Sta succedendo qualcosa nella scena underground ma nessuno sembra sapere esattamente cosa. Forse perché nessuno sa bene cosa sia l’Underground. Anche il cosiddetto portavoce non ufficiale dell’underground, Frank Zappa, non ha le idee chiare su questo termine nebuloso.
Zappa osserva: “Beh, non lo so. Durante la guerra si riferiva a qualcuno coinvolto nella resistenza. Ora immagino significhi qualcuno che risulta ripugnante”.
Attraverso parole, azioni e apparenze, Frank Zappa e i Mothers of Invention esprimono la corrente sotterranea di protesta che abbonda nella generazione attuale. La satira del gruppo ridicolizza l’ipocrisia e le debolezze della società odierna e forse, per molte persone anziane, tutto questo è ripugnante. L’immagine anti-establishment non è mai stata particolarmente apprezzata dal segmento più anziano della nostra popolazione.
Zappa alza la mano e i Mothers iniziano a suonare. Si viene catturati e incantati in questo viaggio musicale surreale come in un teatro magico dove Frank Zappa è il Magister Ludi (il maestro del gioco) e il resto del gruppo i suoi aiutanti. Potrebbe essere questo il senso dell’underground?
Underground Freak-Out Music (You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 5, 1992)
In copertina un capolavoro di Tanino Liberatore (pubblicato nel gruppo il 3 settembre 2022)
“Il mainstream viene da te, ma tu devi andare nell’underground” (Frank Zappa)
Frank Zappa è il padre del rock underground ‘no commercial potential’. I Mothers of Invention, band che Zappa formò nel 1965, erano più o meno l’unica forma di musica underground in America.
Zappa guidava i Mothers in esibizioni dal vivo anarchiche che attiravano il pubblico, vendicandosi del consumismo delle case discografiche, prendendo in giro i meccanismi per creare star dell’epoca e reclutando i suoi fan con la promozione dei suoi album nelle ultime pagine dei fumetti.
I critici avrebbero potuto definire la sua musica inascoltabile ma l’importanza di Zappa come anticonformista musicale e autore di satire sociali non è mai stata messa in discussione. L’uscita del primo album dei Mothers nel 1966, Freak Out, ha segnato la nascita del rock alternativo. All’epoca, quando qualsiasi rocker degno di questo nome si scagliava contro “l’establishment”, Zappa stava facendo l’impensabile: prendeva regolarmente e spietatamente in giro la controcultura. “Flower Power fa schifo!” proclamava una voce nell’album dei Mothers del 1967 We’re Only in It for the Money, registrato all’apice del movimento hippie e confezionato in una custodia apribile che parodiava senza pietà la copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles.
L’inclinazione per l’umorismo volgare, a volte infantile, sessuale, e gli arrangiamenti eccessivamente elaborati facevano parte del suo spirito underground.
Zappa fu anche il primo magnate dell’indie rock, ha fondato e gestito tre case discografiche indipendenti.
La sua musica che fondeva i più disparati generi musicali non divenne mai mainstream, ma l’arguzia acida di Zappa e la sua capacità di suscitare polemiche lo hanno tenuto al centro dell’attenzione. Ha sfidato costantemente le convenzioni denunciando le varie forme di ipocrisia nella società.
Underground è traducibile con ‘quasi universalmente censurato’, rifiutato anche dalle radio che si proclamano paladine del ‘suono giovane’.
Zappa l’irriducibile si è sempre rifiutato di cambiare i suoi testi e il suo atteggiamento.
Nel 1968 stava succedendo qualcosa nella scena musicale ma nessuno sembrava esattamente cosa. Forse perché nessuno ancora sapeva bene cosa fosse l’Underground. Anche il ‘portavoce non ufficiale’ dell’Underground, Frank Zappa, faticava a descrivere questo termine nebuloso.
“Beh, non lo so. Durante la guerra ‘underground’ si riferiva a qualcuno coinvolto nella resistenza. Ora immagino significhi qualcuno che risulta ripugnante” dichiarò Zappa all’epoca.
Attraverso parole, azioni e apparenze, Frank Zappa e i Mothers of Invention esprimevano la corrente sotterranea di protesta della loro generazione. La satira del gruppo ridicolizzava l’ipocrisia e le debolezze della società e forse, per molte persone anziane, tutto questo risultava ripugnante. L’immagine anti-establishment non è mai stata particolarmente apprezzata dal segmento più anziano della popolazione.
“Molti gruppi underground non si preoccupano di fare un disco di successo. Sono interessati solo all’espressione artistica. I suoni underground sono grezzi. Ma il settore musicale non dovrebbe dimenticarsi che quella musica suona così a causa dell’ambiente in cui vivono i ragazzi, che sono persone differenti. Alcuni hanno corpi alterati chimicamente e si dedicano a passatempi che risulterebbero decisamente estranei ai dirigenti discografici. Concepiscono la musica come una forma d’arte. La maggioranza degli addetti ai lavori non sa nulla di musica, cerca solo la potenzialità commerciale. Il valore artistico dovrebbe interessarvi. Definite rumore la nostra musica, però non vi prendete la briga di guardare oltre, di capire gli accordi o i fraseggi. Non capite la musica underground – c’è sicuramente un gap generazionale musicale. Questo gap è, da parte degli adulti, una manifestazione di paura. Hanno la sensazione che i giovani ce l’abbiano con loro e questo influenza il modo in cui le case discografiche trattano i gruppi underground. Non ci apprezzano o non ci capiscono. Non esistono corsi di musica underground. In realtà i gruppi utilizzano tecniche che nei conservatori sono proibite nelle composizioni perché non suonano bene. Le quinte parallele e le ottave parallele sono un’esperienza sonora commovente. Nonostante i conservatori, molti gruppi pop ne fa abbondante uso.
Le case discografiche devono imparare a capire la nuova musica. Fino ad oggi, ancora non apprezzano i gruppi o non li capiscono. Esiste però una via d’uscita. I loro dirigenti potrebbero scendere nei sotterranei psichedelici e sudare insieme ai ragazzi”.
(FZ, Record Mirror, gennaio 1970)
Frank Zappa, una delle figure di spicco della musica underground, è stato un pioniere nell’uso di strumenti amplificati e modificati elettronicamente. E’ accreditato per aver avviato gran parte del lavoro teorico di base che ha influenzato la progettazione di molti dispositivi elettro-musicali fabbricati commercialmente.
Frank voleva qualcosa che il suo pubblico non poteva dargli. Voleva essere compreso come compositore e musicista, non come “esecutore pop”.
Le persone andavano a vedere i Mothers più per la loro immagine che per la loro musica. Volevano uno spettacolo, non essere esposti a una forma musicale che era molto in anticipo sui tempi. Ridere dei Mothers era la cosa alla moda da fare. I Mothers sono passati dall’arena degli spettacoli perché il pubblico di Zappa si aspettava che recitasse la parte dell’iconoclasta piuttosto che esserlo.
Underground Freak-Out Music (You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 5, 1992)
Freak Out Zilofone (The MOFO Project/Object, 2006)
Zappa una volta ha detto a un intervistatore che Freak Out è nato dopo che ha realizzato “registrazioni di ricerche sul comportamento di ragazzi di 17 anni in Ontario, California” e sembra proprio così.
È un aspro commento sul mondo dei centri commerciali delle autostrade della California meridionale, la società che incoraggia il fiorire del cemento e del neon e sulle vittime della grossolana mega-crescita di Los Angeles: i giovani. (BAM, gennaio 1978)
“Ascolterai ‘Freakout’ finché non ti uscirà dal culo” ha detto Frank sul palco celebrando il 10° anniversario dei Mothers a Chicago.
“Oggi ‘Freakout’ mi sembra un mucchio di demo. Ma devi ricordare che i nostri primi tre album sono stati registrati su una macchina a quattro tracce. Allora non c’erano 16 tracce. L’amplificatore più grande che potevi comprare era il Vox Superbeatle: non avevano nemmeno i Marshall!”
(Frank Zappa, New Musical Express, 25 maggio 1974)
“Freak Out! è stato un grande album degli anni Sessanta e rimane attuale. L’idea era quella di mostrare una visione diversa della cultura americana. Se lo ascolti oggi, vedi che non è cambiato molto”.
(“Talking with Frank” by Fabio Massari, Los Angeles/Sao Paulo, 1991)
Numerosi critici musicali attribuiscono a Frank Zappa e ai Mothers of Invention la nascita del concept album. Si riferiscono all’album “Freak Out” pubblicato il 27 giugno 1966, che fu anche uno dei primi album doppi della storia ed il primo album d’esordio contenente 2 dischi.
Il precursore del concept album è anche l’album d’esordio dei Mothers of Invention, band nata 2 anni prima dalle ceneri dei Soul Giants a cui si unì il chitarrista Frank Zappa.
Da un’idea di Frank nasce il tema centrale di questo concept album: una visione satirica della moderna cultura americana da parte della cultura dei ‘fricchettoni’, gli anticonformisti, gli eccentrici, i tipi ‘strani’, i ‘mostri’.
Il motivo per cui viene considerato il primo concept album della storia lo spiega proprio Zappa nella sua autobiografia “The Real Frank Zappa Book”:
“Ogni canzone parlava di qualcosa in particolare. Non avevamo un singolo di punta a cui dover costruire attorno brani di riempimento. Ogni canzone aveva la sua funzione ed un messaggio satirico”.
Con un totale di 14 brani, i due dischi che compongono l’album “Freak Out” hanno segnato la storia della musica.
Il primo doppio album di debutto “Freak Out” includeva un intero lato, “Return of the Son of the Monster Magnet”, che era un omaggio a Edgar Varese. (The Washington Post, 7 dicembre 1993)
I suoi primi album, a partire dal 1966 con “Freak Out” e “Absolutely Free”, furono acquistati più per curiosità che per quello che dicevano; qualcosa con cui terrorizzare i genitori. Frank si è impegnato a indirizzare le persone verso l’auto-riflessione e la consapevolezza del loro ambiente.
Canzoni come “Plastic People”, “America Drinks and Goes Home”, “I’m Losing Status At The High School” erano alcuni dei suoi numeri più noti di orientamento sociologico. (The Echo, aprile 1970)
“Ho portato Freak Out! di Frank Zappa in Inghilterra e l’ho suonato ai Beatles. Mi hanno detto, ‘Wow! Da dove viene, amico? È incredibile!’ Non vedevano l’ora di incontrarlo. Quindi ho fatto un sacco di spedizioni avanti e indietro, cercando di coinvolgere le persone”. (Eric Burdon)
I Beatles erano certamente a conoscenza dell’album Freak-Out dei Mothers quando stavano progettando Sgt. Pepper. (IT, 9-24 aprile 1970)
“Freaking Out (andare fuori di testa) è un processo in base al quale un individuo abbandona gli standard di pensiero, abbigliamento ed etichetta sociale antiquati e restrittivi per esprimere in modo creativo la sua relazione con l’ambiente circostante e la struttura sociale nel suo insieme” (Frank Zappa)
“Gli hippy indossavano una specie di uniforme, avevano un uso uniforme della lingua e una mentalità da gregge. I freak erano più individualisti. (Frank Zappa, Humo, dicembre 1993)
“Odiavo gli hippy. Per me erano un’altra manifestazione del conformismo nordamericano, della tendenza a raggrupparsi in tribù che accettano un vangelo che li fa sentire superiori agli altri. La mia gente erano i “freaks”, i mutanti che avevano uno stile individuale che li separava radicalmente dal resto della comunità. “Freaks” in senso fisico, sessuale o mentale, emarginati per necessità, non per seguire l’ideologia alla moda”.
(Frank Zappa, El Europeo, maggio 1990)
“C’è una differenza tra freak e hippy. Agli hippy non importa davvero che aspetto hanno, ai freak importa moltissimo. La loro confezione e la costruzione dell’immagine sono una parte molto importante del loro stile di vita. L’aspetto di un gruppo è collegato alla musica nello stesso modo in cui la copertina di un album è collegata al disco. Dà un indizio di cosa c’è dentro.”. (Frank Zappa)