, la musica è una sorta di esperienza trascendente. Ma è qualcosa che altera le persone in modo permanente o lo fa solo per la durata del pezzo?
“Penso che gli effetti siano permanenti: se ascolti un brano anche una sola volta, quel brano ti cambierà. Devi ascoltarlo davvero e deve trattarsi del ‘tuo’ genere, un genere che ti dia il ritmo, in grado di cambiarti. Anche se ti cambia di un solo atomo, avviene comunque un cambiamento. Se ti appassioni e continuerai ad ascoltare, cambierai completamente. C’è una differenza tra i musicisti e le persone ‘normali’. Forse, sanno qualcosa che le altre persone non sanno, ovvero che la musica è meravigliosa. Questo non li rende necessariamente migliori, ma dà loro accesso ad alcune informazioni che le altre persone non possono penetrare. Conosci o hai mai visto persone che odiano la musica?”.
Pochissimi.
“E’ il tipo di gente che va al governo. Pensaci. Ecco dove vanno. La musica per loro è carta da parati del loro stile di vita”. (Frank Zappa, Sweet Potato, novembre 1979)
“Il concetto armonico di Varèse non assomiglia a quello di nessun altro. Crea sostanze piuttosto che accordi. Usa concetti chimici. Il tipo di tensione che le sue armonie creano è simile a combinazioni isotopiche, alcune stabili, altre instabili – altamente volatili e in procinto di esplodere. Si finisce nel campo della psicoacustica, davvero. Prendi l’intervallo del terzo, per esempio. Quando lo senti, trasmette un messaggio al tuo cervello e produce risposte emotive incontrollabili, alcune delle quali sono prevedibili e altre ancora non comprese. Varèse ha avuto l’audacia di sperimentare questo. Il vero contrasto e il tweezing (progressioni armoniche naturali) sono stati fatti solo da Varèse e Webern”.
(Frank Zappa, Capitol, 1° aprile 1984)
“Il vero effetto della musica sulle persone è un nuovo campo della scienza chiamato psicoacustica: il modo in cui l’organismo si occupa delle molecole d’aria oscillanti. Le nostre orecchie decodificano le molecole d’aria che si dimenano e questo ci fornisce l’informazione di un particolare suono musicale. Il nostro cervello dice: “Questa è musica, questa è una struttura” e ce ne occupiamo in base a determinati strumenti che abbiamo acquisito”.
(Frank Zappa, New Perspectives Quarterly Winter, 1988)
“La mia musica è come una di quelle torture a base di privazione del sonno: quando non dormi per un lungo periodo di tempo, dopo un po’ cominci a vedere e a sentire cose che non esistono veramente, ma che sono comunque molto interessanti. Lo stesso può accadere nello spazio di una composizione, cercando di conoscere in anticipo le reazioni psicologiche a ciò che si scriverà ed incorporandole alla composizione stessa: tu sai quello che gli ascoltatori si aspettano di ascoltare e, proprio negando ciò che si aspettano, puoi riuscire a procurargli delle sensazioni che normalmente non avrebbero…”. (Frank Zappa)
“Ci deve essere abbastanza spazio quando suoni. Questo fa funzionare la musica. Non funziona su carta e nel vuoto ma nell’aria. Lo senti perché le molecole d’aria stanno facendo accadere qualcosa nei tuoi timpani. È così che lo senti, a prescindere che provenga da un giradischi o da un impianto audio o in una sala da concerto. Quindi, senza quelle piccole molecole non hai niente. Ciò di cui parliamo, quando si esegue la musica, è di aria scolpita. I modelli si formano nelle onde radio; tutte le diverse frequenze di tutti gli strumenti che suonano creano schemi e il tuo orecchio li sta rilevando. Al di là della musica, a livello puramente scientifico, queste frequenze provocano alcune reazioni psicologiche e fisiologiche nell’ascoltatore. Una certa frequenza fermerà il tuo cuore, qualcos’altro ti farà cagare, altro ancora ti farà venire il mal di testa o ti farà sanguinare il naso, qualcos’altro stimolerà emozioni. La mia teoria è che non si percepisce la musica o il suono soltanto attraverso le orecchie, ma attraverso tutto il corpo (nella gola, nello stomaco, nelle braccia, nei piedi). Quando usi un certo tipo di amplificazione in una grande sala da concerto, stai facendo qualcosa alle persone oltre ad intrattenerle. Stai influenzando i loro corpi e dovresti esserne consapevole mentre suoni ad alto volume”. (Down Beat, febbraio 1983)