Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Tag: The Big Note

  • Frank Zappa: The Big Note & The Cosmic Microwave Background (CMB)

    Frank Zappa: The Big Note & The Cosmic Microwave Background (CMB)

    Lumpy Gravy, Pt. 2 (1984 UMRK Remix, The Lumpy Money Project/Object)

    FAIR USE

    Come le “Nozze di Figaro” di Mozart, la musica di Zappa è stata spesso ritenuta troppo rumorosa e con troppe note. A causa della loro densità e complessità, le ‘sculture sonore’ di Zappa hanno alternativamente entusiasmato e alienato diverse generazioni di critici e ascoltatori…
    Zappa è uno degli artisti più prolifici del 20° secolo, un compositore la cui produzione potrebbe essere definita di eccesso massimalista. I suoi tentativi di abbracciare diversi generi e pratiche creative (rock, jazz, blues, musica orchestrale, film, opera, ecc.) sono stati interpretati come un desiderio bulimico di esplorare la totalità delle modalità e degli stili passati e presenti per creare collage musicali fortemente contrastanti ed affermare la sua reputazione di outsider sia nella comunità rock che in quella della musica artistica.
    “Zappa apprezzava chiaramente le immagini contrastanti che proiettava come musicista rock e osservatore esperto o praticante della musica colta. Questa posizione gli ha permesso di rimanere un outsider in entrambi i campi (musicista rock che ha utilizzato il linguaggio della musica colta e praticante di musica artistica che suonava rock) sfruttando al tempo stesso l’egemonia culturale della musica colta per creare una distanza ironica tra lui e gli altri musicisti rock ed affermare la superiorità della sua raffinatezza culturale e della sua musicalità”. (James Grier)
    Tuttavia, la poetica massimalista di Zappa – così come il suo disprezzo generale per i confini di genere – va ben oltre il livellamento alla moda delle dicotomie alto/basso associato all’arte postmoderna. Zappa ha più volte spiegato come tutti i diversi aspetti della sua produzione musicale dovessero essere percepiti come parte di un unico Progetto/Oggetto. Ogni progetto (in qualunque ambito) o intervista ad esso collegata fa parte di un oggetto più grande, per il quale non esiste un “nome tecnico”.
    La poetica olistica di Zappa indica anche il suo desiderio di sperimentare il mondo intero come estensione materiale di un’unica vibrazione primordiale che chiama la ‘Grande Nota’ (”Tutto nell’universo è fatto di un unico elemento, di una singola nota. Gli atomi sono in realtà vibrazioni, estensioni della Grande Nota, tutto è una nota”). Il suggerimento che l’universo abbia avuto inizio con un suono primordiale può essere correlato alle teorie degli astronomi e premi Nobel Arno Penzias e Robert Wilson che, nel 1965, scoprirono casualmente l’esistenza di Radiazione cosmica di fondo, vibrazione residua del Big Bang che ci arriva da tutte le direzioni con la stessa intensità e ad un tono leggermente più basso del SI, come definito dall’accordatura standard. Tradotto in termini estetici, il sibilo primordiale di Penzias e Wilson nato all’inizio dei tempi può essere visto come la giustificazione cosmologica di varie forme di “continuità concettuali” (intenzionali e non) che incorporano le opere di Zappa in una “struttura di eventi” in continua evoluzione, in bilico tra calcolo accurato e operazioni casuali:
    “Il progetto/oggetto contiene piani e non-piani, anch’essi calcolati con precisione, strutture-evento progettate per accogliere i meccanismi del destino e tutto il resto, improbabilità statistiche e bonus connessi. Il progetto incorpora qualsiasi mezzo visivo disponibile, la coscienza di tutti i partecipanti (pubblico incluso), tutte le carenze percettive, Dio (come energia), la nota importante (materiale da costruzione di base universale) e altre cose” (FZ).
    La concezione di Zappa del suo lavoro come una struttura-evento-organica-in espansione è indicativa della sua decisione di lasciare che sia il materiale stesso a suggerire modi di connettere oggetti musicali apparentemente non correlati e idiosincrasie vive che sono suscettibili di essere montate insieme e sincronizzate in ulteriori costruzioni di studi…
    Il processo di riciclaggio concettuale, che Zappa definì “xenocronia” (o “strana sincronizzazione”), evoca l’estetica di James Joyce, un altro artista massimalista, le cui “epifanie” furono riciclate nelle sue più lunghe ed ambiziose opere di narrativa.
    La “Big Note” di Zappa equivale a ciò che David Walley chiama “un dipinto del tempo nel tempo, il lavoro mirato con la coincidenza”, una struttura sulla quale il compositore a volte ha solo un controllo limitato.
    (dal libro “Frank Zappa, Captain Beefheart and the Secret History of Maximalism” di Michel Delville e Andrew Norris, 2005, Salt Publishing)

  • Frank Zappa & The Big Note: Quantum Wave, The Secrets of FZ’s Cosmology

    Frank Zappa & The Big Note: Quantum Wave, The Secrets of FZ’s Cosmology

    Frank Zappa – Guitar Solo – Live At Palais Des Sports “St Etienne” France May 1982 (estratto dal Video From Hell 1986 – filmato con una telecamera Hitachi da Thomas Nordegg durante il concerto)

    FAIR USE

    Il 15 giugno 2022, pubblicando un post nel gruppo What’s Zappa, mi sono chiesta:
    “L’interesse di Frank per Stephen Hawking… la quantistica… La Grande Nota si riferisce a ciò che oggi chiamiamo quantistica?”.
    Beh, ho appena letto questo articolo e ne ho avuto la conferma.
    Riporto un estratto dall’articolo “God Vibrations: The Secrets of FZ’s Cosmology di Homer Shiroy (The Rondo Hatton Report vol II, 21 marzo 2010)

    Hai mai sentito parlare dei piatti Chladni? Di Cimatica? Neanche io. Almeno finché un amico non me ne ha parlato di recente. La cosa straordinaria è che confermano gran parte di ciò in cui Frank Zappa credeva riguardo alla natura dell’universo, al modo in cui funzionano le cose.
    “Tutto – ha detto – inizia da una Grande Nota. È una vibrazione. Qualunque cosa, inclusa la luce, è una vibrazione, e una vibrazione è una nota”. Potremmo non essere in grado di ascoltarla, ma in qualunque diversa ottava o altra suddivisione della Grande Nota, alla fine siamo tutti vibrazioni. Potremmo non essere semplici come le onde sinusoidali (le stesse utilizzate per generare i Modelli di Chladni) ma, da quando Schrodinger ha risolto l’equazione delle onde quantistiche, risulta chiaro che tutta la materia è costituita da onde, compresi noi. Le nostre onde sono tutte diverse. I modelli Chladni ne offrono una dimostrazione pratica. Non si tratta di una forma migliore di un’altra o di complessità che aumenta con la frequenza. È semplicemente l’osservazione, tratta da un’altra famosa frase di FZ, secondo cui è il “quando” a determinare il “cosa”; “quando” in questo caso è la frequenza.
    La materia appare sotto forma di schemi particolari, è nella sua natura e nella misura in cui è guidata dalle vibrazioni, la natura è essenzialmente matematica, ritmica e, in definitiva, musicale. Le forme frattali dei modelli in natura che noi riconosciamo come belli sono di origine algoritmica.
    La caratteristica sorprendente delle migliori improvvisazioni di Zappa è che non c’è ripetizione, niente che potresti leggere in anticipo. Emergono semplicemente dalle linee di faglia del fondo armonico in modi che sono incredibilmente imprevedibili ma che hanno perfettamente senso una volta ascoltate, evidenziando brillantemente le tensioni e i contrasti della musica.
    Nella cosmologia di FZ l’idea di emergenza è essa stessa un’illusione. Nella sua visione del tempo – come disse a Bob Marshall – succede di tutto in continuazione. È un concetto difficile da comprendere. La sua idea del tempo è strutturata come una costante sferica sotto forma di vortice di Moebius: esprime il segreto della Grande Nota (come Dio?) cioè l’origine di tutte le cose. Gli antichi (chiunque fossero) parlavano della Musica delle Sfere. Si scopre che avrebbero potuto avere ragione, anche se avrebbero potuto avere torto riguardo al numero.

  • Frank Zappa & The Big Note: feeling the Whole – A different octave, Lumpy Gravy part 2

    Frank Zappa & The Big Note: feeling the Whole – A different octave, Lumpy Gravy part 2

    A different octave (dall’album Civilization Phaze III, 1994)
    Lumpy Gravy part two (Frank Zappa – Abnuceals Emuukha Electric Symphony Orchestra And Chorus, 1995)

    Immagine di copertina: Salvador Luna (Lunatico)

    La Grande Nota e la Continuità Concettuale
    Alla base del lavoro di Zappa ci sono due concetti essenziali: la Grande Nota e la Continuità Concettuale.
    La musica è una sola grande nota; ogni cosa è unita da una continuità che abbraccia tutto.
    Non si può parlare di Zappa senza conoscere il concetto di continuità.
    L’Uno e il Tutto. E’ una ‘visione olistica musicale’, quella di Frank Zappa.

    Un’ottava diversa
    Mentre nelle vicinanze Gesù si gratta la testa perplesso, Spider Barbour fornisce la sua versione sull’origine dell’universo.
    Spider Barbour: “Noi siamo la stessa nota ma…”
    John Kilgore: “Ma su un’ottava diversa”
    Spider: “Giusto. Siamo 4928 ottave sotto la Grande Nota”.
    Monica: “Stai cercando di dirmi che… tutto questo universo ruota intorno a un’unica nota?”
    Spider: “No, non ci ruota intorno, lo è. E’ un’unica nota. Tutti sanno che le luci sono delle note. La luce è anch’essa solo una vibrazione della nota. Ogni cosa lo è”
    Monica: “Quell’unica nota rende proprio insignificante tutto il resto”
    John: “E che dire della luce negativa?”
    Spider: “I maiali la usano come tamburello ed è uno dei motivi per cui la loro musica è così incomprensibile…”

    “Nell’album Lumpy Gravy c’è una sezione sul lato 2 in cui diversi personaggi non meglio identificati discutono delle origini dell’universo. Uno dei personaggi spiega il concetto di Big Note (Grande Nota): tutto nell’universo è composto fondamentalmente da vibrazioni – la luce è una vibrazione, il suono è una vibrazione – e tutte queste vibrazioni potrebbero semplicemente essere armoniche di qualche incomprensibile tono cosmico fondamentale”.
    “Quanto è importante il suono? Cosa è più importante: il timbro (trama-colore) di un suono, la successione degli intervalli che compongono la melodia, il supporto armonico (accordi) che dicono al tuo orecchio ‘cosa significa la melodia’, il volume del suono, la distanza tra la sorgente e l’orecchio, la densità del suono, il numero di suoni al secondo o frazione di esso… e così via? Guarda i bambini a scuola mentre battono i piedi o battono le mani. Le persone cercano, inconsciamente, di entrare in sintonia con l’ambiente. In vari modi, anche le persone più indifferenti tentano di “sintonizzarsi” con il loro Dio”.
    (Frank Zappa, Gig, febbraio 1977)

    “La Grande Nota è l’elemento più vicino alla mia idea di Dio.
    Tutto, a quanto pare, è costruito dalle vibrazioni.
    La luce è una vibrazione, il suono è una vibrazione
    e forse, quando li scomponi, gli atomi stessi
    non sono altro che la vibrazione di questa Grande Nota.
    Avendo a che fare con le vibrazioni,
    potresti entrare in sintonia con una specie di Forza Universale,
    a dirla in modo banale e sdolcinato. E’ così che la vedo”.
    (Frank Zappa)
    Vibrazioni… Frank ha forse intuito un aspetto essenziale di quella che oggi viene definita Musica Quantistica? Non dimentichiamo che seguiva il lavoro del cosmologo Stephen Hawking.

    Sentire il tutto era uno dei doni che rendevano unico Frank Zappa
    Quando ha fatto suonare la London Symphony Orchestra, FZ ha messo un microfono sotto la sedia di ogni strumentista e, con tecnologia digitale, li ha registrati praticamente uno per uno. Poi, li ha messi assieme in modo che si sentisse una sola nota. Una mega nota, costituita dalla somma delle note che ogni strumento stava suonando. Il tutto è più della somma delle parti. Da quella integrazione, viene fuori la bellezza. Andatela a cercare. Se riuscite a ‘vedere’ e a ‘sentire’ questo, allora la musica di FZ è la colonna sonora della vostra vita. Se non lo è… mi spiace per voi”.
    (Ferdinando Boero, Rolling Stone dicembre 2013)

    Air Sculpture
    Lo stile chitarristico di Zappa era completamente originale nel mondo del rock. A differenza della maggior parte dei chitarristi che usavano modelli in scala o forme collaudate sulla chitarra, Zappa creò quella che fu chiamata “Air Sculpture”. Non aveva bisogno di fare affidamento su dispositivi e trucchi musicali collaudati perché aveva la capacità di suonare qualsiasi nota (tutti i dodici toni / scala cromatica) sulla chitarra, su qualsiasi tasto. Questo stile di improvvisazione era usato anche dai chitarristi jazz (senza dubbio, cervelloni dall’udito immacolato, barbe e banjo…). Il trucco sta nel sapere in quale ordine suonare le note.
    (Sun Zoom Spark, gennaio 1994)

    “Mi piace lavorare di notte perché il suono è diverso rispetto al giorno. Per me, suona meglio. Di giorno, l’aria è agitata da tutta la luce del sole ed ogni cosa è in uno stato generale di agitazione”.
    (Frank Zappa, M.I., novembre 1979)

  • Frank Zappa e la Grande Nota

    Frank Zappa e la Grande Nota

    Frank Zappa – 1991, durante le prove e le registrazioni di “The Yellow Shark” nel suo studio privato di Los Angeles

    “La Grande Nota è l’elemento più vicino alla mia idea di Dio. Tutto, a quanto pare, è costruito dalle vibrazioni.
    La luce è una vibrazione, il suono è una vibrazione e forse, quando li scomponi, gli atomi stessi non sono altro che la vibrazione di questa Grande Nota. Avendo a che fare con le vibrazioni, potresti entrare in sintonia con una specie di Forza Universale, a dirla in modo banale e sdolcinato. E’ così che la vedo”. (Frank Zappa)

    Alla base del lavoro di Zappa ci sono due concetti essenziali: la Grande Nota e la Continuità Concettuale.
    La musica è una sola grande nota e tutto quello che c’è è unito da una continuità che abbraccia tutto.
    Non si può parlare di Zappa senza conoscere il concetto di continuità. L’Uno e il Tutto. E’ una visione olistica musicale, quella di Frank Zappa.

    “La mia opera comprende ogni possibile mezzo di comunicazione visuale: la consapevolezza di chi vi partecipa (pubblico incluso), tutte le mancanze percettive, Dio la Grande Nota (materia prima dell’architettura universale), e altro ancora. La nostra è un’arte speciale, in uno spazio negato ai sognatori”.
    (Frank Zappa, amante del sinfonismo caotico di Charles Ives)

    “Nell’album Lumpy Gravy degli Abnuceals Emuukha Electric Symphony Orchestra c’è una sezione sul lato 2 in cui diversi personaggi non meglio identificati discutono delle origini dell’universo. Uno dei personaggi spiega il concetto di Big Note (Grande Nota): tutto nell’universo è composto fondamentalmente da vibrazioni – la luce è una vibrazione, il suono è una vibrazione – e tutte queste vibrazioni potrebbero semplicemente essere armoniche di qualche incomprensibile tono cosmico fondamentale”.
    “Quanto è importante il suono? Cosa è più importante: il timbro (trama-colore) di un suono, la successione degli intervalli che compongono la melodia, il supporto armonico (accordi) che dicono al tuo orecchio ‘cosa significa la melodia’, il volume del suono, la distanza tra la sorgente e l’orecchio, la densità del suono, il numero di suoni al secondo o frazione di esso… e così via? Guarda i bambini a scuola mentre battono i piedi o battono le mani. Le persone cercano, inconsciamente, di entrare in sintonia con l’ambiente. In vari modi, anche le persone più indifferenti tentano di “sintonizzarsi” con il loro Dio”. (Gig, febbraio 1977)

    “Tutto nell’universo è fatto di un elemento, che è una nota, una sola nota. Gli atomi sono in realtà vibrazioni, sono estensioni della GRANDE NOTA, Tutto è una nota“. (Frank Zappa dall’album Lumpy Gravy, 2011)

    Sentire il tutto era uno dei doni che rendevano unico Frank Zappa.
    Quando ha fatto suonare la London Symphony Orchestra, FZ ha messo un microfono sotto la sedia di ogni strumentista e, con tecnologia digitale, li ha registrati praticamente uno per uno. Poi, li ha messi assieme in modo che si sentisse una sola nota. Una meganota, fatta dalla somma delle note che ogni strumento stava suonando. Il tutto è più della somma delle parti. Da quella integrazione, viene fuori la bellezza. Andatela a cercare. (Ferdinando Boero, Rolling Stone dicembre 2013)

    G-spot Tornado è stato l’ultimo brano eseguito da Zappa nel concerto di “The Yellow Shark”, un brano strumentale molto complesso. Alla fine del video, la telecamera coglie lo sguardo serio, profondo, commosso e malinconico di Zappa seduto da solo su una cassa. Ad un certo punto, Zappa fa segno con la mano verso l’orchestra “C”, il nostro “DO” nella notazione inglese. Il DO, la Grande Nota, l’ultima eseguita in pubblico da Frank.