Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: secrets

  • Frank Zappa & The Big Note: Quantum Wave, The Secrets of FZ’s Cosmology

    Frank Zappa & The Big Note: Quantum Wave, The Secrets of FZ’s Cosmology

    Frank Zappa – Guitar Solo – Live At Palais Des Sports “St Etienne” France May 1982 (estratto dal Video From Hell 1986 – filmato con una telecamera Hitachi da Thomas Nordegg durante il concerto)

    FAIR USE

    Il 15 giugno 2022, pubblicando un post nel gruppo What’s Zappa, mi sono chiesta:
    “L’interesse di Frank per Stephen Hawking… la quantistica… La Grande Nota si riferisce a ciò che oggi chiamiamo quantistica?”.
    Beh, ho appena letto questo articolo e ne ho avuto la conferma.
    Riporto un estratto dall’articolo “God Vibrations: The Secrets of FZ’s Cosmology di Homer Shiroy (The Rondo Hatton Report vol II, 21 marzo 2010)

    Hai mai sentito parlare dei piatti Chladni? Di Cimatica? Neanche io. Almeno finché un amico non me ne ha parlato di recente. La cosa straordinaria è che confermano gran parte di ciò in cui Frank Zappa credeva riguardo alla natura dell’universo, al modo in cui funzionano le cose.
    “Tutto – ha detto – inizia da una Grande Nota. È una vibrazione. Qualunque cosa, inclusa la luce, è una vibrazione, e una vibrazione è una nota”. Potremmo non essere in grado di ascoltarla, ma in qualunque diversa ottava o altra suddivisione della Grande Nota, alla fine siamo tutti vibrazioni. Potremmo non essere semplici come le onde sinusoidali (le stesse utilizzate per generare i Modelli di Chladni) ma, da quando Schrodinger ha risolto l’equazione delle onde quantistiche, risulta chiaro che tutta la materia è costituita da onde, compresi noi. Le nostre onde sono tutte diverse. I modelli Chladni ne offrono una dimostrazione pratica. Non si tratta di una forma migliore di un’altra o di complessità che aumenta con la frequenza. È semplicemente l’osservazione, tratta da un’altra famosa frase di FZ, secondo cui è il “quando” a determinare il “cosa”; “quando” in questo caso è la frequenza.
    La materia appare sotto forma di schemi particolari, è nella sua natura e nella misura in cui è guidata dalle vibrazioni, la natura è essenzialmente matematica, ritmica e, in definitiva, musicale. Le forme frattali dei modelli in natura che noi riconosciamo come belli sono di origine algoritmica.
    La caratteristica sorprendente delle migliori improvvisazioni di Zappa è che non c’è ripetizione, niente che potresti leggere in anticipo. Emergono semplicemente dalle linee di faglia del fondo armonico in modi che sono incredibilmente imprevedibili ma che hanno perfettamente senso una volta ascoltate, evidenziando brillantemente le tensioni e i contrasti della musica.
    Nella cosmologia di FZ l’idea di emergenza è essa stessa un’illusione. Nella sua visione del tempo – come disse a Bob Marshall – succede di tutto in continuazione. È un concetto difficile da comprendere. La sua idea del tempo è strutturata come una costante sferica sotto forma di vortice di Moebius: esprime il segreto della Grande Nota (come Dio?) cioè l’origine di tutte le cose. Gli antichi (chiunque fossero) parlavano della Musica delle Sfere. Si scopre che avrebbero potuto avere ragione, anche se avrebbero potuto avere torto riguardo al numero.

  • Frank Zappa & Synclavier Secrets: G numbers transformed into notes, ‘digital dust’

    Frank Zappa & Synclavier Secrets: G numbers transformed into notes, ‘digital dust’

    The Girl In The Magnesium Dress (dall’album Boulez Conducts Zappa: The Perfect Stranger, 1984)
    Put A Motor In Yourself (dall’album Civilization Phaze III, 1994)
    Night School (dall’album Jazz From Hell, 1986)

    Con il Synclavier, Zappa (lo ‘scienziato del ritmo’) aveva potuto risolvere tutte le sue esigenze compositive rendendosi autonomo sia dai musicisti rock che da quelli classici per la messa a punto e la diffusione della sua opera.
    “Senza il computer – ha dichiarato – sarei ancora sotto il giogo dei musicisti per realizzare la mia musica. Sarei anche sotto il giogo del governo e delle strutture civiche che organizzano i concerti”.
    Le prime applicazioni erano state inserite fin dai vari album da lui pubblicati nella seconda metà del 1984, inclusi quelli rock (il brano Be in My Video o The Crabb-Grass Baby, ad esempio), oltre che nell’intero album Francesco Zappa e in The Perfect Stranger. In particolare, The Girl in the Magnesium Dress è emblematica dell’ingegnosità compositiva di Zappa, essendo stata realizzata sfruttando la macchina con un uso improprio.
    Il compositore ha spiegato che:
    “il brano fu fatto con la ‘polvere digitale’ del Synclavier. Quando si guarda alla pagina G del Synclavier, si vedono nomi di note e numeri, ma questo non è tutto quanto vive nella traccia. C’è dell’informazione sotterranea che può essere visualizzata solo se si esce dalla parte della macchina normalmente disponibile all’utente e si entra nel mondo misterioso della programmazione XPL. Lì si possono vedere cose che vivono nella traccia dando segrete istruzioni alla macchina e dicendole cosa deve fare. Sono i cosiddetti ‘numeri G’ che Zappa e i suoi collaboratori riuscirono a trasformare in note: “dunque abbiamo convertito questa polvere in qualcosa che poi posso editare in altezza, mentre la polvere indica un ritmo. Ho preso il ritmo della polvere e vi ho imposto dati di altezza introducendo così l’inudibile numero-G nel mondo dell’udibilità tramite il nome di un’altezza”. Il risultato sonoro di questa ulteriore, imprevedibile realizzazione aleatoria è, manco a dirlo, di grandissimo interesse ritmico.
    Ma le più ardite soluzioni timbrico-ritmiche si spalancarono al talento di Zappa quando il Synclavier fu abilitato all’uso del sampling. Insoddisfatto del rumore ambientale sui campionamenti forniti dalla casa, Zappa cominciò a realizzarli nel proprio studio registrando ad esempio, in stereo, ogni singolo tamburo e piatto, isolati dal resto della batteria e con una ripresa sonora sia secca che in vari ambienti: la loro combinazione, quando li adoperava suonandoli dalla tastiera, produceva a suo dire “qualcosa di surrealmente pulito e perfetto”. Secondo le esigenze di ciascuna composizione, Zappa costruiva coi campionamenti vari tipi di patches per ottenere suoni percussivi inesistenti nelle strumentazioni convenzionali: “nello stesso patch puoi mescolare percussioni orchestrali con rumori industriali come trapani, martelli, seghe, taniche vuote e cose del genere. Combinandoli assieme si possono creare cose meravigliose”. Per spazializzare i suoni percussivi campionati, Zappa non usava i suoi Lexicon digitali ma una semplice camera d’eco, onde evitare di estenderne artificialmente la durata”.
    Con l’enorme vocabolario timbrico-percussivo così raccolto e continuamente rinnovato, Zappa si è dedicato durante i suoi ultimi anni a forzare continuamente le soglie della ricerca metrico-ritmica, mirando preferibilmente a superare i confini delle possibilità esecutive umane.
    “Una delle cose più intriganti nel lavoro col Synclavier è quanto ti consente di fare col ritmo, che è sempre stato uno dei miei campi di investigazione preferiti. E’ possibile ottenere accurate esecuzioni delle combinazioni ritmiche più pazzesche” (Frank Zappa).
    Nell’album Jazz from Hell, fin dall’iniziale Night School, troviamo esempi della surreale batteria campionata e programmata da Zappa in sonorità e figurazioni ‘umanamente impossibili’ ma dalle singolari affinità con lo stile di Colaiuta, specie nelle figure cassa/rullante.
    E’ la realizzazione di una teoria che Zappa coltivava da decenni: quella da lui stesso designata come ‘armonia percussiva’. Per lui il ritmo ha un’importanza analoga se non superiore a quella assunta dall’armonia in secoli di storia della musica occidentale. Riteneva infatti che i concetti di consonanza e dissonanza sussistano anche nell’ambito del ritmo e della sua percezione. Autentico manifesto di uno stile basato sulla dialettica tra consonanze e dissonanze ritmiche è Civilization Phaze III, il risultato più avanzato della sua ricerca sinfonica e timbrico-ritmica sul Synclavier.
    (tratto da libro “Frank Zappa Domani” di Gianfranco Salvatore)

    Frank Zappa ha suonato una composizione elettronica utilizzando suoni al di fuori della frequenza dell’udito umano. Ha anche usato selezioni dall’album della Columbia, “The World of Harry Partch”. Partch scrive musica di 32 toni per ottava. (Billboard, 12 luglio 1969)